I DATI SUGLI INFORTUNI DI STUDENTI E INSEGNANTI

La scuola degli incidenti
centomila feriti l'anno.

Dal 1999 ventimila casi in più. Le cause: edifici vecchi e incuria

Gianni Lannes La Stampa, 3.9.2008

ROMA
Gli infortuni nelle scuole italiane provocano 103 mila 390 feriti in un anno, di cui 90.478 alunni e 12.912 insegnanti. Cifre parziali, perché si tratta solo dei casi denunciati all’Inail per ottenere i rimborsi e non riguardano personale tecnico-amministrativo e bidelli. E soprattutto in netto aumento: nel 1999 gli infortuni erano 83.561, di cui 79.168 studenti e 4.393 insegnanti.

Di che tipo di incidenti si tratta? Si va dal docente che cade dalle scale allo studente folgorato da una scarica elettrica o che si rompe una gamba scivolando sul pavimento. La natura delle lesioni è relativa in particolare a fratture, lussazioni, contusioni e folgorazioni. «Il flusso è rappresentato prevalentemente dagli infortuni nella scuola pubblica - spiega Francesco D'Amico, statistico dell’Inail - poi una piccola fetta è costituita dagli infortuni nelle scuole private».

Ma ammontano ad appena 150 l’anno i casi indennizzati, «perché comunque l’indennità temporanea non viene erogata agli studenti se non nelle ore in cui fanno attività tecnico-scientifiche di laboratorio - chiarisce Adelina Brusco, consulente statistico dell’Inail - E quindi, se incorrono in un infortunio comunque lieve, non sono tutelati perché non hanno uno stipendio come tutti gli altri lavoratori. Gli viene erogata solo una rendita in caso di inabilità permanente».

Le cause degli incidenti sono in gran parte di natura strutturale. A pesare sullo scarso livello di sicurezza è l’età: il 95 per cento degli edifici accusa più di 40 anni. E non è tutto. Secondo il ministero dell’Istruzione, il 70 per cento degli edifici scolastici ha ancora barriere architettoniche, in barba alle normative che a partire dal 1968 ne prevedono l’eliminazione. E come segnala l’ultimo rapporto sulla sicurezza nelle scuole di Cittadinanza Attiva - che ha preso in esame 271 scuole in 12 regioni - il 20,4 per cento dei cortili, dove spesso gli studenti fanno ginnastica o ricreazione, sono ingombri di mobilio e nel 19 per cento dei casi sono usati come discariche di rifiuti. Nel 18 per cento delle scuole si verificano crolli di intonaco, nel 29 per cento delle palestre vi sono attrezzature danneggiate e nel 20 per cento cavi elettrici scoperti, prese e interruttori rotti o divelti.

Poi si pretende prudenza dagli alunni. Secondo i dati del ministero della Pubblica Istruzione, «il 57 per cento degli edifici scolastici non possiede a tutt’oggi il certificato di agibilità statica». Lo stesso attestato che non aveva la scuola elementare Francesco Iovine di San Giuliano di Puglia in Molise, dove per il terremoto del 2002 perirono sotto le macerie 27 bambini e 1 maestra.

Altri dati allarmanti. Il 57,35 per cento delle scuole non ha il certificato di agibilità igienico-sanitaria; il 73,21 per cento non ha quello di prevenzione incendi. E il 33,71 per cento delle scuole pubbliche si trova in aree a forte rischio sismico.

La mancanza di questi certificati non è una banale carenza burocratica. Il certificato latita perché quella scuola non è proprio sicura. Ma i bambini ci vanno ancora. Anche perché le norme per la messa in sicurezza degli istituti scolastici sono state continuamente prorogate. L'ultimo rinvio è scaduto il 30 giugno 2006, ma c'è poco da sperare. Per la sicurezza antisismica sono necessari due miliardi di euro. Per ora sono stati racimolati appena 26,7 milioni. Per la messa in sicurezza, sono previsti 100 milioni in tre anni. Le domande pervenute sono 1.062; quelle approvate 502; finanziate appena 96.