La Lega attacca: nuovo inno italiano.
Dialetto a scuola, Calderoli: legge pronta

Pdl: dialetto non è nel programma, l'inno non si cambia
Idv: nella "Roma ladrona" è la Lega che comanda

Il Messaggero, 16.8.2009

ROMA (16 agosto) - «L'anno scorso a Ferragosto ho portato la bozza del federalismo fiscale che in meno di un anno è diventata legge. Oggi Bossi ha in mano la bozza di legge sui dialetti e vi garantisco che non durerà tanto di più per diventare legge»: lo ha detto il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, che oggi ha raggiunto a Ponte di Legno Umberto Bossi. «Nel 2006 - ha detto Calderoli - avevamo presentato una proposta di legge costituzionale perché ci fosse la tutela delle lingue locali e dei dialetti e anche della lingua italiana. Oggi infatti la lingua italiana è il dialetto romanesco che ci passa la Rai». Calderoli è ritornato sulla polemica delle scorse settimane sull'esame di dialetto per gli insegnanti: «Noi vogliamo un esame per far sì che chi prende 110 e lode a Reggio Calabria venga riqualificato rispetto all'80 che arriva a Milano o a Brescia».

Calderoli: nessun ricatto al governo. «Nel governo non c'è nessun ricatto, nessuna golden share della Lega - ha detto Calderoli - Abbiamo solo il peccato di avere avuto un grande maestro che ci ha insegnato e ci ha fatto capire che cosa vuol dire lavorare e fare andare la testa. Mentre loro sono in vacanza ai tropici noi stiamo a casa a lavorare e a preparare le leggi. C'è chi sostiene che nel governo comanda solo la Lega. Non è un peccato avere idee e ideali quando c'è chi, come unica proposta, ha fatto quella di dare la cittadinanza agli immigrati dopo 5 anni. Questi sono fuori di melone». Calderoli è tornato sulla possibilità delle Regioni di avere le loro bandiere: «Se qualcuno ha dei problemi doveva evitare di scrivere nell'articolo 114 della Costituzione che la Repubblica è costituita da Comuni, Province, Regioni, Città metropolitane e Stato. L'hanno messo per ultimo, forse non a caso». Calderoli ha quindi assicurato che la Lega è disponibile ad affrontare la questione meridionale: «Prima però si affronta quella settentrionale».

Bossi: l'inno italiano non lo conosce nessuno. «Quando cantiamo il nostro inno, il "Và pensiero", tutti lo cantano perché tutti conoscono le parole, non come quello italiano che nessuno conosce» ha detto oggi Umberto Bossi parlando alla festa della Lega di Ponte di Legno. Secondo Bossi, il fatto che più gente conosca le parole del Và pensiero significa un maggiore attaccamento alla Lega «perché la gente ne ha piene le storie».

«Oggi Barbarossa abita a Roma». «Il nuovo potere e il Barbarossa oggi abitano a Roma e con questo film vogliamo lanciare un messaggio a Roma ladrona: non esagerare - ha detto Bossi dopo la proiezione di un trailer sul film "'Barbarossa" che verrà proiettato in anteprima il 2 ottobre al Castello Sforzesco a Milano. Bossi ha invitato a partecipare alla prima del film: «Vi regaleranno un libro che metterete nel posto più bello della vostra casa e quella serata non la dimenticherete. Vedrete la storia del grande popolo padano che è sempre stato schiacciato dal dominio del centralismo romano».

Bossi: preferisco Napolitano a Ciampi. Bossi, che nei giorni scorsi ha espresso il suo apprezzamento per Pierluigi Bersani, candidato alla segreteria del Pd, non ha nascosto la sua ammirazione per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Preferisco Napolitano a Ciampi - ha detto Bossi - Napolitano è sempre stato ragionevole, non si è mai opposto al governo». Bossi ha quindi ricordato che con il Capo dello Stato è stato possibile dialogare. «E' una cosa importante - ha detto - perché è lui che firma le leggi. Per fortuna che il governo non l'ha mai avuto contro. Il presidente della Repubblica deve essere il più possibile neutro».

Napoli (Pdl): «Dialetto? Non è nel programma di governo». «La Lega ritiene che vada introdotto lo studio del bergamasco o del dialetto della Val Trompia nella scuola. Io sono personalmente e serenamente contrario - dice il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli - Non solo questo punto non fa parte del programma di governo (e già questo basterebbe). Ma sono contrario per la semplice ragione che i futuri imprenditori della Val Brembana faranno ottimi affari a Pechino o a Mosca o a New York a condizione che sapranno esprimersi in inglese. Pensare invece che il dialetto sia un prerequisito per ammettere un insegnate in graduatoria o ammettere un alunno in una classe, lo trovo inutilmente eccentrico».

Gasparri (Pdl): nessuno cambierà l'inno. «Non sopravvaluto le attività di tradizionale propaganda estiva di Bossi e della Lega. Nessuno cambierà l'inno nazionale - dice il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri - Per quanto riguarda il "Và pensiero" di Verdi è un brano lirico denso di patriottismo. Bossi resterà forse deluso del fatto che era una della arie musicali che precedevano sulle piazze i comizi di Giorgio Almirante. Siamo cresciuti ascoltandolo quando la Lega non esisteva ancora. Verdi, poi, è stato uno dei riferimenti culturali del Risorgimento. Nessun musicista richiama l'unità nazionale più di lui».

Rotondi: l'inno non è in discussione. «L'inno nazionale non è in discussione, anche se la discussione in sé sarebbe democraticamente lecita, tanto più che si è fatta più volte nella storia» commenta il ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, che, per quanto riguarda la questione "dialetto", aggiunge: «L'ho già detto in un'altra occasione: il dialetto a scuola è una boutade estiva. Tanto per restare in tema, proponiamo alla Gelmini l'introduzione del napoletano in tutte le scuole. In fondo, dopo l'inglese è la lingua internazionale per eccellenza».

Merlo (Pd): le sparate della lega sono come il calcio d'agosto. «Inseguire le uscite della Lega a cavallo di Ferragosto è come prendere sul serio il calcio d'agosto»: lo afferma in una dichiarazione Giorgio Merlo (Pd). «Normalmente le partite amichevoli estive - aggiunge il parlamentare - lasciano il tempo che trovano, se non per tenere in allenamento le truppe, cioè i tifosi, che devono regolarmente abbonarsi. Lo stesso vale per la Lega e i suoi dirigenti. Una sparata al giorno per tenere su il morale alle truppe, tanto "domani è un altro giorno".

Belisario (Idv): nella Roma ladrona è la Lega che comanda. «E' la Lega che oggi comanda - commenta il presidente dei senatori Idv, Felice Belisario - La Roma ladrona che Bossi richiama alle sue feste di piazza ogni estate, è rappresentata dalla maggioranza di governo di cui il Carroccio è parte sostanziale, visto che il suo potere di ricatto sull'esecutivo è totale. La classe dirigente leghista condivide attivamente tutte le porcherie del presidente del Consiglio, le vota, e da partito del popolo si sta trasformando sempre più in partito amico dei poteri forti. Non solo, le porcherie Bossi spesso le impone, come vorrebbe fare con le gabbie salariali che niente hanno a che fare con il federalismo».

Donadi (Idv): Bossi e Calderoli rispettino l'inno. «Due ministri della Repubblica come Bossi e Calderoli dovrebbero avere maggior rispetto per l'inno nazionale - dice il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi - Gli regaleremo un cd con l'inno nazionale, così anche loro potranno impararlo. Aggiungeremo anche un bel vocabolario d'italiano, in modo che la nostra lingua non rappresenti più un ostacolo. Il caldo agostano ha sicuramente influito sulle parole di Bossi e sulle dichiarazioni dei leghisti di questi ultimi tempi. Affermazioni, quindi, che non vanno prese troppo sul serio. Da chi è ministro della Repubblica e ha giurato sulla Costituzione, però, c'è da aspettarsi un minimo di saggezza e responsabilità in piu. Anche ad agosto. La ricchezza dei dialetti è un patrimonio di tutti, ma questi non si valorizzano certo infangando i valori nazionali».

Storace: da Bossi sceneggiata pericolosa. «E' intollerabile che un ministro continui a gettare fango sui simboli dell'unità nazionale - dice Francesco Storace, segretario della Destra - Ora Bossi se la prende anche con l'inno. Quando cesserà questa sceneggiata molto pericolosa?».