Audizione, ai sensi dell'articolo 46, dal Senato della Repubblica, 21.4.2009 Dimensionamento rete scolastica ed edilizia Ha la parola il ministro Mariastella GELMINI, la quale tiene in primo luogo a precisare che la riforma della scuola, delineata dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, è in fase avanzata di attuazione in quanto i regolamenti sul dimensionamento della rete scolastica e sul primo ciclo - definitivamente approvati dal Consiglio dei ministri - sono in via di pubblicazione. Ella rivendica peraltro con soddisfazione l'intesa recentemente raggiunta in sede di Conferenza unificata Stato, Regioni ed autonomie locali sui criteri per il dimensionamento, oltre che sull'edilizia scolastica. Governo ed autonomie territoriali si sono infatti accordati per una reciproca assunzione di responsabilità, che condurrà all'aggiornamento dell'anagrafe dell'edilizia scolastica e alla valutazione analitica del dimensionamento, garantendo particolare tutela alle scuole situate in zone di montagna o in altre aree disagiate. Quanto al regolamento sul personale tecnico-amministrativo, prosegue, esso è stato recentemente sottoposto al parere della Conferenza unificata, mentre i regolamenti sui licei e gli istituti tecnici saranno a breve approvati in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, contestualmente all'esame del provvedimento sugli istituti professionali. Iscrizioni anno scolastico 2009-10 e formazione delle classi Passando al tema centrale dell'audizione, costituito dalle rilevazioni sull'andamento delle iscrizioni per l'anno scolastico 2009-2010 e dalle previsioni sulla formazione delle classi nella scuola primaria, ribadisce che la volontà del Governo è stata nel senso di garantire la massima scelta alle famiglie sul quadro orario, dando la possibilità di optare fra più articolazioni. Peraltro, del tutto indipendentemente dall'organizzazione oraria, è stato reintrodotto il maestro unico di riferimento - o prevalente nel caso in cui debba essere affiancato dall'insegnante di religione cattolica e/o di inglese qualora non in possesso dei relativi requisiti - sulla base di una precisa scelta didattica. Tale modello appare infatti, rispetto a quello basato sul modulo, più funzionale all'innalzamento degli obiettivi di apprendimento, con particolare riguardo ai saperi di base; inoltre, favorisce l'unitarietà dell'insegnamento soprattutto nelle classi iniziali, costituisce un elemento di rafforzamento del rapporto educativo tra docente ed alunno, valorizza il ruolo di guida, di stimolo e di sostegno dell'insegnante, amplifica e consolida le relazioni tra scuola e famiglia. Nega quindi che la scelta maggioritaria delle famiglie italiane a favore del modello a 30 ore segni una sconfitta per il Governo, come da taluni pretestuosamente sostenuto. Né va dimenticato, sottolinea, che il modulo articolato su due classi con tre docenti non solo costituisce una peculiarità del sistema scolastico italiano, ma comunque non ha sortito gli effetti positivi reclamizzati, considerato che l'Italia è passata, negli ultimi 10 anni, dal 3° all'8° posto nelle classifiche europee. Peraltro, una volta affidata alle istituzioni scolastiche la propria dotazione organica, ciascuna scuola potrà esercitare la sua autonomia nell'organizzazione dei modelli didattici, secondo quanto previsto dall'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999.Il Ministro si sofferma indi sul tempo pieno, per il quale resta confermato, nei limiti dell'organico disponibile, il modello di 40 ore settimanali con due insegnanti, eventualmente coadiuvati da insegnanti di religione cattolica e/o di inglese in possesso dei relativi requisiti. In proposito, precisa che per il prossimo anno scolastico il numero di posti attivati è rimasto invariato rispetto all'anno scolastico 2008-2009, senza alcuna decurtazione percentuale. Anzi, la disponibilità è stata aumentata del 20-30 per cento. Inoltre, esso resta disciplinato dalla normativa vigente, non potendosi in alcun modo parlare di ritorno al "dopo scuola". Il Ministro coglie peraltro l'occasione per esprimere stupore rispetto al notevole incremento di domanda di tempo pieno, proveniente anche da istituti privi dei necessari requisiti, manifestando il sospetto che tale aumento sia stato influenzato da informazioni strumentali, volutamente distorte e spesso condizionate da posizioni ideologiche. Per quanto riguarda il tempo normale, il Ministro specifica che le risorse di organico disponibili consentiranno di accogliere la maggior parte delle richieste delle famiglie, ivi comprese quelle relative al modello sino a 30 ore. Il fabbisogno dell'organico è stato peraltro calcolato moltiplicando per 27 (ore settimanali) il numero complessivo delle classi prime e per 30 (ore settimanali) il numero complessivo delle classi seconde, terze, quarte e quinte, senza tener conto della disponibilità di ore derivante dalla presenza aggiuntiva di insegnanti di religione cattolica e/o di insegnanti specialisti di inglese. Dopo aver puntualizzato che per la scuola dell'infanzia sarà possibile confermare le consistenze organiche dell'anno scolastico 2008-2009 e che per la secondaria di primo grado il modello orario normale è stato assicurato in 30 ore settimanali, ella si sofferma sui criteri e le modalità per l'attribuzione dell'organico di sostegno, richiamando il rapporto tendenziale di un docente ogni due alunni definito dal Governo precedente. Informa altresì che è stata confermata la disposizione che prevede, di norma, non più di 20 alunni per classe in presenza di soggetti disabili. Su richiesta delle relative associazioni, è stata infatti eliminata dal regolamento sul dimensionamento la possibilità di derogare a tale criterio. Tagli meno pesanti Il Ministro rammenta indi che, per l'anno scolastico 2009-2010, il complessivo contenimento dei posti era previsto in 44-45.000 unità. Tuttavia, in considerazione dei numerosi pensionamenti richiesti, che già assommano a circa 33.000, i tagli potranno essere meno pesanti, anche con riferimento al personale ATA. Ella comunica altresì che nei giorni scorsi ha provveduto a chiedere al Ministero dell'economia di dar corso al piano triennale delle immissioni in ruolo del personale docente ed ATA e ad autorizzare per l'anno scolastico 2009-2010 circa 20.000 nomine in ruolo. Precariato Inoltre, è stata prevista la possibilità per i docenti inclusi nelle graduatorie ad esaurimento di richiedere, per il prossimo anno scolastico, l'inserimento nelle graduatorie di più province, ovviamente in coda a coloro che sono già compresi nelle stesse, al fine di garantire ai docenti precari ulteriori possibilità di conseguimento dell'incarico annuale e ridurre così notevolmente il numero dei supplenti annuali che si prevede non otterranno nomina. Sono poi allo studio, di concerto con il Ministero del lavoro e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, interventi intesi a dare precedenza assoluta, nel conferimento delle supplenze temporanee, ai supplenti annuali attualmente in servizio, anche con l'adozione di provvedimenti in deroga alla normativa vigente in materia di precariato. Formazione iniziale dei docenti Prima di concludere, il Ministro pone altresì l'accento sulla prossima emanazione di un provvedimento di riforma della formazione iniziale dei docenti della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, che costituisce il completamento della moratoria delle Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario (SSIS) disposta dal decreto-legge n. 112. Riservandosi di intervenire sui contenuti della riforma in una diversa occasione, precisa fin d'ora che essa prevede una consistente valorizzazione dell'autorità di tirocinio, coniugando l'esigenza di approfondite conoscenze disciplinari con la riflessione pedagogica e lo sviluppo delle capacità didattiche. Uso delle risorse derivanti dai tagli Ella giudica infine complessivamente sostenibile l'impatto della manovra, considerando che i 2 miliardi di risparmi previsti potranno essere reinvestiti nella qualità. A tale scopo, ritiene indispensabile razionalizzare tutte le spese improduttive, in un'ottica di assunzione di responsabilità da parte dei diversi soggetti istituzionali coinvolti, fermi restando i principi di autonomia. Le risposte dei senatori Il senatore RUSCONI ( PD ) sollecita preliminarmente il Ministro a rispettare il ruolo del Parlamento, lamentando che fino ad ora siano state diffuse informazioni principalmente alla stampa, incrinando in tal modo il confronto sui contenuti nelle Commissioni competenti. Fa presente al riguardo che in questi mesi il Parlamento ha supportato adeguatamente l'Esecutivo per far fronte alla crisi economica, ad esempio con riguardo alle Fondazioni lirico-sinfoniche e allo sport, sicchè analoga posizione potrebbe essere assunta a favore dell'istruzione. Con riferimento alla libertà educativa ed alla scelta delle famiglie in ordine al quadro orario della scuola primaria, rammenta poi che l'Esecutivo aveva assicurato che sarebbero state mantenute anche le eventuali richieste aggiuntive di tempo pieno; a fronte dei cospicui risparmi conseguiti, domanda pertanto se saranno effettivamente garantite le scelte delle famiglie, al di là dell'abolizione ormai acclarata delle compresenze. Si sofferma poi sul tema delle supplenze, che costituiscono oneri economici per le scuole, rispetto al quale chiede di sapere come verranno sostituiti i docenti assenti, stante il limite di 18 ore di servizio; domanda altresì come sarà gestita la fascia oraria della mensa durante il tempo pieno nonché quali saranno i soggetti su cui graveranno i costi delle visite fiscali. Dopo aver domandato delucidazioni in ordine al presunto ritorno alla "riforma Moratti" in ordine al modello delle 30 ore, segnala che secondo dati Unicef circa un terzo degli studenti delle scuole superiori italiane non raggiunge il diploma; ciò rappresenta a suo avviso un dato assai grave, a dimostrazione del livello di insufficienza della scuola secondaria di secondo grado anche a confronto con gli standard europei. Chiede altresì maggiori dettagli circa le risorse destinate al merito, invocando un chiarimento riguardo al mantenimento del Piano triennale di assunzioni introdotto dal Governo Prodi, nonché sulle prossime nomine in ruolo con particolare riferimento al personale ATA. Nel ricordare con dispiacere che circa il 40 per cento dei bambini non pratica alcuna attività sportiva, ipotizza l'inserimento dell'insegnante specialista in scienze motorie anche nella scuola primaria, accanto a quelli di inglese e di religione cattolica. Chiede inoltre l'intenzione del Governo circa la sicurezza degli edifici scolastici, rammentando che il Partito democratico e l'Italia dei valori avevano proposto di destinare il 20 per cento dei risparmi conseguiti nella scuola a tale questione. Avviandosi alla conclusione, pone in luce il tema del reclutamento, interrogandosi sulle modalità per incentivare i giovani laureati ad inserirsi nella scuola considerato che attualmente le SSIS sono a pagamento e non garantiscono un'immediata immissione in ruolo. Dichiara infine la disponibilità del suo Gruppo a stipulare un vero e proprio patto di legislatura affinché tutti i risparmi ottenuti nella scuola siano reinvestiti nel comparto.
Il senatore de ECCHER ( PdL ) fa presente che alcune realtà territoriali - tra cui la provincia di Trento - si sono volutamente differenziate dalle scelte del Governo con riferimento ad esempio all'introduzione del voto in condotta, che non rientra nella media scolastica. Ciò ha dimostrato a suo giudizio il tentativo di rivendicare una autonoma capacità decisionale nei confronti della quale l'Esecutivo dovrebbe invece prendere adeguati provvedimenti. Invoca inoltre un chiarimento definitivo sulla durata delle ore di insegnamento, atteso che spesso esse non sono effettivamente di 60 minuti ma vengono artificialmente ridotte senza parametrare la conseguente determinazione dell'organico, esclusivamente a vantaggio del personale. Nel deplorare che il tempo scuola e il modulo siano stati articolati sulla base di rivendicazioni sindacali senza tener conto delle esigenze dell'utenza, sollecita infine maggiore trasparenza e correttezza per evitare improprie distorsioni.
La senatrice Mariapia GARAVAGLIA ( PD ), nel precisare di aver chiesto più volte al Governo una discussione assidua con il Parlamento sui temi del sapere a conferma che la scuola è un patrimonio di tutti, reputa che le richieste aggiuntive di tempo pieno anche da parte di istituti che attualmente non posseggono i relativi requisiti testimonino un'esigenza nuova nei confronti della quale occorre dare risposte idonee. Lamenta inoltre la lesione dell'autonomia scolastica, troppo spesso intaccata da provvedimenti di tipo centralistico. Chiede quindi al Ministro come sarà concretamente attuato il tempo pieno, tenuto conto che sono state eliminate le compresenze e che l'orario pomeridiano non è più correlato all'assolvimento dell'obbligo di istruzione essendo gestito da un docente diverso da quello cui è affidato l'orario antimeridiano, giudicato principale. Nel rilevare con rammarico il disimpegno nei confronti della scuola anche da parte degli enti locali, invita a rendere operativa la valutazione anche in termini monetari. Auspicando un confronto con la Commissione in ordine all'imminente regolamento sulla formazione del personale, ritiene altresì che l'insegnante unico rappresenti un impoverimento per la didattica atteso che ciascuna materia necessita di apprendimenti specifici. Si associa inoltre alla richiesta del senatore Rusconi di un chiarimento circa il modello introdotto nella scuola primaria rispetto alla "riforma Moratti", sottolineando la necessità di un approfondimento dal punto di vista pedagogico-didattico per valutare se il modulo basato su tre insegnanti può essere realmente considerato obsoleto. Al riguardo, nel lamentare la ristrettezza dei tempi che la Commissione ha avuto a disposizione per l'esame del decreto-legge n. 137, rinnova la richiesta di un dibattito nel merito con il Parlamento, tanto più che si avverte un diffuso bisogno di certezza nel Paese. Con particolare riferimento al voto in condotta, invita a valutare che il suo inserimento nella media di ciascuno studente rischia di determinare squilibri sul rendimento accademico solo in parte condivisibili. Concorda infine con la prioritaria esigenza di reinvestire nella scuola i risparmi conseguiti nel settore.
Il sentore VALDITARA ( PdL ) reputa che la relazione del Ministro smentisca l'allarmismo diffuso impropriamente nella stampa e nella scuola, augurandosi che vengano adottati gli opportuni provvedimenti nei confronti degli insegnanti che hanno boicottato la riforma e generato sterili disagi. Con riferimento alla scelta delle famiglie, sottolinea la distinzione tra il modello del maestro prevalente con le 30 ore settimanali, da un lato, e il modulo, dall'altro, atteso che quest'ultimo rappresenta una scelta didattica da modificare recuperando quella serietà che in passato alcuni esponenti del Centro-sinistra avevano rivendicato. In proposito, cita come esempio i risultati in matematica degli alunni delle scuole primarie, che appaiono assai deludenti negli ultimi anni rispetto al periodo in cui non era ancora stato introdotto il modulo dei tre insegnanti. Reputa altresì necessaria una seria specializzazione per quanto concerne l'insegnamento dell'inglese nella scuola primaria, che potrebbe trovare spazio proprio nell'imminente regolamento sulla formazione dei docenti. Nel concordare con l'intenzione di investire una parte dei risparmi per la valorizzazione dei docenti, domanda infine al Ministro in che modo sarà giudicata la qualità dei docenti, tanto più che le somme da destinare sono alquanto considerevoli.
La senatrice BASTICO ( PD ) ritiene che le informazioni rassicuranti fornite dal Ministro non corrispondano assolutamente ai provvedimenti assunti, generando gravi difformità che creano allarme nella scuola e nelle famiglie. Nel ribadire a sua volta l'opportunità di un confronto costante con il Parlamento sollecita il Ministro a fare chiarezza, deplorando l'assenza di un disegno di riforma. Pur riservandosi di approfondire la riforma del secondo ciclo, lamenta che fino ad ora la logica prevalente sia stata quella dei tagli la cui origine è rinvenibile nell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008; in proposito reputa insostenibili tali decurtazioni per la scuola se non a svantaggio della qualità. Precisa poi che il Governo Prodi aveva avviato una sperimentazione provinciale per la riorganizzazione selettiva del comparto, nella consapevolezza dell'esigenza di una razionalizzazione; fa presente altresì che i risparmi realizzati nelle province restavano a disposizione delle scuole e dei territori. Stigmatizza pertanto che, a fronte di un'iniziativa ragionevole e diversificata, il Governo abbia invece deciso di abbandonare detta sperimentazione e di operare tagli indiscriminati che incideranno pesantemente proprio sulle realtà che hanno fino ad ora prodotto risultati positivi come ad esempio l'Emilia Romagna e la Lombardia. Al riguardo deplora la riduzione dei docenti in alcune aree nonostante si registri un incremento della popolazione studentesca. Rispetto alle presunte conferme riguardanti il tempo pieno, rammenta che il Governo aveva promesso addirittura un incremento che risulta irrealizzabile stanti le attuali misure. Nel sottolineare la necessità di soddisfare le domande delle famiglie anche rispetto alla scuola dell'infanzia, paventa il rischio di una diminuzione delle ore nelle materie fondamentali quali ad esempio italiano, informatica e lingua straniera nella scuola secondaria di primo grado, mentre in quella di secondo grado, benché la riforma sia rinviata di un anno, si riducono comunque in maniera drastica i docenti. Quanto ai precari, nega che i tagli siano meno pesanti in quanto si registrano numerosi pensionamenti, atteso che questi ultimi non possono essere confusi con i posti in organico, oggetto di una brusca diminuzione. I tagli del personale, prosegue, impediscono infatti ad altri docenti precari di essere immessi in ruolo, con conseguenze assai gravi, considerato che non sono previsti ammortizzatori sociali. Puntualizza inoltre che sono vacanti circa 25.000 posti in organico rispetto ai quali le prossime assunzioni sono totalmente insufficienti. Domanda quindi l'opinione del Governo rispetto alla proposta del Partito democratico di introdurre un'indennità di disoccupazione per il personale della scuola che ha svolto nell'ultimo anno almeno 180 giorni di servizio, analogamente a quanto previsto per altri comparti. Invita poi il Ministro a ridurre l'entità dei tagli dei docenti e del personale ATA a partire dall'Abruzzo, nella prospettiva di ripensare le riduzioni regione per regione dando anche un segnale di solidarietà e coesione sociale. Chiede altresì l'elaborazione di un piano di sicurezza delle scuole con risorse effettive, suggerendo interventi straordinari per adeguare la situazione attuale alla normativa anti-sismica e lamentando il dimezzamento dei finanziamenti destinati a tale scopo. Quanto alla riforma del secondo ciclo, nel rammentare che fino ad ora non è stato fatto cenno ad un riordino degli istituti professionali, manifesta forte preoccupazione per l'intensa stipulata con la regione Lombardia, in quanto essa prefigura un passaggio dell'istruzione professionale alle regioni, sul quale il Partito democratico è contrario. Sollecita indi maggiori chiarimenti sul sistema dei licei nonché sulle "classi- ponte", domandando a tale ultimo riguardo se è previsto un tetto di alunni stranieri nelle classi. Nel lamentare la confusione e l'incertezza in cui versa il comparto, invoca infine più trasparenza e rispetto della legalità in merito all'attuazione del Piano programmatico e alla pubblicazione - non ancora avvenuta - dei regolamenti inerenti il primo ciclo, atteso che essi sono il presupposto giuridico per l'emanazione della circolare sulle iscrizioni e del decreto sugli organici. Il senatore PITTONI ( LNP ) auspica un confronto con la Commissione con riferimento all'imminente regolamento sulla formazione del personale della scuola.
Il senatore BEVILACQUA ( PdL ), augurandosi che al termine della legislatura la scuola possa diventare davvero meritocratica, segnala il disagio e la preoccupazione di alcuni territori rispetto ai recenti provvedimenti sull'istruzione, soprattutto in termini di possibili riduzioni di posti. Domanda inoltre se corrisponde al vero l'affermazione per cui nelle scuole primarie l'insegnante prevalente, in assenza di docenti specialistici, sia chiamato anche ad insegnare l'inglese e la religione. Chiede altresì se è previsto un piano per la sicurezza delle scuole, suggerendo uno studio specifico sulle realtà meridionali, tenuto conto che numerosi istituti sono collocati in edifici privati determinando così notevoli costi. Nel domandare l'orientamento dell'Esecutivo circa il proliferare dei progetti attuati nelle scuole, manifesta preoccupazione per il presunto decremento, pari a circa il 70 per cento, dei fondi assegnati alle scuole materne paritarie. Chiede infine al Ministro di chiarire la posizione dei dirigenti scolastici vincitori di concorso che abbiano rifiutato l'incarico, pur avendo acquisito legittimamente il titolo.
La senatrice ADERENTI ( LNP ), nel ringraziare il Ministro per le rassicurazioni rese alla Commissione, suggerisce di riattivare corsi di aggiornamento per i docenti onde fugare i dubbi circa le possibili difficoltà per gli insegnanti della scuola primaria di impartire tutte le discipline. In merito, precisa che anche i docenti più anziani nonché i laureati in scienze della formazione primaria, pur abilitati per l'insegnamento delle varie materie, potrebbero beneficiare del ripristino di tali corsi, sul modello di quanto avvenuto con la collaborazione dell'Indire in occasione della "riforma Moratti". Segnala inoltre con disappunto che molti dirigenti scolastici, invocando l'autonomia, hanno offerto ai genitori moduli di iscrizione diversi da quelli previsti dalla circolare ministeriale, impedendo alle famiglie di esercitare una scelta consapevole tra i quattro modelli orari proposti. Sollecita pertanto la valutazione dei dirigenti scolastici e dei docenti, nella prospettiva di fare emergere le responsabilità e premiare il merito. Invita inoltre il Ministro a superare le difficoltà tecniche registrate fino ad ora per l'assegnazione alle scuole delle risorse arretrate dovute ad esempio per il pagamento di supplenze brevi, per corrispondere agli oneri degli esami di Stato nonché per i compensi alle cooperative addette alle pulizie. Augurandosi a sua volta che i prossimi regolamenti siano discussi in Parlamento al fine di arricchire il dibattito sui contenuti, chiede maggiori dettagli circa le graduatorie ad esaurimento, che rappresentano un modello non diffuso nel resto d'Europa e che potrebbe creare perciò difficoltà alla libera circolazione dei docenti. Rivolge inoltre alcuni quesiti al Ministro circa i possibili provvedimenti inerenti la valutazione del voto in condotta per l'ammissione agli esami della scuola secondaria di primo grado, l'attuazione delle cosiddette "classi-ponte", nonché l'aumento incontrollato dei progetti nelle scuole, che rischiano a suo giudizio di polverizzare l'insegnamento con dispendio di risorse. A tale ultimo riguardo, nel ricordare che anche l'allora ministro Fioroni aveva tentato di ridurre il fenomeno dei "progettifici", reputa più utile utilizzare il Fondo di istituto per premiare i docenti migliori anziché realizzare attività non sempre coerenti con la mission della scuola.
Il senatore ASCIUTTI ( PdL ) manifesta soddisfazione per le affermazioni del Ministro, che hanno confermato quanto promesso dal Presidente del Consiglio, a dimostrazione del mantenimento degli impegni assunti dal Governo. Dopo aver stigmatizzato l'utilizzo improprio dell'istruzione come terreno di battaglia politica, ritiene che le cause della dispersione scolastica nella scuola superiore di secondo grado abbiano radici risalenti e non vadano affrontate erroneamente promuovendo tutti; occorre invece a suo avviso garantire la qualità del sistema, attribuendo la giusta severità allo studio senza fare demagogia. Deplora inoltre l'allarmismo ingiustificato in relazione all'accorpamento degli istituti, atteso che ciò danneggia il Paese e testimonia solo uno sterile scontro ideologico. Pur apprezzando le aperture del senatore Rusconi, reputa indispensabile un clima più pacato che consenta di lavorare sui contenuti, evitando accuse gratuite. Si compiace indi dell'aumento previsto del tempo pieno, sottolineando altresì che l'Italia ha accumulato un pesante ritardo nel sistema di assistenza sociale, rispetto al quale occorre innescare un meccanismo virtuoso per dare respiro ai precari. Giudica inoltre essenziale attribuire al personale ATA la responsabilità in vigilando , atteso che fino ad ora tali figure non hanno una chiara definizione dei rispettivi compiti. Concorda poi con l'esigenza di ridurre il numero dei progetti, i quali talvolta sono utilizzati per soddisfare esigenze personali o sindacali, evidenziando l'opportunità di valorizzare le discipline fondamentali, in ossequio alle finalità della scuola. Nel ribadire il suo favore per l'operato dell'Esecutivo, invita infine a considerare nella giusta prospettiva lo sforzo compiuto sugli organici, rilevando come spesso essi siano aumentati fittiziamente senza un reale riscontro sulla situazione effettiva della scuola.
Il senatore CERUTI ( PD ) paventa che il dibattito sulla dimensione organizzativa ed economica dei saperi, senz'altro cruciale, allontani l'attenzione dall'esigenza prioritaria di trasmettere i saperi stessi nella loro diversità ma anche nella loro unità. Non va infatti dimenticato che, nella società contemporanea, i ragazzi apprendono prevalentemente fuori dalla scuola, senza alcun governo pedagogico. Nel rammentare il lavoro svolto nella scorsa legislatura per la definizione di Indicazioni nazionali che semplificassero i saperi essenziali e consentissero al tempo stesso l'unificazione degli apprendimenti, chiede l'orientamento del Ministro al riguardo, soprattutto in vista della riforma della formazione degli insegnanti. In particolare, ritiene che le Indicazioni nazionali, così come elaborate nella scorsa legislatura, possano costituire un utile modello anche in sede europea. Agli intervenuti nel dibattito replica il ministro Mariastella GELMINI, la quale - in risposta ad alcune osservazioni dei senatori Rusconi, Mariapia Garavaglia e Aderenti - conferma il massimo rispetto per il ruolo del Parlamento e manifesta piena disponibilità ad intervenire ai lavori della Commissione ogni volta che sia ritenuto opportuno. Auspica tuttavia che tale confronto politico sia scevro dalla vis polemica che ha invece animato alcuni interventi nel dibattito odierno, atteso che ciò rischia di riverberarsi negativamente sugli utenti del servizio scolastico. In particolare, deplora che la senatrice Bastico abbia accusato il Governo di mentire sul tempo pieno, atteso che ciò diffonde preoccupazioni infondate nelle famiglie e mina la coesione sociale.
In una reve interruzione, la senatrice BASTICO ( PD ) nega di aver mai reso siffatta affermazione. Il ministro Mariastella GELMINI, riprendendo la propria replica, ribadisce che la polemica sul tempo pieno, protratta per mesi, ha generato ingiustificati allarmismi nelle famiglie. Si augura pertanto che le polemiche abbiano termine, atteso che la scuola ha bisogno di stabilità e punti di riferimento certi, anziché di una sistematica disinformazione. Ella conviene poi con la senatrice Mariapia Garavaglia che sarebbe preferibile garantire a tutte le scuole i requisiti necessari per richiedere il tempo pieno. Sottolinea tuttavia che si tratta di un compito che non spetta al solo Ministero di sua competenza, coinvolgendo in primo luogo la responsabilità delle autonomie territoriali. Al senatore Ceruti, che aveva invitato a non focalizzare l'attenzione sulla sola questione finanziaria, risponde indi che si tratta tuttavia di un problema reale, in assenza del quale certamente sarebbe più facile individuare l'organizzazione scolastica ottimale. L'istruzione deve tuttavia fare i conti con un bilancio modesto, oltretutto caratterizzato da sprechi e da una spesa in molti casi inefficace. Con riferimento alla esagerata proliferazione dei progetti, del resto già affrontata sia pure senza successo dall' ex ministro Fioroni, conviene che in alcuni casi si tratta di attività discutibili, che devono cedere il passo ad esigenze primarie. Conferma quindi di dedicare la massima attenzione, anche attraverso la riorganizzazione del Ministero, a recuperare risorse attraverso la razionalizzazione della spesa. A tal fine, ritiene tuttavia poco proficuo negare il problema delle risorse o rifiutarsi di affrontare il nodo dei meccanismi di spesa. Passando alle richieste di approfondimento sull'istruzione tecnica, conferma di essersi avvalsa del lavoro svolto nella scorsa legislatura, che con qualche affinamento entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico. Quanto all'edilizia scolastica, rileva che, negli ultimi trent'anni, l'Italia ha accumulato un ritardo impressionante. Appena insediata al Ministero, ella ha peraltro istituito un gruppo di lavoro specifico; rivendica altresì con soddisfazione l'importante intesa raggiunta in Conferenza unificata di cui ha dato conto in apertura dell'audizione. Per la prima volta, infatti, è stata superata la frammentazione delle competenze; inoltre, i 1.500 milioni di euro stanziati dal Governo, sia pure certamente insufficienti, rappresentano pur sempre un segnale importante. Auspica inoltre che le regioni rivedano la propria offerta formativa, riallocando risorse su queste tematiche piuttosto che su infiniti corsi di formazione senza adeguati sbocchi professionali. Con riferimento alla normativa antisismica, esprime indi l'auspicio già prossimo che il Consiglio dei ministri manifesti sensibilità nei confronti delle esigenze delle scuole, ad esempio con riguardo al "piano casa". Dopo aver confermato l'abolizione delle compresenze, salvo che durante il tempo mensa, conviene sull'esigenza di incrementare le attività di orientamento al fine di ridurre la dispersione scolastica. Anche in questo caso, invoca peraltro un'informazione trasparente e corretta, che non generi confusioni. Passando alla riforma della scuola secondaria, conferma l'esigenza di accelerare i tempi. Ritiene peraltro indispensabile un'efficace attività di valutazione, in piena autonomia non solo dal Ministero ma anche dalle organizzazioni sindacali. Ciò, al fine di un'efficace valorizzazione del merito. Rispondendo indi alle domande sulle "classi-ponte", precisa che si tratta di una misura niente affatto volta alla discriminazione, bensì alla piena integrazione degli alunni stranieri. Questi ultimi infatti, soprattutto se in età adolescenziale e inseriti in un contesto familiare che non parla la lingua italiana, incontrano notevoli difficoltà di apprendimento e necessitano di interventi mirati. A tal fine, ritiene che anche l'educazione civica possa essere di grande aiuto. Quanto all'insegnamento dell'inglese, conviene che le 150 ore attualmente previste per la formazione dei docenti non siano sufficienti. Preannuncia pertanto un apposito piano di aggiornamento per le scuole elementari che consenta una preparazione più idonea. Dopo aver assicurato che il Ministero ha allo studio misure adeguate per corrispondere gli arretrati cui le scuole hanno diritto, si sofferma sul tema del precariato, ribadendo l'esigenza di chiudere l'esperienza delle SSIS a fronte della messa ad esaurimento delle graduatorie. Anche in questo caso, invita tuttavia a non diffondere cifre inesatte al solo fine di generare allarmismi. Al senatore de Eccher precisa indi che le ore sono effettivamente di 60 minuti. Non ritiene peraltro che la qualità della scuola risulti incrementata in corrispondenza di un aumento delle ore o della quantità dei compiti. Oltre un certo limite, crolla infatti il livello di attenzione e di apprendimento degli alunni. Conclude ribadendo l'impegno del Governo a migliorare l'offerta formativa affrontando con coraggio i profili di maggiore problematicità, fra cui in primo luogo la riqualificazione della scuola. |