E' stata presentata ai sindacati una bozza della
riforma messa in campo dal governo
Molti condizionali, ma proviamo a fare il punto su come potrebbe
cambiare la scuola
Maestro unico, trenta per classe
ecco il decalogo della Gelmini.
Salvo Intravaia la
Repubblica, 25.9.2008
Classi più numerose: fino a 29
alunni all'asilo, fino a 30 nelle prime di medie e superiori. Lo
prevede la bozza di regolamento per la riorganizzazione della rete
scolastica presentata ieri dal Ministero dell'Istruzione ai
sindacati di categoria. Non ancora il piano programmatico promesso
dal ministro Maria Stella Gelmini.
Il documento contiene i nuovi criteri per la formazione delle
classi, l'accorpamento degli istituti, l'impiego del personale in
esubero. "Il piano deve essere definito nei dettagli con il ministro
dell'Economia", è stato spiegato ai sindacati.
E infatti la riforma parte proporio dalla attuazione della manovra
economica estiva. Comunque tra mille illazioni, polemiche e
incertezze ("assurde", dicono i sindacati) proviamo a fare il punto
su quali dovrebbero essere - il condizionale è d'obbligo - le norme
che in pochi anni dovrebbero cambiare volto alla scuola italiana.
Due parole d'ordine, "essenzialità"
e "continuità": la seconda con le riforme precedenti, compresa
quella del Centro-sinistra, e la prima per semplificare e rendere
più efficiente l'intero sistema-scuola. Il Piano si muove su tre
direttici: Revisione degli ordinamenti scolastici, Dimensionamento
della rete scolastica italiana e Razionalizzazione delle risorse
umane, cioè tagli.
Scuola dell'infanzia.
L'organizzazione oraria della scuola materna rimarrà sostanzialmente
invariata. Saranno reintrodotti gli anticipi morattiani (possibilità
di iscrivere i piccoli già a due anni e mezzo) e nelle piccole isole
o nei piccoli comuni montani l'ingresso alla scuola dell'infanzia
potrà avvenire, per piccoli gruppi di bambini, anche a due anni.
L'esperienza delle "sezioni primavera" per i piccoli di età compresa
fra i 24 e i 36 mesi sarà confermata.
Scuola primaria.
E' il ritorno al maestro unico la novità che ha messo in subbuglio
la scuola elementare. Già dal 2009 partiranno prime classi con
scansione settimanale di 24 ore affidate ad un unico insegnante che
sostituisce il "modulo": tre insegnanti su due classi. Le altre
opzioni possibili, limitatamente all'organico disponibile, saranno
27 e 30 ore a settimana. La Gelmini "promette" anche di non toccare
il Tempo pieno di 40 ore settimanali che potrebbe essere addirittura
incrementato ma, su questo punto, pare che il ministero
dell'Economia non sia d'accordo. E l'insegnamento dell'Inglese sarà
affidato esclusivamente ad insegnanti specializzati, non più
specialisti, attraverso corsi di 400/500 ore.
Scuola secondaria di primo
grado. La scuola media è
al centro di un autentico tsunami che si pone come obiettivo quello
di scalare le classifiche internazionali (Ocse-Pisa) che vedono i
quindicenni italiani agli ultimi posti. L'orario scenderà dalle
attuali 32 ore a 29 ore settimanali. Per questo verranno rivisti
programmi e curricoli. Il Tempo prolungato (di 40 ore a settimana)
sarà mantenuto solo a determinate condizioni, in parecchi casi verrà
tagliato. Per cancellare l'onta dei test Pisa, si prevede il
potenziamento dello studio dell'Italiano e della Matematica. Stesso
discorso per l'Inglese, il cui studio potrà essere potenziato solo a
scapito della seconda lingua comunitaria introdotta dalla Moratti.
Secondaria di secondo
grado. La scuola
superiore, rimasta fuori da riforme strutturali per decenni, vedrà
parecchi cambiamenti. Gli 868 indirizzi saranno ricondotti ad un
numero "normale". I ragazzi che opteranno per i licei (Classico,
Scientifico e delle Scienze umane) studieranno 30 ore a settimana.
Saranno rivisti, anche al superiore, curricoli e quadri orario. Al
classico saranno privilegiati Inglese, Matematica e Storia
dell'Arte. Allo scientifico, in uno o più corsi, le scuole autonome
potranno si potrà sostituire il Latino con lingua straniera. I
compagni degli istituti tecnici e professionali saranno impegnati
per 32 ore a settimana. Stesso destino per i ragazzi dei licei
artistici e musicali.
Riorganizzazione rete
scolastica. Attualmente,
la scuola italiana funziona attraverso 10.760 istituzioni
scolastiche che lavorano su 41.862 "punti di erogazione" del
servizio: plessi, succursali, sedi staccate, ecc. Secondo i calcoli
di viale Trastevere, 2.600 istituzioni scolastiche con un numero di
alunni inferiore alle 500 unità (il minimo stabilito dalla norma per
ottenere l'Autonomia) o in deroga (con una popolazione scolastica
compresa fra le 300 e le 500 unità) dovrebbero essere e smembrate e
accorpate ad altri istituti. Dal ondata di tagli della Gelmini si
salverebbero soltanto le scuole materne. Dovrebbero, invece,
chiudere i plessi e le succursali con meno di 50 alunni: circa 4.200
in tutto. In forse anche i 5.880 plessi con meno di 100 alunni. Ma
l'intera operazione, che il ministro vuole avviare già a dicembre,
dovrà trovare il benestare di Regioni ed enti locali.
Razionalizzazione risorse
umane: i tagli. Il
capitolo dei tagli è lunghissimo. Alla fine del triennio
2009/2010-2011/2012 il governo Berlusconi farà sparire 87.400
cattedre di insegnante e 44.500 posti di personale amministrativo,
tecnico e ausiliario (Ata): 132 mila posti in tutto. Il personale
Ata verrà ridotto del 17 per cento. Il rapporto alunni/docente dovrà
crescere di una unità. Maestro unico, soppressione di 11.200
specialisti di Inglese alle elementari, contrazione delle ore in
tutti gli ordini di scuola, compressione del Tempo prolungato alla
scuola media, rivisitazione delle classi di concorso degli
insegnanti e ulteriore taglio all'organico di sostegno
contribuiranno alla cura da cavallo che attende la scuola italiana.
L'intera operazione dovrebbe consentire risparmi superiori a 8
miliardi di euro che in parte (30 per cento) potranno ritornare
nelle tasche degli insegnanti, ma solo dei più meritevoli.