Nessun fondo per i controlli imposti da Brunetta

Scuole in bolletta per pagare
le visite fiscali ai professori

Istituti con 130 docenti arrivano a spendere 7mila euro

Ottavia Giustetti, la Repubblica di Torino 10.4.2009

Presidi pronti a disobbedire C'è una sorpresa nella corrispondenza delle scuole: cominciano ad arrivare le prime fatture per il pagamento delle visite fiscali rese obbligatorie dal decreto Brunetta anche per un solo giorno di assenza per malattia. E le cifre sono di una certa importanza. L'amministrazione della Asl accumula infatti un pacchetto di visite, poi quando spedisce la fattura riporta i nominativi di tutti i dipendenti "controllati". E in un anno una scuola con una media di 120-130 docenti arriva a spendere in visite fiscali qualcosa come settemila euro complessivamente. Trenta giorni è il tempo massimo per effettuare il pagamento.

Il dramma però è che né il ministero né l'ufficio scolastico regionale hanno mai stanziato un euro reale per adempiere agli obblighi di legge introdotti dal ministro Brunetta, contando sulla possibilità di prolungare quanto più a lungo possibile i tempi dei pagamenti nel solito balletto delle competenze che si verifica da qualche anno a questa parte. Secondo il direttore scolastico regionale, infatti, non sarebbe il Miur a dover pagare per le visite fiscali e l'Asl non avrebbe diritto a pretenderne il pagamento. È atteso il parere del Consiglio di Stato a riguardo ma nel frattempo i bollettini fioccano e i presidi non sanno come comportarsi. E lasciarli accumulare potrebbe rivelarsi pericoloso come pericoloso fu non pagare la tassa rifiuti. Inoltre i dirigenti scolastici rischiano personalmente di essere accusati di aver provocato un danno economico alla pubblica amministrazione.

«A parte il fatto che le scuole non sono in assoluto in grado di far fronte a questa spesa perché non hanno più denaro nemmeno per acquistare il materiale didattico - spiega Nunzia Del Vento presidente di Asapi, l'associazione delle scuole autonome piemontesi - c'è poi anche un ostacolo tecnico non risolvibile: non esiste più nemmeno il fondo di funzionamento che era basso ma era l'unico fondo non vincolato. Quindi noi questi soldi non sappiamo da dove prenderli e nessuno è stato in grado fino a oggi di darci una risposta». Qualche preside si è anche già autodenunciato e ha smesso di ottemperare alla legge, cioè non chiede più la visita del medico fiscale tranne nei casi in cui lo ritiene davvero necessario. Ma a quasi un anno ormai dall'approvazione delle nuove norme si è avvertito un reale beneficio? Si sono ridotte le giornate di astensione dal lavoro per malattia? «Nella mia scuola, la Gabelli, non abbiamo un bilancio delle assenze molto diverso agli anni passati, nessun cambio radicale - dice Del Vento - noi le visite le chiedevamo anche prima, ma solo nei casi di assenze reiterate e o di malattie sospette».