Dopo la prova Invalsi. da Tuttoscuola, 11 agosto 2009 Non da oggi la scuola del Sud (e delle Isole) è oggetto di critiche per una serie di situazioni non molto positive relative ai servizi, alle strutture e agli esiti scolastici. Mai come ora, però, la scuola meridionale, nell'arco di un mese, era stata oggetto di un fuoco incrociato di critiche e di accuse. Aveva cominciato Vicenza con un sorta di veto (condiviso soprattutto da esponenti della destra) nei confronti dell'assunzione dei dirigenti scolastici provenienti da graduatorie meridionali. Qualche giorno dopo, quando gli echi di quella mozione antisudista non si erano ancora spenti, una deputata leghista presentava la proposta del test selettivo nei confronti dei docenti da assumere al Nord per evitare l'arrivo massiccio di insegnanti meridionali non conoscitori della cultura locale e del dialetto. Alla proposta faceva seguito la previsione di privilegiare docenti della stessa regione e di pretendere l'obbligo di residenza (con il ministro favorevole) per evitare la discontinuità del servizio con ritorno dei docenti alle terre di origine (al Sud). Poi è arrivato (ma è una conferma) il boom delle lodi e dei 100/100 dei diplomati negli istituti meridionali con l'accusa ai commissari d'esame di essere molto comprensivi e disponibili verso i loro studenti.
Ed ora, come
ciliegina sulla torta (ma anche questa è una conferma), sono
arrivati i dati ufficiali dell'Invalsi sulla prova nazionale
dell'esame di licenza. Un dato, quest'ultimo, che, per la sua oggettività, indirettamente sconfessa anche gli elevati livelli dei risultati, con valutazione molto discrezionale, della maturità. È facile prevedere che la questione della scuola meridionale, oggi oggetto di critiche sui mezzi di informazione, diventerà motivo di scontro politico. |