Dopo il terremoto/2.
Fatti, non parole

da Tuttoscuola, 20 aprile 2009

Nel primo incontro, svoltosi al Ministero dell'Istruzione il 15 aprile, i sindacati hanno preso atto della "sensibilità" manifestata dal MIUR alle loro proposte, ma hanno giudicato del tutto insufficienti le risposte date da viale Trastevere. Perciò continuano ad insistere per avere riscontri operativi più concreti, fatti e non parole. In particolare, come ribadisce il segretario della Cisl scuola Scrima, la richiesta prioritaria è quella di sospendere i tagli agli organici in Abruzzo, in particolare nella provincia dell'Aquila.

La stessa richiesta (insieme alla conferma dei precari) è stata avanzata anche da Mariangela Bastico, responsabile Scuola del Partito Democratico, secondo la quale gli organici in Abruzzo dovrebbero essere congelati per i prossimi tre anni.

E' da notare che il punto d'incontro tra i sindacati, e probabilmente il comune denominatore della loro ritrovata unità, sta in un ridimensionamento delle rivendicazioni riguardanti i tagli: lo stop è ora richiesto prioritariamente per l'Abruzzo, in particolare per la provincia dell'Aquila. Questo non significa che i cinque sindacati della scuola più rappresentativi abbiano già deciso di rinunciare a combattere la loro battaglia anti-tagli su scala nazionale (come sospettano i movimenti sindacali antagonisti), ma è certamente, da parte loro, un segnale di realismo e di senso di responsabilità in una situazione di grave emergenza.

Lo stesso si può dire della linea tenuta dalla Bastico per il PD. Sarebbe bene che il governo cogliesse questi segnali, e non sottovalutasse il loro significato politico, che sembrerebbe quello di un'offerta di tregua nella vertenza nazionale in cambio di immediati e concreti interventi in favore della scuola abruzzese.