Scuola

Dl maestro unico in Parlamento
senza consenso categorie.

Critici sindacati, associazioni, genitori:sì a pausa riflessione

ApCOM, 16.9.2008

Roma, 16 set. (Apcom) - Il ritorno al maestro unico, contenuto nel decreto legge 137 non riscuote il consenso delle categorie interessate: le rappresentanze di sindacati, professori, studenti e genitori oggi hanno espresso il loro parere sostanzialmente negativo al provvedimento, già licenziato dal Cdm, intervenendo davanti ai componenti della commissione Cultura alla Camera.

Una posizione, peraltro, prevedibile poiché in contemporanea alla discussione del dl in piazza Montecitorio si svolgeva un sit-in di protesta per l'abbandono dell'attuale modello di insegnamento alle primarie (tre docenti su due classi): alla manifestazione sostenuta dall'opposizione e dall'estrema sinistra, che continuerà anche domani, c'erano infatti rappresentanti di sindacati, associazioni, coordinamenti di docenti, studenti e dei genitori.

Durante le audizioni le parti sociali hanno espresso diverse perplessità. "Si va da chi è totalmente contrario a chi chiede modifiche e integrazioni e un maggior rispetto per l'autonomia", ha commentato il presidente della Commissione, Valentina Aprea (Fi), al termine dei pareri sul testo, sottolineando anche che in ogni caso "la maggioranza sicuramente approverà questo decreto in Commissione perché non è più tempo dei ripensamenti".

In serata però sono giunte forti critiche da parte delle categorie, soprattutto per il reinserimento del maestro unico. Ad iniziare dai sindacati. "Ci siamo espressi d'accordo sul voto di condotta, sull'ora di educazione civica, sui giudizi espressi sotto forma di voti decimali e sullo stop alle riedizioni dei libri di testo", ha detto Massimo Di Menna interpellato da Apcom.

"Ma sull'articolo 4 che contiene il ritorno al maestro unico - ha continuato il sindacalista della Uil - non ci siamo: abbiamo chiesto che venga stracciato anche perché una sua eventuale approvazione avrebbe comunque bisogno di una profonda discussione di merito con le parti sociali".

Discussione che si avvierà venerdì pomeriggio al ministero: "è in quella sede che si decideranno le sorti di questo provvedimento - continua Di Menna - perché la riduzione dell'insegnamento alle elementari a 24 ore rientra in un piano di revisione generale (come la gestione delle compresenze o delle altre materie come l'inglese e tante altre questioni) che non può essere di certo adottato con un decreto legge".

Secondo il segretario di comparto Uil i margini per la trattativa ci sono però ancora: "Secondo noi - ha concluso Di Menna - sarebbe fondamentale adottare l'organico funzionale: ci sembra invece che finora la questione sia stata affrontata più da un punto di vista ideologico che completo".

Dello stesso parere è Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola: "Non si comprendono le ragioni di necessità e di urgenza per cui si è scelto un percorso legislativo che comprime - fin quasi ad eliminarli - spazi di riflessione e confronto quanto mai necessari e opportuni", ha spiegato il sindacalista.


Proprio sulla reintroduzione del maestro unico la Cisl "è indignata per la disinvoltura culturale, giuridica, politica e istituzionale con la quale si mortifica e si offende un ordine di scuola le cui prestazioni si confermano, anche a seguito del recente rapporto dell'Ocse, su livelli di assoluta eccellenza".

Sull'applicazione del modello base di insegnamento a 24 ore, Scrima invita quindi "il Governo a fermarsi per un'opportuna pausa di riflessione', anche a fronte delle diffuse e legittime proteste che si levano in questi giorni dal mondo della scuola".

Il sindacato sembra anche voler lanciare un ultimatum al governo: nel caso il dl andasse avanti così come è strutturato ora "verrebbero meno le condizioni per accogliere la richiesta di dialogo avanzata dal ministro dell'Istruzione nell'incontro del 6 agosto con le organizzazioni sindacali, e si avrebbe come inevitabile conseguenza l'intensificazione delle azioni di mobilitazione e di protesta, con grave pregiudizio del regolare svolgimento delle attività scolastiche, di cui il Governo stesso sarà chiamato ad assumersi piena, totale ed esclusiva responsabilità".

A relazionare il documento oggi c'era anche l'Anci, l'Associazione dei comuni italiani, rappresentata dal che dal suo presidente della Commissione Istruzione, Daniela Ruffino: "abbiamo necessità di avere rassicurazioni sul mantenimento ed incremento del tempo pieno e di conseguenza di garantire ai bambini la refezione scolastica - ha detto Ruffino in audizione - anche per evitare che il provvedimento non abbia ripercussioni sull'organizzazione familiare, che andrebbero inevitabilmente a ricadere in particolare sugli impegni lavorativi delle donne".

Il rappresentante dei Comuni ha anche auspicato che "la prevista organizzazione di classi funzionanti a 24 ore settimanali non riduca la qualità del tempo scuola e le attività curriculari attualmente previste".

Forti critiche al provvedimento sul maestro unico sono giunte anche dai genitori: oggi il il coordinamento romano 'Non rubateci il futuro' ha inviato una lettera al ministro Gelmini nella quale sostengono che il decreto contiene "una grande contraddizione: da una parte mira all'efficienza e dall'altra 'smonta' un sistema che funziona. La scuola elementare italiana vince in Europa e nel mondo per i risultati educativi e formativi che raggiunge".

"Noi genitori - continua la lettera - crediamo che la riduzione degli insegnanti e la ristrutturazione scolastica che ne deriverà causerà disagi enormi agli alunni e alle loro famiglie: cambio delle maestre di riferimento, trasformazione dell'attuale tempo scolastico (spesso basato sul tempo pieno), in un tempo di mera assistenza".

Dopo l'audizione delle categorie il testo nel pomeriggio è stato preso in esame dalla commissione: è probabile che già a partire da domani possa arrivare il parere finale. Poi il testo passerà all'esame dell'aula per l'approvazione definitiva e l'eventuale passaggio al Senato.