Bottani:
ma il maestro è “prevalente”
in tutto il mondo.

da TuttoscuolaNews, N. 361, 29 settembre 2008

Norberto Bottani, uno dei più noti e autorevoli esperti di sistemi formativi a livello internazionale, in una nota inviata nei giorni scorsi a Tuttoscuola pubblicata nel nostro sito (www.tuttoscuola.com), fa presente che “il docente unico che fa tutto nella scuola elementare non c’è più da nessuna parte, però ovunque c’è il docente prevalente che si avvale di specialisti che entrano o escono in classe in base ad una intesa, ad un programma, stabilito da lui o con lui”. Il docente prevalente è comunque l’unico responsabile degli apprendimenti degli allievi, anche se può avvalersi dell’aiuto di specialisti.

“Non c’è altrove il modulo”, prosegue Bottani,  “né l'interpretazione del modulo come è stata fatta in moltissime sedi scolastiche dove si è trasformata la scuola primaria in una scuola secondaria con docenti specializzati per discipline. Questa è una specificità unicamente italiana (…) Tuttoscuola farebbe opera di salubrità pubblica se ribadisse queste semplicissime verità ed impedisse che il dibattito sulla scuola si perdesse in quisquilie irrilevanti”.

Insomma, quella che viene addotta in Italia come una delle principali ragioni che militano a favore del team di tre maestri su due classi – la specializzazione di ciascuno di essi in una distinta area: italiano, matematica, storia-geografia – non trova riscontri all’estero e addirittura si presterebbe ad una obiezione di fondo: la “secondarizzazione” precoce degli alunni in un’età nelle quale sarebbe invece opportuno che essi mantenessero, anche attraverso la figura del maestro prevalente, l’unitarietà degli apprendimenti.

Altro è che il docente possa essere affiancato da specialisti. Anche nei modelli collaborativi più affermati nel mondo delle imprese, come l’IPT (Integrated Project Team) la responsabilità ultima è sempre di uno solo dei suoi componenti, il Project Manager, che coordina un team di specialisti, lavorando gomito a gomito.