Scuola
Scuola, da oggi il 'maestro unico' Proteste diffuse nelle scuole, opposizione promette battaglia ApCOM, 16.9.2008 Roma, 16 set. (Apcom) - Tra i provvedimenti del governo che hanno indotto ieri molti docenti e studenti, nel primo giorno di scuola, a protestare con il lutto al braccio c'è al primo posto il ritorno al maestro unico: la novità è contenuta nel decreto legge n. 137 che tra oggi e domani verrà discusso in commissione Cultura alla Camera. La commissione esaminerà il testo (il maestro unico è citato nell'articolo 4), dopo aver preso atto del parere dei rappresentanti delle associazioni di presidi, insegnanti, studenti, genitori e di parti in causa determinanti nella sua gestione (comuni, le province e le regioni): nel pomeriggio prenderà in esame il provvedimento e nella giornata di martedì è previsto il parere finale. Che sarà determinante per la sua approvazione. Nei giorni successivi il decreto sul maestro unico passerà all'esame della Camera: l'opposizione minaccia ostruzionismo, però la maggioranza appare fortemente intenzionata (dopo le rientrate critiche del ministro Umberto Bossi) a non voler accogliere emendamenti. Si prevede che uno dei punti su cui si discuterà in sede parlamentare sarà l'obbligatorietà della sua applicazione. Dai documenti disponibili nel sito della Camera emerge infatti una contraddizione: "la relazione illustrativa - si legge nelle osservazioni tecniche allegate al decreto - parla di 'possibilità' per le istituzioni scolastiche di costituire classi a insegnante unico, mentre il testo della disposizione sembrerebbe prefigurare un obbligo". Nei giorni scorsi il presidente della commissione Cultura, Valentina Aprea (Fi), ha però specificato che la riduzione delle attuali ore settimanali (dall'attuale tempo pieno oppure 27-30 sino alle 24 ore che contraddistinguono l'unico docente per classe) "sarà solo un modello: ma per venire incontro alla domanda sociale - ha detto Aprea - si appresteranno anche modelli come quelli attuali". Le rassicurazioni non tranquillizzano però studenti e sindacati, le cui audizioni si prospettano particolarmente critiche. Secondo Enrico Panini, leader della Flc-Cgil, le iniziative prese dal governo, come il ritorno al maestro unico, sarebbero state attuate "contro il parere del mondo scientifico e culturale, che si è espresso contro i suoi provvedimenti. "Il ministro Gelmini - continua il sindacalista - si improvvisa pedagogista per fare il braccio armato di Tremonti. Spaccia per modernizzazione e qualificazione un'operazione di puro taglio, togliendo a questo paese risorse che appartengono a tutti i cittadini perchè realizzano il diritto universale alla conoscenza". La Flc-Cgil è convinta che, al di là, delle dichiarazioni riassicuranti del ministro Gelmini "scuole materne e scuole elementari che chiuderanno alle 12,30 mettendo le famiglie in grave difficoltà, impoverendo l'offerta formativa violando il principio di uguaglianza". Durante la due giorni di discussione del testo in commissione i docenti delle ex elementari, sostenuti da sindacati, associazioni, coordinamenti anche studenteschi manifesteranno la loro contrarietà attraverso un sit-in fuori al Parlamento. La protesta sarà sostenuta anche dall'opposizione e dall'estrema sinistra. In attesa dell'iter parlamentare i vertici di viale Trastevere si sono messo al lavoro per la realizzazione dell'apposito regolamento attuativo e difendono il provvedimento: anche se la sua introduzione comporterà l'addio a 30-35 mila docenti nel prossimo triennio, il ministro Gelmini ha più volte citato uno studio della rivista Tuttoscuola per la quale il servizio del tempo pieno verrà comunque integrato del 50%. La simulazione prevede che se circa la metà delle attuali classi normali cosiddette a modulo (con tre docenti su due classi) passassero a 24 ore settimanali vi sarebbero 50-52 mila classi con il docente unico, con un risparmio di altrettante mezze unità di personale (e quindi di 25-26 mila posti). "Supponendo che un terzo di quel risparmio, pari a 16-17 mila mezze unità di personale docente (pari a circa 8 mila posti) fosse reinvestito gradualmente in nuove classi a tempo pieno - spiega la rivista specializzata - avremmo, senza oneri aggiuntivi, l'incremento di altrettante classi che passerebbero dalle attuali 33 mila (25% del totale) a circa 50 mila (37% del totale) con un aumento del tempo pieno del 50%". Che corrispondono a circa di 300 mila alunni che beneficerebbero dell'estensione del servizio. Se il decreto legge n. 137 dovesse essere approvato dal parlamento (c'è tempo sino alla fine di ottobre) verrà attuato a partire dal prossimo anno scolastico: quando verranno annullati circa 10 mila posti, poi altrettanti per altri due anni, e riguarderà in prevalenza le regioni del nord dove tempo pieno e prolungato sono più affermati. Tutti posti che dovrebbero essere recuperati dalla riduzione dei tempi di 'compresenza' fra gli insegnanti della classe che, ora, vengono utilizzati per attività di recupero, laboratori e altre attività supplementari. Continueranno invece ad essere impartiti da insegnanti specializzati la lingua inglese, l'informatica e l'educazione fisica dal momento che, almeno per ora, non tutti i docenti sono formati ed abilitati per insegnare questo tipo di discipline.
Ad oggi le classi organizzate 'a modulo' sono
circa 104 mila (il 75% del totale), mentre quelle 'a tempo pieno'
sono meno di 35mila (il 25%). |