Elementari come supermarket. ItaliaOggi, 23.9.2008 La relazione tecnica allegata alla Finanziaria aveva previsto sostanzialmente per la scuola primaria un orario definito "tempo normale", 27 ore con una riduzione di 3 rispetto all'attuale di 30 ore, in pratica l'attuazione della riforma Moratti. Le 3 ore "in più" sarebbero rimaste collegate alla richiesta delle famiglie di attività opzionali e facoltative, collegate quindi a posti disponibili in organico.. Il taglio del 10 % dell'orario sarebbe stato in linea con quello previsto per gli altri ordini di scuola, pesante, ma pur sempre meno devastante. Del tutto a sorpresa, il ministro dell'istruzione, iniziava a rilasciare dichiarazioni sulla restaurazione del "maestro unico". Il giorno successivo è comparso l'art. 4 del decreto legge 137, con una chiara e brutale introduzione del nuovo orario a 24 ore e del maestro unico. La dizione utilizzata nel decreto, se confermata in sede di conversione, rende poco credibili le rassicurazioni successive del ministro circa la possibilità di opzioni su 4 modelli orari: 24, 27, 30 e 40, con possibilità quindi di scelta (da parte delle famiglia, non delle scuole) di diversi orari. Quale valore giuridico ha infatti un regolamento attuativo, quando una legge definisce con chiarezza un solo orario, cioè 24 ore? E l'organico futuro delle primarie? La scelta culturale della scuola "supermercato dell'offerta formativa" è anche un fenomeno culturalmente negativo. I costituenti, di destra e sinistra, vollero individuare nella scuola statale il luogo pluralista della trasmissione della cultura, non un servizio pubblico a domanda.
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