Comitati precari:
no ai contratti di disponibilità

da Tuttoscuola, 25 agosto 2009

Il Coordinamento Precari Scuola (CPS), che riunisce una ventina di organizzazioni operanti a livello nazionale e locale, fa sapere in un suo comunicato di ritenere "assolutamente insufficiente la proposta elaborata dal Governo d'istituire, tramite accordi specifici con le singole regioni e con le forze sindacali, i cosiddetti contratti di disponibilità".

Le ragioni della contrarietà del CPS ad una soluzione che è stata invece considerata positivamente dai maggiori sindacati della scuola sono le seguenti:

1) il futuro lavorativo degli insegnanti ed ATA e la loro possibilità di lavorare o di percepire un reddito nel periodo di disoccupazione dipenderebbe dalle singole scelte delle regioni ed dai fondi che queste ultime decidono di investire per finanziare i contratti;

2) dai contratti verrebbero completamente tagliati fuori tutti coloro che, o per scelta o per necessità, hanno lavorato per uno o più anni nella scuola tramite le supplenze d'istituto;

3) da questi contratti sarebbe escluso tutto il personale ATA.

4) è irrazionale che il governo invece di assumere a tempo indeterminato i lavoratori che quotidianamente operano nella scuola, garantendo una migliore qualità dell'istruzione e una continuità didattica per gli studenti, sottragga miliardi di euro dalla scuola pubblica statale per poi far pagare alle regioni uno stipendio per posti che in realtà sono liberi e disponibili.

"La priorità per tutti è quella di lavorare nel contesto migliore possibile", conclude il comunicato. Perciò il CPS chiede:

"- il ritiro dei tagli di cui è stata oggetto la Scuola Pubblica Statale;

- l'assunzione a tempo indeterminato sui tutti i posti vacanti e disponibili;

- l'aumento dei finanziamenti per la scuola pubblica e statale".