Lode al merito

 ScuolaOggi 6.8.2009

Un gran passo in avanti. Il programma per la Valorizzazione delle eccellenze voluto dal Ministro Fioroni nel 2007, dpr n.262 del 23 gennaio 2007, ha confermato anche quest’anno l’importanza e il valore del riconoscimento del merito tra gli studenti. Sono 3.529 gli studenti che hanno conseguito il 100 a lode nella maturità di quest’anno. Un dato che conferma più o meno i risultati degli scorsi anni. Gli studenti del Sud si confermano essere tra più bravi, almeno per il conseguimento della Lode agli esami di Stato. Un risultato questo che pone non pochi interrogativi alla luce, prima di tutto, dei risultati delle indagini internazionali dell’Ocse che, all’opposto, non riconoscono agli studenti del Sud livelli alti negli apprendimenti. A prescindere da questi aspetti che meritano, senza ombra di dubbio, ulteriori approfondimenti da parte del Ministero e di chi si occupa della materia, il riconoscimento del merito rappresenta un passo avanti per migliorare la qualità del sistema di istruzione. La somma di 1000 euro che, ad oggi, è stata assegnata a ciascuno di questi quasi quattromila studenti è ben poca cosa, ma ha aperto la strada per un programma di promozione e di riconoscimento del merito più mirato e efficace. La proposta lanciata dal Ministro Gelmini sulle pagine del Corriere della Sera del 5 agosto è molto interessante. Premiare con l’esenzione dalla tasse universitarie i mille studenti più bravi è di certo un traguardo ambizioso e più che opportuno. Individuare strategie per conferire maggiore oggettività al voto finale all’esame di Stato è anche questo un passaggio necessario. Ma le azioni per promuovere e premiare il merito possono essere limitate a questi interventi? Come pensa il Ministro di potenziare, qualificare e migliorare l’offerta formativa del nostro sistema nazionale di istruzione? La riforma della scuola secondaria superiore va in questa direzione? E gli interventi nel primo ciclo sosterranno la motivazione degli studenti, l’interesse e la volontà per proseguire il percorso di studi e incrementare i livelli di apprendimento? Una risposta adeguata a questi interrogativi consentirebbe di certo una inversione di tendenza, evitando l’umiliazione vissuta, in questi ultimi anni, dal nostro sistema di istruzione di fronte ai risultati delle rilevazioni degli apprendimenti nelle indagini internazionali.