Scuola: piano Gelmini,
in tre anni 87.400 insegnanti in meno.

di Luigi Illiano Il Sole 24 Ore, 26.9.2008

Il piano del ministro Gelmini

Sedici pagine per ridisegnare la scuola italiana dei prossimi anni. Voce per voce, tutti i tagli che porteranno a 87.400 cattedre in meno e alla riduzione di 44.500 posti di personale Ata (amministrativo, tecnico, ausiliario) in tre anni. È lo schema del piano programmatico sulla scuola inviato ieri dal ministero dell'Istruzione ai sindacati. L'ufficialità della mossa fa uscire il documento dalla nebbia delle indiscrezioni e lo fa approdare al tavolo di confronto. Il testo, concordato con l'Economia, descrive le misure concrete e i tagli corrispondenti sui quali Viale Trastevere punta per dare applicazione alla manovra.

I tempi sono strettissimi, non a caso un paragrafo è dedicato all'accelerazione delle procedure. Per l'entrata in vigore delle misure dal 2009/10 è prevista l'emanazione di regolamenti dedicati agli ambiti specifici. Comprese le revisioni dei programmi del primo e secondo ciclo. Il tutto «entro il mese di dicembre» 2008.

Nella premessa viene sottolineata la continuità con le Finanziarie 2007 e 2008 e con il "Quaderno bianco sulla scuola" presentato un anno fa dai ministri del Governo Prodi, Giuseppe Fioroni (Istruzione) e Tommaso Padoa-Schioppa (Economia). Il piano conferma la revisione dei programmi e la stretta sulle ore settimanali nei diversi ordini di scuola. Tra le prime leve di intervento ci sarà l'aumento del rapporto alunni/classe: sarà elevato dello 0,20 nel 2009/10 e di 0,10 nei due anni scolastici successivi.

Le riduzioni incideranno esclusivamente sul personale a tempo determinato, cioè i supplenti, oltre 100mila docenti precari ai quali il documento non fa alcun riferimento.
Nelle sezioni dell'infanzia viene rimesso in pista l'anticipo delle iscrizioni, secondo il modello Moratti. Così come resteranno attivate le sezioni primavera, rivolte ai bambini tra i 2 e i 3 anni.

Confermato il ritorno del maestro unico (formula che, secondo il testo «va privilegiata») e il tempo pieno alle elementari. Le classi saranno affidate a un unico insegnante per 24 ore settimanali. Ritorna la legge Moratti, saranno possibili due opzioni: 27 ore e 30 ore, con il maestro prevalente. Inoltre, l'orario potrà arrivare a 40 ore, sommando il tempo mensa. Va detto che il tempo pieno, di fatto, riguarda poche Regioni italiane, soprattutto del Nord, mentre al Sud è quasi sconosciuto.

L'orario delle lezioni nella scuola media passa dalle attuali 32 a 29 ore settimanali. Entro dicembre 2008 saranno determinate le classi di concorso, per superare l'attuale frammentazione degli insegnamenti.

Il monte ore nei licei classici, linguistici, scientifici e delle scienze umane avrà un tetto di 30 ore settimanali. Per i licei artistici e quelli musicali e coreutici sarà, invece, di 32 ore. Ridimensionamento in arrivo per gli indirizzi di studio degli istituti tecnici e dei professionali (oggi sono oltre 900) e il monte ore non potrà superare quota 32, con quelle dedicate ai laboratori. Le compresenze dei docenti tecnico-pratici saranno ridotte almeno del 30 per cento.

Per far scattare il requisito dell'autonomia ogni scuola dovrebbe avere tra i 500 e i 900 alunni. Esistono alcune possibilità di deroga (aree montane e piccole isole). Ma, da quasi un decennio la rete scolastica è rimasta pressoché immutata. «Attualmente circa 700 scuole hanno una popolazione inferiore ai minimi previsti dalla fascia in deroga (meno di 300 alunni) – è scritto nel piano – e, nella stessa fascia vi sono olte 850 istituti che non hanno titolo a farne parte. A queste se ne aggiungono altre 1.050 comprese nella fascia minima». Significa che almeno il 15% delle scuole non è legittimato a funzionare come istituzione autonoma, ossia con propri dirigenti. La scure di Viale Trastevere si abbatterà su 700 scuole che saranno accorpate a istituti più grandi.

Sarà accelerata la procedura per la costituzione di un ruolo specifico per i docenti inidonei per motivi di salute, da impiegare in altre amministrazioni pubbliche. Prevista anche l'attivazione di corsi di riconversione professionale per gli insegnanti appartenenti alle classi di concorso in esubero. E via libera anche a corsi per l'inserimento in classi di concorso più ampie. Infine saranno rivisti gli istituti giuridici che comportano comandi, collocamenti fuori ruolo e utilizzazioni, per ridurli al minimo.