Asiago, il cimbro arriva alle elementari

Da settembre sarà materia di insegnamento.
I docenti: «Così conserviamo le tradizioni»

di Elfrida Ragazzo, Il Corriere del Veneto 12.8.2009

VICENZA — «Guuten morgont, leeraren, bia steet-ar?». All’inizio forse sarà un po’ destabilizzante per gli alunni dell’Altopiano, ma piano piano cominceranno ad abituarsi a salutare l’insegnante con «buongiorno maestra, come sta?» in una lingua che fa parte delle loro origini e che i loro bisnonni parlavano abitualmente. Il cimbro entrerà nelle classi di terza, quarta e quinta elementare della direzione didattica di Asiago probabilmente già il prossimo anno scolastico, con tanto di libro di grammatica di accompagnamento. Una vera e propria materia d’insegnamento (per chi vorrà sceglierla): dopo anni e anni di insistenza è una delle principali battaglie che sta per vincere l’Istituto di cultura cimbra di Roana. «Sono circa trent’anni — spiega Sergio Bonato, presidente dell’istituto — che ne parliamo. Alcune sperimentazioni sono state fatte, come i momenti di musica o le fiabe e le filastrocche raccontate agli alunni, ma ora diventa ufficiale ». Non si tratta di una proposta dal sapore politico collegata alle recenti volontà di portare il dialetto in classe, ma di un’iniziativa di tipo culturale e dell’ennesimo tentativo di «non far scomparire del tutto le nostre origini e le nostre tradizioni». L’istituto ci sta provando in vari modi: con il festival estivo, con la messa celebrata in «lingua» in alcune occasioni, con i corsi indirizzati agli adulti e con varie pubblicazioni. Tuttavia, non sembra mai abbastanza per far tornare in uso l’idioma portato nell’Altopiano dei Sette Comuni dai bavaresi e da altri popoli germanici che intorno al Mille cominciarono a colonizzare la zona. «Ci sono solo pochissimi anziani — sottolinea Bonato — che ancora parlano il cimbro come lingua madre. Alcuni adulti lo hanno appreso e conoscono i modi di dire».

Potrebbe essere quindi proprio la scuola a far tornare in uso la lingua. Su proposta dell’Istituto di Roana, la direzione didattica di Asiago già dalla prossima campanella potrebbe far partire i corsi di cimbro, inseriti nell’educazione linguistica e alla cultura del luogo. Del resto, quella che oggi può apparire un dialetto dei nonni è stata in realtà la principale lingua parlata un tempo, capace di estendersi sia verso la Lessinia, nel Veronese, che verso la pianura vicentina. Tanto che, nella «Historiae» che lo storico Ferretto dei Ferretti pubblicò nel 1330, la città di Vicenza era definita Cymbria. I primi ad avvicinarsi a questo tedesco antico saranno gli insegnanti. Un corso, programmato dall’istituto di Roana, è già stato fatto, mentre a settembre ne partirà un altro che vedrà come protagonisti quei professori che poi in classe parleranno il cimbro ai piccoli studenti. «Vogliamo tenere in vita questa lingua che sta per morire e iniziamo con un corso di aggiornamento per docenti», spiega Umberto Patuzzi, insegnante di tedesco nel Bassanese, esperto di cimbro. Suo è il testo di riferimento che useranno maestre e alunni. Si chiama «An minzig Tzimbris» (un po’ di cimbro) e attraverso situazioni di vita quotidiana punta a far apprendere i più frequenti modi di dire, come se a un qualsiasi turista capitasse di avventurarsi per l’Altopiano e dovesse chiedere dove si trova un monumento. Ora, però, ad essere turisti di una lingua che sta per morire sono gli stessi abitanti dell’Altopiano. Perso quell’idioma che si parla nella vicina Luserna, in Trentino, lo potranno recuperare a scuola.