Indiscrezioni sul piano del governo. Il ministero: ma non è all'ordine del giorno
Meno ore e solo 4 anni I tradizionali 5 anni resterebbero solo nei licei. Un taglio di 15 mila cattedre Mario Reggio, la Repubblica 11.9.2008 ROMA - Scuole superiori che passano da quattro a cinque anni. Maturità a 18 anni. Meno orario e meno professori. Un quinto anno solo per chi andrà poi all'università. Per gli studenti dei tecnici e professionali, la stragrande maggioranza, si aprirebbe la strada della ricerca di un lavoro. Solo chiacchiere di corridoio oppure è vero che il ministro Gelmini, assieme a Tremonti, intende mettere a dieta anche le scuole della secondaria superiore? Il ministero della Pubblica Istruzione smentisce: «Si tratta di un tema non all'ordine del giorno e che non è presente nelle proposte che il Ministero presenterà al Parlamento». Una replica lapidaria, ma il giallo resta. D'altro canto, il ministro Mariastella Gelmini ha annunciato che intende cambiare presto anche la scuola media: «Servono più italiano, matematica e inglese. Ho insediato una commissione che studia la riforma. Voglio fare presto». Secondo le solite indiscrezioni, una commissione mista Tesoro-Istruzione, sta studiando come ripartire i tagli delle 110 mila cattedre e dei 44 mila nella prossima Finanziaria. Fino ad ora si è parlato solo e soltanto del maestro unico alle elementari. Ma i tagli, spalmati nei prossimi tre anni, dovranno coinvolgere anche le medie e le superiori. Il punto interrogativo è stabilire come. Sempre secondo le solite indiscrezioni la commissione fantasma sulla riforma avrebbe in programma di portare a 30 il monte ore settimanale nei licei, l'unica strada per approdare all'università. Per tutti gli altri istituti superiori gli anni di corso si ridurrebbero a quattro con la possibilità di passare ad un percorso formativo successivo per prepararsi al lavoro. Quale lavoro, vista la situazione dell'economia italiana, resta alquanto nebuloso. E sempre il mercato del lavoro dovrebbe assorbire più di 200 mila precari della scuola che ormai hanno pochissime speranze di diventare insegnanti di ruolo. Per i tecnici e professionali il tetto massimo di ore dovrebbe scendere a 32 settimanali. Un'ulteriore sforbiciata dopo la riduzione già operata dall'ex ministro Giuseppe Fioroni da 40 a 36 ore. Solo l'intervento sugli orari di insegnamento dovrebbe portare ad un taglio di 15 mila cattedre. Ma non basta. Tra le misure allo studio sarebbe prevista la riduzione degli indirizzi e delle sperimentazioni che oggi sfiorano quota 900. Comunque la riduzione di un anno del corso di studi non è una novità. Luigi Berlinguer ci provò puntando con l'accorpamento tra elementari e medie a sette anni, ma alla fine dovette arrendersi. Stessa sorte toccò a Letizia Moratti quando annunciò l'intenzione di ridurre a quattro anni la scuola superiore.
Oltre a non essere un'idea nuova è stata di nuovo proposta al Forum
di Cernobbio, lo scorso 7 settembre, alla presenza del ministro e
frutto di una ricerca Siemens-European House Ambrosetti. Tra le
proposte, che porterebbero ad un risparmio di 6 miliardi di euro
l'anno: scuola superiore di quattro anni e cancellazione dell'esame
di maturità. Esame sostituito da una prova gestita da un ente terzo.
Un sistema di valutazione con un ente terzo che controlli i
rendimenti di istituti, insegnanti e studenti, nonché l'eliminazione
dei concorsi pubblici per diventare insegnanti. Concorsi sostituiti
da un test che include anche l'attitudine psicologica
all'insegnamento. In attesa che le vere intenzioni del governo
vengano alla luce in Parlamento il Partito Democratico alla Camera
ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità al decreto
Gelmini sulla scuola. |