Con i criteri di calcolo del Piano programmatico
del ministri
Maestro unico, toccherà il Sud Salvo Intravaia, la Repubblica, 28.9.2008 Sarà il Sud a pagare il prezzo del "maestro unico" reintrodotto dalla Gelmini. Negli ambienti politici e sindacali la voce circola da giorni e basta fare due conti per rendersi conto che, in effetti, usando gli stessi criteri di calcolo contenuti nel Piano programmatico messo a punto dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e dal collega dell'Economia, Giulio Tremonti, saranno le regioni meridionali a rimetterci di più in termini di posti di lavoro e servizio scolastico. Se, come è scritto nel Piano che taglierà 87.000 posti di lavoro in tre anni, il ridimensionamento colpirà le sole classi a tempo normale, il Sud dovrà dire addio a 7.000 delle 14.000 cattedre messe in conto dal governo: il 50 per cento. Nell'Italia centrale Toscana, Lazio, Umbria, Marche sacrificheranno sull'altare delle economie 2.250 cattedre e le sei regioni settentrionali 4.700: un terzo dell'intero balzello. Domani mattina, in aula alla Camera approda il decreto-legge 137, quello che ha reintrodotto il maestro unico e i deputati del Pd stanno affilando le armi. "Il duo Tremonti-Gelmini - dichiara Alessandra Siragusa, deputato siciliano del Partito democratico - mira a distruggere la scuola del Sud: secondo i numeri in nostro possesso, in Sicilia e Campania il giochetto del maestro unico costerà 4 mila dei 14 mila posti che il governo intende tagliare. E a parte il taglio dei posti di lavoro la manovra determinerà una contrazione del servizio scolastico. Con 24 ore di lezione in sei giorni i bambini della scuola elementare uscirebbero ogni giorno alle 12.30: non so se le famiglie sono a conoscenza di tutto questo". Il dibattito parlamentare si annuncia lungo e acceso. "Presenterò tre emendamenti - aggiunge la parlamentare dell'opposizione - che mirano ad allungare il tempo scuola nelle zone in cui la dispersione scolastica è elevata e nelle realtà dove le carenze degli edifici scolastici non consente il tempo pieno".
Secondo i calcoli contenuti nel
Piano-Gelmini il maestro unico colpirà soprattutto le 103 mila
classi che in Italia funzionano a tempo normale (27 ore a
settimana). Tempo normale alla scuola primaria che, per ragioni
spesso legate a carenze strutturali determinate dalla mancanza di
locali idonei per essere adibiti a refettori/mense, è parecchio
diffuso al Sud e molto meno al Nord. Tanto per non restare sul vago,
regioni come Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna viaggiano con
tassi di tempo prolungato (di 40 ore a settimana), che per stessa
ammissione del ministro Gelmini non verranno "toccati", variabili
tra il 45 e il 39 per cento. Sicilia e Campania sono attorno al 4
per cento. |