BORTOLOTTO
«La scuola vicentina è già eccellente».
Il Giornale di Vicenza,
9.9.2008
Già consigliere regionale, già senatore con i
Verdi, è tornato all’insegnamento con la cattedra di chimica
analitica all’istituto tecnico industriale Rossi. E tra le fila
della Gilda, di cui è coordinatore regionale, il vicentino Francesco
Bortolotto si batte sui problemi della scuola e dei docenti. In
questi giorni soffre ad ogni dichiarazione del ministro
dell’Istruzione Gelmini: «Perchè lei parla di grembiulini, voti e
maestro unico ma la verità è che questo è tutto fumo e che si stanno
per tagliare 50 mila classi in Italia» commenta.
Riformare significa anche tagliare, oltre che
migliorare la scuola, è l’idea del ministro.
Partiamo dalla preparazione dei nostri studenti. In gennaio sono
stati pubblicati i risultati dell'ultima rilevazione dell'Ocse.
L'Italia ha perso molte posizioni rispetto all'anno prima: siamo
oltre il 35° posto, in fondo alla classifica, sia per le conoscenze
di matematica che per le capacità di comprensione di un testo
scritto. L'indagine è stata fatta sugli studenti del primo e del
terzo anno delle scuole superiori. Questo è il dato medio nazionale.
Gli studenti di Vicenza ai primi posti. Se però andiamo a vedere
come se la sono cavata gli studenti di Vicenza e del nord-est c'è
una sorpresa: il punteggio raggiunto è al livello del settimo paese
Ocse, siamo cioè nel gruppo di testa dei paesi più avanzati. Va
anche sottolineato che ci sono differenze tra le scuole. Ad esempio
la Finlandia, che risulta al primo posto, ha una scuola con
pochissime materie (4-5) e quindi in quelle è normale che i ragazzi
vadano meglio dei nostri. Non sanno però niente di chimica,
informatica, meccanica, eccetera. In Italia invece, e nel nord-est
in particolare, la maggior parte degli studenti frequenta istituti
tecnici, con materie professionali.
Il sapere ha un prezzo, che dice dei costi
della scuola?
È da chiarire che i costi delle strutture sono pagati da Comuni e
Province. Qui nel Vicentino - va riconosciuto - non si sono mai
lamentati, anzi hanno investito quanto possibile per assicurare una
scuola dignitosa a tutti. Chi si lamenta è il governo, che sostiene
esclusivamente i costi del personale. E taglia. Con l'ultima manovra
approvata il 6 agosto 2008 il Ministero si propone di aumentare di
un punto il rapporto alunni/docenti, dall'attuale 8,9 a 9,9. Quel
numero si ottiene dividendo il numero totale degli studenti (7
milioni e 700 mila) per il numero totale degli insegnanti (870 mila)
e significa un taglio di circa 50 mila classi.
Nel Vicentino, nel 2008, abbiamo 104.849
studenti e “solo” 9385 insegnanti.
Non solo abbiamo meno insegnanti della media, ma abbiamo già
raggiunto e superato l'obbiettivo che il governo si propone per
l'anno prossimo, il 9,9. Siamo già a 11,2. Qui è da molto tempo che
tagliano. Io dico: lasciate in pace la nostra scuola, che è di buona
qualità e costa meno delle altre, ed ha già abbondantemente superato
gli obbiettivi che si propone il ministro Tremonti e dovrebbe essere
considerata un modello da applicare in tutto il paese. Bisognerebbe
stare bene attenti a non cambiare nulla, lasciar lavorare gli
insegnanti (magari con un po' di gratitudine) e non pensare di poter
tagliare ancora sul finanziamento di una provincia che già adesso ha
il 20% di insegnanti in meno rispetto alla media nazionale.
La Gilda ha già il quadro di quest’anno...
In provincia di Vicenza a fronte di un aumento di 631 alunni sono
stati assegnati solo 22 insegnanti, cioè uno ogni 30 alunni. Per
restare all'obbiettivo di uno a 9,9 bisognerebbe assumerne altri 41.
Il rapporto alunni-docenti è aumentato ancora. Forse per questo
imprenditori ed insegnanti universitari lamentano un generale
scadimento dei ragazzi rispetto a quelli di 20 anni fa. Lo constato
anch'io nella scuola in cui insegno. Dev'essere un fattore comune a
tutti i paesi Ocse.
Che ne pensate degli esami di riparazione?
Sugli esami di settembre si sta finalmente facendo marcia indietro,
ma si moltiplicano i tagli sui finanziamenti e sul numero di
insegnanti.
Domani che succederà allora?
Se verrà messo in atto quanto minacciato dal decreto 112 del 2008,
ormai purtroppo convertito in legge (n.133 dell'8 agosto 2008), la
situazione diverrà insostenibile. È previsto in tre anni il taglio
di 67 mila docenti e 42 mila non docenti. La mia fonte è la
relazione tecnica alla manovra finanziaria 2009/2011. Si tratterà in
pratica di tagliare migliaia di classi, stipare gli studenti nelle
altre, tornare alla maestra unica, ridurre del 10-15% il tempo
scuola alle elementari e negli istituti tecnici e professionali,
togliere ai bambini handicappati l'insegnante di sostegno, chiudere
le scuole dei piccoli Comuni.
Si risparmieranno così 4,6 miliardi di euro
l'anno.
In quelle condizioni però la scuola cederà anche nella nostra
provincia. La gente ha visto cosa è successo nella trasferta a Roma
dei tifosi del Napoli? Oppure i disordini davanti allo stadio di
Catania con un poliziotto morto? Quelli sono giovani cresciuti in
quartieri in cui la scuola ha già ceduto. E non certo per colpa
degli insegnanti, come crede l'ingenua ministra Gelmini. Quando la
scuola non riesce più a svolgere la sua funzione la situazione si fa
drammatica. Non si tratta di trovarsi con cittadini ignari di
Foscolo o dell'equazione di Planck.
Ci troveremo con un forte aumento di delinquenti inconsapevoli e
irresponsabili. Sarà pericoloso uscire di casa, ma risparmieremo.
Chi nel governo non ha compreso la funzione della scuola dovrebbe,
forse, tornare a scuola.