Con il ritorno al maestro unico il ministro
prevede la riduzione del 7% della spesa
Scuola, in arrivo la ricetta Gelmini. E sulla chiusura delle Siss: "E' stato un gesto di onestà, non serve sfornare precari" la Repubblica 4.9.2008 ROMA - Una scure su 87mila posti in tre anni. E' questa la ricetta del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini per razionalizzare la spesa della scuola. La situazione è "molto grave, vicina al collasso - ha detto la Gelmini ai microfoni di Radio Anch'io - Occorre reinvestire, ma se non ci sono risorse come si fa se il 97% dei soldi è bloccato negli stipendi? La qualità della scuola non dipende da quanto, ma da come si spende". Il decreto legge non toccherà il tempo pieno e gli insegnanti di sostegno. Il governo "non ha nessuna volontà di penalizzare gli studenti diversamente abili", spiega la Gelmini. Ma il ritorno al maestro unico contribuirà alla riduzione dell'organico, che sarà complessivamente del 7% della spesa: "Non possiamo più rimandare - ha sottolineato il ministro - non ha senso difendere lo status quo". Dura la reazione dei sindacati. "Giù le mani dalle elementari - replica il segretario generale della Cisl scuola Francesco Scrima - Hanno standard di qualità altissimi". Secondo Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil, il ministro Gelmini "si è sostituito a tutti i più noti istituti di valutazione internazionale, arrivando a conclusioni che sono esattamente l'opposto di quelle frutto di ricerche e indagini scientifiche". Dalle parole ai fatti: i Cobas hanno già proclamato uno sciopero per il 17 ottobre. Il leader, Pietro Bernocchi, definisce quella del governo "una proposta da anni '60, che fa sparire decine di migliaia di posti e immiserisce l'insegnamento".
Quanto alla chiusura delle Ssis (Scuole di specializzazione
all'insegnamento secondario), il ministro ha dichiarato: "E' stato
un atto di onestà intellettuale: molti ragazzi le frequentano con la
convinzione di poter cominciare a insegnare quando in realtà le
graduatorie sono chiuse. Abbiamo potuto mettere in ruolo solo 25mila
persone, quello che il sistema consente. Così come previsto, il
meccanismo non faceva altro che sfornare precari". L'alternativa,
secondo il ministro, sarebbe "un sistema di praticantato", perché
"coloro che accedono alle Ssis hanno già una preparazione teorica
più che sufficiente".
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