Dialetto a scuola, la Lega annuncia battaglia
Il Messaggero,
13.8.2009
ROMA (13 agosto) - La Lega torna a
insistere sulla questione dell'insegnamento dei dialetti e delle
tradizioni regionali. «Gli idiomi locali devono far parte del
processo formativo degli studenti entrare nei programmi scolastici
insieme alle nozioni della cultura locale», scrive il capogruppo del
Carroccio alla Camera, Roberto Cota, in un articolo scritto in
piemontese che verrà pubblicato domani sulla «Padania». Cota fa
l'esempio della Catalogna e ricorda che il piemontese viene già
insegnato in alcune scuole del Piemonte come materia facoltativa
fuori dall'orario scolastico.
Il ministro per le Politiche agricole Luca
Zaia, parlando della Rai spiega che l'azienda pubblica
«dovrebbe farsi carico come dovrebbe fare la scuola di una battaglia
culturale tesa a salvaguardare le identità nazionali».
«Penso che l'introduzione del dialetto
nelle scuole italiane sia una strada non percorribile per
due motivi - replica il linguista e filologo Luca Serianni - Il
primo è legato alla varietà di dialetti presenti in ogni regione.
Quale scegliere dunque, quale il migliore, il più idoneo».
Attacca l'assessore al Diritto allo studio
e al Sud della Regione Puglia, Gianfranco Viesti che
chiede di fermare lo «stillicidio di provocazioni» della Lega.
«Sono per la cultura locale, per conoscere alcune parole in
dialetto, ma non per gli idiomi locali tout court aggiunge
l'assessore regionale all'Istruzione e alla Cultura del Friuli
Venezia Giulia, Roberto Molinaro (Udc).
Un sì alla proposta della Lega arriva
invece da Vittorio Sgarbi: «Sono favorevole
all'introduzione dello studio del dialetto nelle scuole italiane.
Un'operazione culturale perché oggi i dialetti sono un patrimonio da
salvaguardare come il nostro artigiano, le nostre tradizioni più
antiche».