Le più recenti ricerche lo confermano
Più istruzione significa più sviluppo economico

da Tuttoscuola, 9 agosto 2009

Il binomio tra scuola ed economia, da sempre considerato inscindibile, e spesso indicato a supporto di molte recenti riforme varate in Italia dai ministri dell'istruzione, stenta nella realtà a realizzarsi.

«Esiste un dato consolidato, per certi aspetti scontato, che dice che più la gente sta a scuola e più il paese si sviluppa», sostiene in estrema sintesi, in una intervista a La Stampa, il prof. Daniele Checchi, docente di economia dell'istruzione all'Università Statale di Milano, preside di Scienze politiche, redattore della Voce.info, tra gli estensori del "Quaderno bianco" sulla scuola.

Le più recenti ricerche internazionali, come quelle degli economisti americani Eric Hanusheck e Ludger Woessmann, confermano la correlazione, anche se non si spingono a fare quantificazioni. Una conferma la si può trovare anche in Italia, dice Checchi: "oggi in Italia chi studia al Sud esce dalla scuola con competenze inferiori a chi studia al Nord, lo confermano le indagini, ebbene, se è immaginabile che questa disparità esisteva anche trent'anni o quarant'anni fa, ecco spiegato il forte divario economico Nord-Sud».

La scuola italiana, osserva l'economista, che collabora anche con l'INVALSI,"manca di comparabilità. Sulla carta offre le medesime possibilità a tutti, sulla carta una laurea conseguita in un'università al Nord ha lo stesso valore di una conseguita al Sud, sulla carta l'iscrizione all'università è aperta a un liceale tanto quanto a uno studente di un istituto professionale. Ma nella realtà chi si laurea al Sud non ottiene sul mercato del lavoro lo stesso riconoscimento economico di chi si laurea al Nord perché le due università danno formazioni diverse e, dati alla mano, all'università si iscrivono quasi tutti i liceali e quasi nessuno che esce da un istituto professionale. Ecco, in Italia resistono troppe dichiarazioni di principio non verificate nella realtà: è ora di cambiare".

Molti dei ritardi e delle contraddizioni della scuola italiana di cui si parla in questi giorni (dall'esito degli esami di Stato agli squilibri nella condizione del personale) sono stati segnalati anche da Tuttoscuola nel suo primo "Rapporto sulla qualità nella scuola italiana", pubblicato due anni fa, e saranno oggetto di analisi e di valutazione comparativa nella seconda edizione del Rapporto, in preparazione per il prossimo mese di settembre.