Scuola, la Gelmini ammette: l'Unità, 13.9.2008 Altro che tempo pieno aumentato. Al massimo, e sarà molto difficile se non impossibile, rimarrà come è adesso. Mentre la re-introduzione del maestro unico farà calare drasticamente a 24 ore le ore di lezione alle elementari con gravissimi problemi per le famiglie con entrambi i genitori che lavorano che non sanno dove lasciare i figli. L'ammissione arriva dal ministro Gelmini: la spesa per l'istruzione è «fuori controllo». Ospite della festa dell'Udc a Chianciano Terme, la Gelmini ha annunciato che venerdì prossimo, 19 settembre, presenterà alle parti sociali il piano programmatico che attuerà la Finanziaria basato innanzitutto su una riduzione delle ore di insegnamento. «È chiaro che non vengono licenziati gli insegnanti di ruolo - ha rassicurato Gelmini - ma la spesa per l'istruzione è aumentata del 33%, è fuori controllo, senza avere aumentato stipendi, senza avere adeguato le strutture. Secondo voi possiamo andare avanti così? Posso raccontare che i soldi aumenteranno? Non sono un prestigiatore: le ricorse sono queste troviamo la modalità per riqualificare la spesa». Il ministro ha ricordato che negli anni la politica sia di destra che di sinistra «ha sovrastimato la capacità della scuola di assorbire posti lavoro creando un numero notevolissimo di precari cui la politica non è in grado di dare risposte. Non voglio essere responsabile nel creare illusioni che poi diventano cocenti illusioni. Non possiamo prendere in giro una generazione, dobbiamo dire le cose come stanno». Tuttavia Gelmini ha parlato della «possibilità di introdurre misure premiali per gli insegnanti, di aumento delle borse di studio, grazie a quel 30% di risparmi contenuti nella finanziaria. Venerdì 19 presenterò alle parti sociali il piano programmatico che attuerà la manovra. È una proposta che si basa su un dato: la nostra scuola ha il maggior numero di ore in Europa, è il caso che le rivediamo e puntiamo sugli insegnamenti fondamentali: italiano, matematica, scienze, lingua straniera». Gelmini ha assicurato che non verrà toccato il tempo pieno: «Il governo sa perfettamente quanto il tempo pieno sia importante per le famiglie, nessuno di noi si sogna di farlo venire meno». Poi via al dibattito tra governo ed opposizione sul «progetto scuola» con il ministro ombra del Pd Mariapia Garavaglia. Dal voto in condotta, alla revisione della materie di insegnamento, puntando su italiano, matematica, scienze e lingue straniere , ai tagli al settore, il ministro Gelmini difende la sua riforma e per primo il voto in condotta che non è «per punire», ma costituisce un «giudizio esaustivo» sull'alunno, un modo per riprendere ed educare i ragazzi che non tengono comportamnenti adeguati. Quanto alle polemiche suscitate dalle sue misure, il ministro auspica che «sulla scuola non si faccia bassa politica e si evitino scontri ideologici». La platea applaude e si sente solo qualche fischio isolato. «Sette miliardi di tagli in tre anni sono troppi», afferma il ministro ombra del Pd Garavaglia sollecitando il governo a «venire in aula a parlare del progetto scuola e non solo dei tagli. L'eliminazione dell'Ici - attacca - è stata finanziata a danno dell'istruzione, della ricerca e dell'università». Sulla riforma, poi la discussione è avvenuta in sede di commissione Bilancio al Senato, quindi «l'opposizione non ha potuto neanche entrare nel merito e presentare emendamenti». E la situazione è così grave che il nostro capogruppo al Senato - ha ricordato - aveva dato disponibilità a votare il decreto se il governo avesse dimezzato i tagli. Il voto in condotta? Andrebbe pure bene, ma c'è ben altro: in realtà difficili come Scampia un ragazzo se lo si boccia lo si perde per sempre...».
Come venerdì con D'Alema e Cicchitto, la platea
centrista riserva fischi per l'esponente del Pdl e applaude l'ex
vicesindaco di Roma. E anche quando la Gelmini prova a conquistare
la platea citando Ratzinger e Don Giussani, la Garavaglia se la
riprende: il fondatore di Cl lo chiama, familiarmente, «il Gius» e,
ricorda, «quella è la mia storia, quelle citazioni non mi
impressionano». |