Valutazione alunni, … di Andrea Toscano La Tecnica della Scuola 6.4.2009 Lo schema di regolamento sulla valutazione degli alunni, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 marzo introduce elementi di confusione a proposito delle procedure per l’ammissione agli esami di Stato. E che dire della scuola media, dove non è previsto il “recupero dei debiti formativi” e quindi si potrebbe bocciare con una sola insufficienza? La legge n.1 dell’11 gennaio 2007, introdotta dall’ex ministro Giuseppe Fioroni prevede l’ammissione agli esami di Stato per gli studenti “che siano stati valutati positivamente in sede di scrutinio finale e abbiano comunque saldato i debiti formativi contratti nei precedenti anni scolastici”. Se qualche dubbio di interpretazione poteva esserci “sulla valutazione positiva”, il successivo decreto ministeriale n. 42 del 22 maggio 2007 scioglie ogni perplessità perché precisa all’art. 1 che “a decorrere dall'anno scolastico 2008/2009, ai fini dell'ammissione all'esame di Stato sono valutati positivamente nello scrutinio finale gli alunni che conseguono la media del sei”. Dunque, alunni ammessi purché abbiano una media di voti almeno sufficiente. Ma adesso sembra che il ministro Mariastella Gelmini voglia cambiare le regole, sostenendo che gli alunni da ammettere sono coloro che conseguono una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina, avvalorando quanto affermato proprio facendo riferimento ai contenuti del nuovo schema di regolamento. Ma il decreto, in ogni caso, non è stato ancora emanato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Come comportarsi allora? Se lo chiedono presidi e insegnanti, che insieme agli studenti e ai genitori si pongono, preoccupati, un altro interrogativo: in ogni caso sarebbe corretto cambiare le regole del gioco a partita quasi conclusa, quando mancano meno di due mesi alla conclusione dell’anno scolastico?! Anche i sindacati, sostanzialmente, sono in disaccordoe ritengono che vada ribadito che “ferma restando in sede di scrutinio periodico o finale la competenza del docente titolare dell'insegnamento di ciascuna disciplina o gruppo di discipline di proporre la valutazione numerica in decimi dei propri alunni - precisa in un suo documento la Cisl-Scuola - l'esito complessivo della valutazione (promozione,bocciatura,ammissione o meno all'esame di Stato) resti prerogativa del Consiglio di classe,con deliberazione assunta, ove necessario, a maggioranza”. Il Ministro dell’istruzione, quindi, dovrebbe sciogliere “qualsiasi dubbio” (anche in relazione a quali discipline concorrono all'ammissione nel caso degli esami di Stato) ed eliminare “possibili ambiguità circa la corretta dialettica intercorrente nel rapporto professionale e istituzionale tra la dimensione individuale e quella collegiale dei docenti”. Infatti, se il criterio della collegialità è chiaramente esplicitato in merito alla valutazione del comportamento, “altrettanto non appare in riferimento alla valutazione degli apprendimenti”. Ciò, ovviamente rischia di creare confusione nelle diverse istituzioni scolastiche, rischiando interpretazioni differenti tra singole scuole. E forse al Ministero pochi si sono resi conto delle apprensioni di alunni, genitori e degli stessi docenti in merito alla situazione, in particolare, della scuola di istruzione secondaria di I grado, dove gli allievi non fruiscono del sistema dei “debiti” e quindi rischiano di essere bocciati (senza la possibilità di partecipare ai corsi di recupero e di sostenere le successive prove di valutazione) per una solo quattro o addirittura cinque. Insomma, alunni delle medie penalizzati più di quelli delle superiori! Senza dimenticare che i ragazzi delle medie hanno già dovuto “metabolizzare” quest’anno il ritorno al giudizio con voti numerici e quelli che frequentano la terza (… se non “fermati” da un cinque agli scrutini di ammissione!!!) dovranno affrontare le “insidie” delle prove Invalsi (che psicologicamente incutono timore perché per la prima volta - lo scorso anno furono introdotte in via sperimentale - incideranno sulla valutazione complessiva dell’esame). Insomma, tanti cambiamenti in una volta e un bel po’ di adrenalina (troppa?) per dei ragazzini poco più che tredicenni. Sul fatto che un solo voto inferiore a sei, nella scuola media, in ciascuna disciplina o gruppo di discipline, possa determinare la bocciatura dell’alunno, la Flc Cgil evidenzia, in particolare, come alcuni dirigenti scolastici abbiano sottolineato “l’incentivo alla menzogna collettiva che si produrrà nei consigli di classe se non si vogliono decimare gli alunni in sede di valutazione finale”. Nel testo approvato dal Consiglio dei ministri il 13 marzo scorso esistono elementi di criticità che dovrebbero essere adeguatamente corretti in sede di approvazione definitiva (peraltro, lasciando che le scuole per quest’anno, a poche settimane ormai dagli scrutini, si attengano alle norme attualmente ancora in vigore ed introducendo le eventuali modifiche dei criteri di valutazione a partire dal prossimo anno scolastico), tenuto anche conto della “finalità formativa della valutazione, in una scuola - come precisa in un suo documento la Cisl Scuola - che punta all'inclusione piuttosto che alla selezione, che pur valorizzando le eccellenze si fa carico delle condizioni di partenza di ciascun alunno legate all'estrazione familiare e ai contesti socio-economici del territorio di provenienza”, senza che ciò contrasti con il processo avviato da alcuni anni “inteso a restituire alla scuola maggior rigore e serietà rispetto al perseguimento di conoscenze, abilità e competenze”. |