È POLEMICA SUI RINCARI PER MEDIE E LICEI

Costa 800 euro mandare un figlio a scuola

La denuncia delle associazioni dei consumatori
"Aumenti del 16% su libri, quaderni e zainetti"

Maria Grazia Bruzzone, La Stampa 25.8.2009

ROMA
Come ogni anno, al riaprirsi delle scuole le associazioni dei consumatori denunciano il rincaro dei libri che peseranno sui bilanci delle famiglie italiane già erosi dalla crisi. Aumenti del 3-5%, secondo Federconsumatori e Adusbef, che crescono anche oltre il 5% considerando l’acquisto di penne, matite, diari e zaini, magari di marca e costosissimi. A diminuire sarebbero solo i grembiuli, già rincarati al massimo quando l’anno scorso sono diventati obbligatori. Secondo i calcoli delle associazioni dei consumatori, soltanto per i testi scolastici ogni famiglia dovrà sobbarcarsi una spesa media di 450 euro l’anno per ogni figlio (7-800 euro comprendendo tutto il resto). Ciò a dispetto dei provvedimenti presi dal ministro Mariastella Gelmini, e già dal suo predecessore di centro-sinistra Giuseppe Fioroni, per contenere i continui rincari degli editori. Questi ultimi peraltro contestano le cifre delle associazioni consumatori e parlano di aumenti «fisiologici» nell’ordine dell’1%.

Polemico anche il ministero. Fa sapere che dai monitoraggi in corso risulta che nel 2008 l’80% delle scuole ha rispettato i tetti complessivi di spesa fissati da viale Trastevere per le scelte dei libri da parte degli insegnanti. E coi nuovi provvedimenti già adottati, che obbligano gli insegnanti a scegliere testi che non cambieranno per 5 anni nelle scuole primarie e per 6 anni in quelle secondarie, nei prossimi tre anni le famiglie dovrebbero addirittura spendere il 30% in meno. Non solo. Già da quest’anno viene chiesto ai professori di individuare preferibilmente libri disponibili, interamente o in parte, su Internet. Anticipando l’obbligo dal 2011 per il collegio dei docenti di imporre agli studenti esclusivamente testi scaricabili dal Web (i famosi libri elettronici o e-book) o misti.

I consumatori restano sulle loro posizioni, certi che i tetti ministeriali verranno sforati. Secondo l’Adoc lo farà il 51% delle scuole superiori, considerando il primo anno di frequenze. La spesa media per il primo anno di liceo dovrebbe essere di 335 euro, il 14,3% in più del tetto fissato (secondo altre stime si arriverebbe a 500 euro). Mentre gli istituti tecnici spenderanno il 10,9% in più, i professionali il 9,2% e le scuole medie l’8,3% più del tetto, cioè 310 euro. «Il ministero fissa i tetti, ma gli istituti poi li aggirano coi libri “consigliati”», denuncia l’Adiconsum. E fa un esempio, citando una sezione di un noto liceo romano, dove tra i libri consigliati ci sono la grammatica inglese, il libro di geografia, e i testi con le versioni di greco e latino. Cosicché il tetto dei libri obbligatori non supera i 320 euro indicati dal ministero.

Le associazioni dei consumatori invitano le famiglie a denunciare questi trucchi al ministero o alle stesse associazioni. E intanto consigliano di aggirare gli aumenti ricorrendo all’usato. «Acquistate libri usati, si risparmia anche il 50% sul prezzo di copertina», suggerisce il Codacons. E sostiene che dovrebbe essere lo stesso ministero a incitare le scuole a favorire gli scambi dando vita a bacheche e bancarelle interne.

«Oltre ad aver introdotto i tetti, noi avevamo promosso la creazione di cooperative di genitori, studenti e scuole perché chiedessero finanziamenti al ministero per l’acquisto dei libri - ricorda l’ex ministro Fioroni -. Avevamo anche dato disposizioni per far acquistare i testi direttamente dagli istituti, che li avrebbero ceduti agli studenti in comodato d’uso a un costo bassissimo e poi restituiti a fine anno, pronti per passare di mano. In Lombardia, Veneto, Campania ci stavano provando». L’ex ministro ricorda anche che la strada da lui intrapresa era stata quella dei libri gratis per tutta la scuola dell’obbligo, fino a 16 anni. «Lo avevamo fatto per le famiglie con un reddito basso, fino ai 20.000 euro. Ma con la crisi, dall’opposizione, abbiamo chiesto di estendere la gratuità alle famiglie sotto i 90.000 euro: sarebbe costato solo 600 milioni».

Quel che più preoccupa Fioroni però è l’idea del libro scaricato dalla rete, magari solo nel numero di pagine utili al corso, che vede come «una barbarie, frutto di quella cultura che conosce solo ciò che deve, neanche ci si preparasse per un gioco in tv. Il libro - insiste l’ex ministro - è un elemento di conoscenza da preservare integro. Si comincia a dire che costa, si consiglia di scaricare la quota pagine che serve e si finisce per sottrarre allo studente la potenzialità del testo da sfogliare, sul quale incuriosirsi e appassionarsi, magari in un campo tutto diverso».