Scuola, la Gelmini ci ripensa Maristella Iervasi da l'Unità, 30.9.2008 Retromarcia. Messa all’angolo dalle critiche e le proteste la Gelmini, maestra unica, è costretta ad emendare se stessa. La bocciatura dei bambini dell’elementare ma anche degli studenti delle medie con una sola insufficienza in una materia, ha scatenato un gran polverone che la stessa maestra dell’Istruzione subbissata dalla polemica non ha potuto ignorare. Così ecco la «ricetta» per coprirne la figuraccia. Un emendamento di maggioranza correggerà la Gelmini. Resta da vedere il come, visto che l’unanimità del team docente per la non ammissione alla classe successia di chi avrà un 5 in educazione fisica, dal prossimo anno «salta» per la restaurazione del maestro unico. Ma il governo ha altro per la testa: la conversione in legge del decreto 137 «Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università». E non è escluso quindi il ricorso alla fiducia prima del fine settimana. Walter Veltroni, segretario del Pd, in una manifestazine al teatro Capranica di Roma, affollata di insegnanti, genitori e studenti, controattacca: «Hanno messo la riforma in un decreto ed hanno annunciato la fiducia. Ma altro che riforma! solo un piano di tagli. Il ministro Tremonti ha deciso che ci devono essere 8miliardi in meno e la Gelmini si è messa al lavoro. Il governo - sottolinea Veltroni - vuole ridurre il Parlamento ad un luogo in cui ci si limita a ratificare le leggi». E lancia una sfida: «Gara per l’innovazione: Gelmini dimostri di voler ascoltare il mondo della scuola invece di alimentare le diseguaglianze sociali e coprire le differenze con il grembiule». Ieri nell’aula pressochè deserta di Montecitorio è cominciata la discussione generale sul decreto. Il ministro ha ascoltato la relatrice Valentina Aprea che visto il «rumore» annunciato dalla Lega sulla valutazione in decimi del rendimento scolastico degli studenti, ha dovuto evidenziare che il comma 3 dell’art.3 del decreto verrà corretto. E un attimo dopo sul complesso degli 8 articoli del decreto Gelmini sono partiti a raffica gli interventi di una parte dell’opposizione. Solo per il piddì si sono iscritti a parlare in oltre 27, due dell’Idv e 1 dell’Udc. Con interventi tutti contro il maestro unico e la controriforma sull’istruzione pubblica che vede la scuola solo come un capitolo di bilancio. Ma la Gelmini ai cronisti in Transatlantico ha scelto di dire: «La sinistra si è imputata nel sostenere che con il maestro unico ci sarà il taglio del tempo pieno. Niente di più falso». E sul caso sollevato da l’Unità: «Polemica pretestuosa. Anche ora con i giudizi con una insufficienza si è bocciati. Nessuno boccia un bambino di 6 anni per un 5 in educazione fisica. Su questa questione ci sarà comunque - ha concluso - un emendamento della maggioranza. Deciderà il Parlamento». Valentina Aprea per giustificare i tagli della Gelmini ha rispolverato il «quaderno bianco» sulla scuola del governo Prodi. Ma non ha fatto «tana». La parlamentare del piddì Rosa Bruna De Pasquale ha subito controbattuto riportando il tema sulla morale: ha citato nel suo intervento un’affermazione attualissima di Benedetto da Norcia di 1500 anni fa: «Per risolvere urgentemente e bene i problemi, io devo capirli. Per capirli devo saperli ascoltare. Per saperli ascoltare ed essere efficace e veloce nella soluzione dei problemi devo fare silenzio». E per smontare la reintroduzione del voto in condotta e la valutazione in decimi, la De Pasquale ha citato persino un Regio decreto del 1925 (art.79, terzo capoverso). Il piddì, insomma, ha utilizzato tutte le forme in suo possesso per convincere alla retromarcia sul decreto. Fino a ieri sera tardi gli iscritti a parlare erano ancora una decina. Si riprenderà oggi, collegato alla Finanziaria permettendo. Mentre al comitato dei nove toccherà fare il punto sulla valanga di emendamenti al decreto annunciati: circa 180 solo quelli del piddì.
Poco distante da Montecitorio, al teatro
Capranica, Veltroni ha incontrato il mondo della scuola e i genitori
di alunni e studenti più grandi. «Altro che riforma della scuola -
ha puntualizzato il leader del Pd -. Quello che la maggioranza sta
attuando è solo un piano di tagli chiesto da Tremonti. Non c’è
disegno, solo un affastellarsi di proposte per un sistema
dell’istruzione che ridurrà il tempo pieno e lascerà a piedi i
bambini più poveri. Lascino stare le elementari e il tempo pieno -
ha detto Veltroni -. Devono ancora spiegarmi come si fa, riducendo
gli insegnanti, a garantire il tempo pieno, che è l’unico pezzo
della scuola italiana che funziona. Lascino in pace la scuola
elementare». |