| Scuola modello small di Roberta Carlini, L'Espresso 29.4.2009 
           Le scuole medie sono quelle che subiscono i tagli più forti: meno 15.500 prof, mentre gli studenti saranno oltre 7 mila in più. Alle superiori, come antipasto della riforma che arriverà l'anno prossimo, per adesso si amputano 11.350 posti. Parole magiche per ottenere i tagli sono: abolizione delle compresenze, riordino delle cattedre. Che vuol dire, meno ore di lezione con più studenti e con un solo docente per volta. E per le medie, Cenerentola della scuola, meno lingue straniere e meno lettere. Ma per capire come sarà la scuola che riapre a settembre, conviene partire dal basso: dalle classi e dagli orari, che in questi giorni in tutt'Italia stanno prendendo forma. 
           Quelli dell'ufficio provinciale gliel'avevano detto: "Non lo chiedete il tempo pieno, perché al Sud non lo danno". Eppure i modelli mandati dal ministero, freschi di stampa, prevedevano sulla carta la libertà di scelta: "Scusate, ma se sul modulo c'è scritto, perché io devo dire alle famiglie di non scegliere il tempo pieno?". E così alla scuola Adelaide Ristori , circolo Napoli 34, 800 utenti dalle materne alle medie, hanno spedito i moduli e incrociato le dita. Qualche giorno fa, la doccia fredda: niente tempo pieno a Forcella, e cinque maestre in meno. "Una bomba. Un disastro. Tutto da rifare". Luisa Perasole, vicepreside della scuola, ha strappato tutte le simulazioni d'orario fatte, e ha ricominciato daccapo a riempire fogli e schemini, per far tornare i conti e riaprire a settembre la stessa scuola con meno insegnanti. Il problema non è solo dei 37 bambini le cui famiglie avevano barrato sull'ottimistico modulo la casella '40 ore': non le avranno, è certo, ma di cosa dovranno accontentarsi? 24, 27 o 30 ore a settimana, per stare sempre al ventaglio di offerte ministeriali? "Sarà difficile garantire anche il tempo prolungato al pomeriggio. E la mensa, nostro orgoglio da anni", dice Perasole. Scuola di frontiera, tra la centrale via Duomo e le zone più popolari di Forcella e Mercato, la Ristori, circolo Napoli 34, ha lottato per conquistare quello che si chiamava 'tempo prolungato'. E che rischia anch'esso l'estinzione, per il combinato disposto di due novità: l'abolizione delle ore di compresenza degli insegnanti nella stessa classe, e, per medie e superiori, il riordino delle cattedre (tutte a 18 ore, tutte d'insegnamento frontale). "Prima, anche senza avere il tempo pieno i bambini potevano restare in mensa, e poi fare attività nel pomeriggio. Con cinque maestre in meno, salta tutto il modello che abbiamo costruito in anni di lavoro". Lavoro didattico, e sul territorio: "Il pomeriggio lo usavamo per fare attività di recupero personalizzate, ad esempio mettendo insieme bambini dello stesso livello per rafforzare la matematica o l'italiano. Poi c'erano i laboratori, per elementari e medie: informatica, latino, multimediale, facevamo anche un tg. C'erano corsi di computer o teatro anche per le famiglie: lavoriamo in zone molto problematiche, e avere la scuola aperta al pomeriggio, per tutti, è importante". Utopie, di fronte alla formula che il ministero ha usato per calcolare l'organico: 'Numero di classi per 27 diviso 22'. 
          Dove 22 sono le ore di insegnamento previste da contratto per ogni 
			maestra e 27 è l'orario settimanale di riferimento delle elementari. 
			Piccolo dettaglio: nelle domande d'iscrizione, a Forcella come in 
			tutt'Italia, le 27 ore non le ha chieste quasi nessuno (il 7 per 
			cento del totale), ancora meno hanno chiesto le 24 ore (il 3), 
			mentre tutti gli altri hanno chiesto le 30 e le 40 ore. In pratica, 
			il 90 per cento delle famiglie ha chiesto un orario superiore a 
			quello compatibile con i tagli. 
          Palermo - Oberdan  Roma - Di Liegro 
          Maltrattato alle elementari, l'inglese si presenta apparentemente 
			potenziato'alle medie: dove si può chiedere, invece della seconda 
			lingua straniera, di fare cinque ore di inglese a settimana. Il 
			perché in una tabella del decreto sugli organici: riduzione posti 
			della 'seconda lingua comunitaria', meno 5.616. Ma alla scuola media 
			Di Liegro, nel quartiere Tiburtino a Roma, la domanda per 'l'inglese 
			potenziato' non l'ha fatta nessuno. "Tutta l'Europa studia due 
			lingue, non si vede perché noi dobbiamo restare fuori", dice la 
			preside, Simonetta Caravita. Ma è meglio farne solo una bene, che 
			due male, è il ragionamento di buon senso. "Certo, però per 
			migliorare la lingua bisogna migliorare il metodo, fare gruppi di 
			livello omogeneo, attività integrative, non basta allungare le ore 
			di insegnamento frontale", dice Caravita. Nella sua scuola l'anno 
			scorso c'era il tempo prolungato con potenziamento delle lingue 
			straniere, anche con il conseguimento delle certificazioni tipo 'ket' 
			e 'delf'. Quest'anno invece l'insegnamento delle lingue finirà per 
			essere dimezzato.  Verona - Veronetta Porto San Pancrazio 
          "Proprio ieri il papà di un bambino che deve venire a scuola da noi mi 
			ha chiesto: l'anno prossimo quanti pomeriggi avremo a scuola? Due, o 
			tre? Non ho potuto rispondere, e questo è devastante". Ernesto 
			Passante, dirigente dell'istituto comprensivo di Veronetta-Porto San 
			Pancrazio, a Verona, aspetta i dati dell'organico senza grandi 
			speranze. Ha tre scuole materne, tre elementari e due medie: 750 
			alunni. La sua scuola va spesso nelle cronache per l'alta 
			percentuale di stranieri: "Altro che mozione Coda, qui le classi di 
			soli stranieri, che poi sono quasi tutti nati in Italia, ce le 
			abbiamo già". Ma hanno anche tante altre cose: supporto per 
			l'inserimento, corsi per potenziare le eccellenze, far prendere ai 
			ragazzi (italiani) i diplomi di lingua straniera che negli istituti 
			privati si pagano fior di quattrini. E adesso? "Adesso salta tutto. 
			Per tutte queste attività noi usavamo quella parte di organico che 
			era superiore allo stretto necessario". Con le nuove regole resta a 
			malapena lo stretto necessario. "Gli insegnanti bravi saranno quelli 
			che riescono a tenersi tutta la classe in silenzio". Ma anche così, 
			il cerchio non si quadra: "Le 24 ore, quelle del modello del maestro 
			unico, le hanno chieste in quattro. Gli altri vogliono o il tempo 
			pieno o i rientri al pomeriggio. Penso che saremo costretti a 
			ridurre i rientri. Il tempo pieno forse riusciamo a mantenerlo". Roma - Walt Disney 
          I ragazzini si avviano verso la mensa sotto un ritratto di Walt 
			schizzato a carboncino sul muro, mentre la direttrice fa la lista 
			degli esclusi, che ancora non sanno di essere tali. "In una sede ci 
			hanno dato solo una classe a tempo pieno su due: 19 domande 
			bocciate. Qui, nella sede principale, ne restano fuori otto", spiega 
			Eva Pasqualini, riepilogando i numeri della sua scuola, la Walt 
			Disney del Nuovo Salario: una classe in più, due insegnanti in meno. 
			Risultato: aumento dei bambini per classe con 27 per le elementari e 
			28 per le medie. Non solo: "Di fatto è saltato il tetto al numero di 
			alunni in presenza di disabili, anche se ancora si aspetta il 
			regolamento ufficiale". Le cose non cambieranno solo per le prime: 
			"Le compresenze si eliminano anche per le classi già avviate con i 
			vecchi moduli. Dunque credo che dovremo ridurre l'orario, 
			anticipando l'uscita del venerdì". Quanto all'arrivo della maestra 
			prevalente e la sepoltura del modulo, la Pasqualini invita ad 
			andarci cauti: "Certo, avremo più vincoli di prima, ma non credo che 
			rinunceremo ad avere un lavoro collegiale degli insegnanti". Per 
			tradurre: ci sarà una qualche nuova versione del 'modulo', con 
			maestre specializzate per gruppi di materie. "In fondo l'autonomia 
			ce l'abbiamo ancora", dice Pasqualini, che non accetta un orario 
			patchwork, fatto da una maestra prevalente, per 22 ore, più tanti 
			pezzetti di altre maestre: il modello Gelmini, in altre parole, che 
			molte scuole stanno di fatto by-passando. "Anche noi cercheremo di mantenere il più possibile la specializzazione delle maestre per ambiti di competenza, non possiamo tornare all'insegnante tuttologo", dice dal Salento Luigi Martano, dirigente di una scuola materna ed elementare. Che come tutti gli altri ha le sue decimazioni: 15 insegnanti invece di 19. Ma ha anche un grattacapo in più: il pignoramento. Equitalia gli ha appena intimato di pagare la tassa sulla spazzatura per gli anni scorsi: 9 mila euro, che nelle casse non ci sono. Perché i finanziamenti sono stati tagliati, e dall'anno prossimo "Internet e fotocopie li dovremo far pagare dalle famiglie". Equitalia minaccia le vie legali. "Non so, qui ci sono lavagne e scrivanie: vogliono prendere queste?". |