Il 24enne ancora sedato e assistito, ma c'è speranza che sopravviva
I pediatri chiedono di ritardare l'entrata in classe.
Il ministro: "No, situazione sotto controllo"

"Influenza, meglio ritardare le scuole"
Il parere dei pedriatri, ma la Gelmini frena

 la Repubblica 30.8.2009

MILANO - Mentre migliorano le condizioni del giovane di 24 anni ricoverato per il primo caso grave di influenza A in Italia, è dibattito sull'apertura delle scuole. I pediatri chiedono che sia posticipata temendo il picco del contagio, ma il ministro Gelmini rassicura: "Nessun rinvio, la situazione in Italia è sotto controllo".

Migliora il giovane ricoverato. E' ancora sedato, in coma farmacologico, ma le condizioni del parmigiano di 24 anni rioverato a Monza stanno lentamente migliorando. Luciano Bresciani, assessore regionale alla sanità della Regione Lombardia: "La situazione rimane ancora grave - specifica - ma siamo in condizioni di progressivo miglioramento e le speranze che il giovane sopravviva aumentano. Il fatto che le condizioni migliorino esprime il fatto che gli elementi positivi nel decorso della malattia, in contrapposizione a quelli negativi, siano maggiori, anche se una complicanza può sempre succedere. Il paziente rimane insomma ancora grave, ma c'è qualche ulteriore speranza". Infatti, come precisa il bollettino medico della direzione generale e sanitaria, "gli scambi gassosi e la funzione renale, pur rimanendo gravemente alterate, hanno evidenziato un lieve miglioramento. Il paziente rimane sedato e assistito con i supporti extracorporei necessari per sostenere le funzioni vitali. La prognosi rimane riservata".

I pediatri: "Rinviamo l'apertura delle scuole". Nel frattempo la Federazione italiana dei medici pediatri fa sapere che chiederà al tavolo tecnico del ministero della Salute di "prendere in seria considerazione" l'ipotesi di chiudere le scuole, la cui apertura è prevista a scaglioni a partire dal 14 settembre, per contenere la diffusione del virus. Lo ha detto il presidente Giuseppe Mele, precisando che la Federazione chiederà esplicitamente anche che il ministero dell'istruzione sieda al tavolo tecnico, al quale al momento non partecipa, "nell'ottica del maggior coordinamento possibile".

"Qualunque misura che possa ridurre l'esposizione e il contagio di questo virus - spiega Mele - può e deve essere tenuta in considerazione". La chiusura delle scuole potrebbe, in questo senso, essere strategica: il virus, spiega l'esperto, ha un tasso di incidenza "estremamente alto, tra il 30% e il 50%. Questo significa che se lo potrebbe prendere un italiano su tre". Questo in termini assoluti, in termini relativi, invece, visto che il principale gruppo di rischio è quello tra i 7 mesi e i 27 anni, in quella fascia d'età "l'incidenza sarà ancora maggiore, e si tratta proprio della fascia d'età di chi va all'asilo, alle elementari, alle medie, ai licei e all'Università".

Il ministro Gelmini frena. "Al momento non è previsto nessun rinvio dell'apertura dell'anno scolastico, in quanto in Italia attualmente non ci sono le condizioni perchè si renda necessario un provvedimento di questo tipo". Lo afferma il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. "E' importante, comunque - aggiunge - non sottovalutare la situazione e proseguire nel continuo confronto anche con gli altri Paesi europei. In ogni caso il Governo, grazie alla stretta sinergia tra ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, ha elaborato un piano di intervento per fronteggiare possibili evoluzioni della situazione che al momento resta sotto controllo".