Scuola

Maestro unico, Gilda denuncia:
si torna indietro di 20 anni.

Colpo di mano, scuola ha subito cambiamenti profondi

ApCOM, 2.9.2008

Roma, 2 set. (Apcom) - La Gilda degli Insegnanti boccia il maestro unico. "Non è mai capitato nella storia d'Italia - sottolinea il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio - che una riforma dell'ordinamento scolastico venisse varata con un decreto legge. Ci troviamo di fronte a un colpo di mano che fa tornare la scuola italiana indietro di oltre 20 anni in un contesto che però, nel frattempo, ha subito profondi cambiamenti e peggioramenti".

"Il ministro Gelmini - denuncia Di Meglio - aveva annunciato la propria intenzione di ripristinare l'insegnante unico, ma nel testo approvato dal Governo non era prevista questa riforma. La versione pubblicata dalla Gazzetta, invece, contiene questa importante novità, così come si può leggere nell'articolo 4".

Ecco, in sintesi, l'analisi del testo fornita dalla
Gilda: il primo comma chiarisce che l'istituzione del maestro unico rientra negli obiettivi di contenimento della spesa, "ovvero tagli", precisa Di Meglio, previsti dalla legge Finanziaria. I regolamenti attuativi di quest'ultima, che dovrebbero essere emanati entro il 6 ottobre, prevedono la costituzione di classi di scuola primaria funzionanti 24 ore e affidate a un unico maestro. Nei regolamenti, inoltre, si terrà conto delle domande delle famiglie per una più ampia articolazione del tempo-scuola, "ed evitare così - spiega il coordinatore nazionale - una possibile rivolta dei genitori che usufruiscono del tempo pieno". Un'apposita "sequenza contrattuale", infine, dovrà definire il pagamento delle ore aggiuntive, prestate dai maestri, rispetto all'orario contrattuale e le risorse saranno attinte dai risparmi conseguiti attraverso i tagli di organico.

"Se la scuola elementare - dichiara Di Meglio - dovrà funzionare, com'è scritto, per 24 ore, detraendo le due ore di religione, ne restano 22 per gli insegnamenti curricolari. A questo punto, è evidente la necessità di una drastica semplificazione dei programmi". Secondo il coordinatore della Gilda, "l'eliminazione degli spazi di contemporaneità tra i docenti farà venir meno qualsiasi possibilità di avere a disposizione risorse per il recupero degli alunni in difficoltà e per l'integrazione di quelli stranieri. Inoltre - conclude Di Meglio - cadrà totalmente la possibilità, attualmente prevista, di utilizzare tali spazi orari per supplenze brevi. Si tratta di cambiamenti che non considerano affatto il notevole aumento degli alunni per classe, la presenza massiccia di studenti stranieri e l'incremento di allievi disabili già non adeguatamente seguiti a causa della riduzione del numero dei docenti di sostegno".

Ricordando che la legge 820 del 1971 prevede il divieto di affidare a un maestro un numero di alunni superiore a 25,
Di Meglio chiede il rispetto della norma e sottolinea che "i provvedimenti amministrativi, ovvero decreti ministeriali, ordinanze e circolari, non possono derogare una legge. Grazie all'alto livello della sua qualità, la scuola primaria italiana si colloca ai primi posti nel mondo e lo Stato, invece di premiare i maestri, - attacca Di Meglio - li colpisce sempre duramente. Basta pensare - conclude - che sono già ingiustamente penalizzati dal contratto perché, nonostante debbano essere laureati come gli altri docenti, percepiscono uno stipendio inferiore e lavorano più ore".