Istruzione, i conti delle famiglie
F. Sch.
La
Stampa 25.8.2009
IL PRESIDENTE DELLA
FEDERAZIONE CARTOLAI
"La colpa è dei genitori che cedono alle griffe"
Ma chi mette in giro queste voci? Mi
sembra assurdo». Luigi Del Marro, presidente della Federazione
nazionale cartolai, contesta i calcoli di alcune associazioni di
consumatori, che lanciano l’allarme: con il rientro a scuola, i
genitori potrebbero arrivare a sborsare fino a 900 euro per un
allievo, tra libri e materiale didattico.
Alcune associazioni parlano di rincari
fino al 16% su zainetti, diari, astucci di marca...
«C’è un distinguo da fare, tra marca e griffe: la marca è
un prodotto noto di fabbricazione garantita. La griffe è legata a un
designer, o a esclusive particolari, che hanno costi determinati
dalle licenze usate. Spesso i genitori si lasciano convincere dai
bambini, che chiedono e vogliono oggetti promossi dalla televisione:
se quando si va a comprare il materiale scolastico il bambino vuole
lo zaino o l’astuccio griffato e il genitore si lascia convincere,
non è un problema di aumento di prezzi».
Per mamme e papà che non vogliono
spendere troppo ci sono alternative?
«Certo. Intanto, ogni cartolaio propone gamme diversificate di
prodotto, per clienti diversi. E poi, anche quest’anno, per il
settimo anno consecutivo, c’è il progetto “Scuola Kit”. Prevede un
vasto assortimento di prodotti di marca, diverso per elementari,
medie e superiori, dallo zaino ai quaderni all’astuccio. Tutto al
prezzo di 19,90 euro».
Ma forse non in tutte le cartolerie si
trova una proposta così vantaggiosa...
«Il progetto è promosso dalla Federazione nazionale cartolai, e
aderiscono centinaia, forse migliaia di cartolerie in tutta Italia.
Lo “Scuola Kit” viene allestito al momento, in base alle esigenze
del bambino, con prodotti non griffati che il negoziante può
proporre. C’è anche la possibilità di farlo personalizzato: prendete
materiali di qualità e decoratelo voi. Così il bambino può diventare
lo stilista di se stesso. E il prezzo, che può subire solo
leggerissime oscillazioni, è fermo da tre anni: come fanno a dire
che ci sono sempre aumenti?».
Quindi, qual è il suo consiglio per
genitori che non vogliono uscire con le tasche vuote dalla
cartoleria?
«Convincete i vostri figli a non farsi guidare dai media, dalla
pubblicità, dalla televisione, ma acquistate loro prodotti di marche
di qualità».
IL PRESIDENTE
DELL’ASSOCIAZIONE EDITORI
"Allarmismo ingiustificato i nostri prezzi sono stabili"
Ogni anno parte la campagna sui prezzi
rincarati e si rincorrono cifre incredibili. Poi l’Istat ci dà
sempre ragione: l’aumento è al di sotto del livello d’inflazione»,
sospira Ulisse Iacomuzzi, presidente del gruppo educativo
dell’Associazione Italiana editori.
Alcune associazioni di consumatori
parlano di aumenti dei libri di scuola fra il 3 e il 5 per cento; il
ministero dell’Istruzione dice che, grazie ai suoi provvedimenti, la
spesa nei prossimi tre anni calerà del 30 per cento...
«Quest’anno l’aumento sarà intorno all’1%, un aumento fisiologico,
dato da costi come carta e trasporto. Piuttosto, quello che stupisce
è che i costi per l’istruzione non siano detraibili dalle tasse. Lo
dico da genitore: posso detrarre le spese del veterinario del gatto
e non quelle per l’istruzione dei miei figli».
Il ministero ricorda tra le
novità introdotte gli e-book, scaricabili in tutto o in parte da
Internet.
«Saranno obbligatori dall’anno scolastico 2011-2012, ma già da
quest’anno alcuni editori hanno presentato edizioni miste tra
cartaceo e web. L’aggiornamento sarà a pagamento, e bisogna
ricordare che, mentre sugli acquisti on line l’Iva è del 20%, sui
libri è del 4%. Noi editori, che ci stiamo impegnando con grossi
investimenti, siamo preoccupati: vediamo il rischio di produrre
materiali multimediali senza avere da parte della scuola una
formazione adeguata dei docenti».
Altra novità rivendicata dal
ministero: stesso libro per cinque anni alla scuola primaria, per
sei in quella secondaria.
«Questa scelta aumenta il mercato dell’usato, che per gli editori
comporta una perdita tra il 35 e il 40%. E so anche di prese di
posizione di alcuni docenti che vorrebbero poter cambiare libro. E
poi, vede, un testo non è un libro qualsiasi: si tratta di volumi
autoriali, con un punto di vista e un’impostazione. Bloccare
l’adozione per tanti anni è come dire: “Tanto i libri sono tutti
uguali”».
In questo modo però si evita che ci
sia chi fa il furbo: cambia una paginetta e impone una nuova,
costosa, edizione...
«Come editori abbiamo un Codice di autoregolamentazione che
impone, per una nuova edizione, il 30% di cambiamento. E da
un’analisi che abbiamo fatto, risulta che sulle novità in uscita sul
mercato scolastico, solo il 4% sono nuove edizioni».».