I meriti della Gelmini.

Pasquale Almirante, 7.9.2008.

«La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Così dice il ministro Gelmini per giustificare la scelta di svolgere l’esame per procuratore legale in Calabria dove era più facile. Le vorremmo solo chiedere: cosa può rispondere ai tanti docenti delle elementari che si sono visti precluso lo stipendio con l’introduzione del maestro unico? Non ci saranno fra di loro anche figli di agricoltori che da anni attendono con pazienza e fiducia un posto per non gravare ancora sulle spalle del genitore zappatore come il suo? E la questione del merito? Perché si cerca il merito da parte di chi ha preferito la scorciatoia? Quanti colleghi più meritevoli la ministra ha scavalcato con quell’esame farsa?

Diceva Sciascia che i più accaniti persecutori degli ebrei nei tribunali di inquisizione furono gli ebrei convertiti, così come sta succedendo a Brunetta che da ex sindacalista non tiene in conto i sindacati, anzi non vuole nemmeno interloquire. E sbalordisce anche questa continua demonizzazione del sessantotto, causa di tutti i mali della scuola, scordando lo straordinario contributo che ha dato alla ricerca pedagogica e alla didattica di cui, per esempio, Morin (ma chi è costui?) è una delle espressioni più nobili e che consigliamo a chi parla di cose della istruzione di studiare non di leggere. E’ negli studi di E. Morin che la grande vampata di rinnovamento del “68 si ritrova, compresa l’apertura delle Università a tutti i diplomi. Perché sta succedendo anche questo: tutti si improvvisano pedagoghi ed esperti e tutti hanno ricette e anche senza competenza sostengono tesi astruse con supponenza magnifica.

Il modulo ha dato buoni risultati, ha consentito alla equipe di maestri il confronto settimanale per migliorare la didattica, stimolandoli a perfezionare l’insegnamento, perché toglierlo? Sostenere la tesi che un solo maestro è meglio appare una beffa, come stupefacente appare che sulla sedia dove sedette Giovanni Gentile, uno dei più grandi filosofi d’Europa, segga oggi l’avvocato Gelmini, promossa con uno stratagemma. Certamente la scuola non è uno stipendificio, come dice il ministro, ma neanche il ministero della istruzione può essere una dependance di quello dell’economia o uno scranno per fare passerelle.