All'assemblea dei "prof"
I sindacati preparano una grande manifestazione. di Giulia Da Lio, Il Gazzettino di Venezia, 16.9.2008 Mestre - Un primo giorno di scuola di indignazione, ma anche di tanta voglia di alzare la voce, quello dei circa 300 insegnanti veneziani che ieri pomeriggio hanno riempito l'aula magna dell'Itis Pacinotti di via Caneve. Maestri e professori, precari e non, insieme a membri del personale Ata e ad un paio di rappresentati dei genitori ieri si sono riuniti tra l'esasperazione e l'incredulità di essere per una volta tutti quanti dalla stessa parte della barricata, contro i decreti introdotti dal ministro all'Istruzione Maria Stella Gelmini. Conferma del generale malcontento è stata la regia stessa dell'assemblea del mondo della scuola , convocata unitariamente da tutte le sigle sindacali: Snals, Cobas, Gilda, Antes, ma anche Cgil, Cisl e Uil. I sindacati ieri primi sinora in Veneto - si sono stretti la mano e, insieme anche alla Rete dei Precari, hanno dato il via ad un coordinamento, con lo scopo di creare una vera e propria agenda di proteste contro il ridisegno della scuola secondo la ricetta Gelmini, dettata con la legge 133 e il decreto legge 137. Al Pacinotti ieri sono confluite le più diverse esperienze che, messe insieme, offrono un quadro di una scuola pubblica che traballa su molti fronti. "Oggi sono entrata in una quarta superiore con 30 alunni, di cui due disabili" ha raccontato Maria Rita Patti, insegnante dell'istituto Luzzati. Con lei altre insegnanti hanno parlato di classi difficili da gestire, fatte di 26 alunni, con presenza di disabili. Forte anche il disagio dei precari, circa il 20 per cento del corpo docenti della Provincia. "Dopo 21 anni di precariato, sto pensando di cambiare lavoro" si è sfogata un'insegnate dell'istituto Luzzatti. La lotta per il posto in graduatoria non perdona soprattutto a livello economico: "Nessuno parla del fatto che per guadagnare punti un insegnante spende dai 300 ai 900 euro in corsi singoli nelle università" ha rimarcato un'altra precaria. Buona parte degli insegnanti del circolo didattico della Baseggio e della Grimani di Marghera e di Mira 1 e 2, intanto, ieri hanno iniziato l'anno indossando una maglietta con la scritta "Sos scuola in pericolo". Il monito dei sindacati è contro il taglio da 7 milioni e 800 mila euro che l'istruzione sta per subire, che passa, prima di tutto, per la reintroduzione maestro unico, contro cui è stata aperta una raccolta firme. I sindacati calcolano che il maestro unico porterà un taglio di 80-90 mila posti di lavoro, una parte di quelle 110 mila unità, a cui se ne aggiungono 43 mila del personale Ata, di cui è prevista la riduzione. Ombre anche sulle 60 mila assunzioni annue previste dal precedente governo: sono state dimezzate quest'anno, e non ci sono indicazioni per i prossimi anni scolastici. Il pollice verso dei sindacati va anche contro l'accorpamento dei diversi livelli scolastici in istituti comprensivi (scomparirebbero così le scuole nei piccoli centri), l'accorpamento delle classi di concorso, la diminuzione delle ore settimanali di lezione (destinate a diventare 24 alle elementari, 30 in istituti tecnici e professionali). "Si dice che il 97 per cento del costo dell'istruzione va al personale rimarcano i sindacati ma questo avviene perché il personale è l'unica spesa, sulla scuola non si investe".
Intanto il neonato coordinamento ha in cantiere
una manifestazione a Mestre, probabilmente pomeridiana, e punta,
oltre che sul fronte comune fra sindacati, a unire il mondo della
scuola a tutti i livelli. Nel calendario annunciato ieri, intanto,
ci sono l'assemblea aperta ai precari di tutti i settori indetta
dalla Rete Precari per il 30 settembre, e lo sciopero generale
nazionale indetto dai sindacati di base. La Cgil, dal canto suo,
prevede di poter ampliare su scala nazionale le future iniziative
veneziane. |