L' intervista
L' ex ministro: «La scuola non può più essere quella del ' 900»

Berlinguer difende la Gelmini
«Non sciuperà le elementari».

«Contestato anch' io: innovare non è moltiplicare i docenti»

Iossa Mariolina Il Corriere della Sera, 16.9.2008

ROMA - Professor Luigi Berlinguer, ieri il ministro Gelmini si è trovata a fronteggiare una larga protesta. «Anch' io, quando sono stato ministro della Pubblica istruzione ho suscitato proteste di professori e studenti. I primi vennero sotto le finestre del ministero capeggiati da una persona seria come è Gianfranco Fini per dire no alla mia proposta di valutazione del corpo docente. Si sentivano offesi: io poi corressi quella proposta, facendo autocritica, perché mi resi conto che i tempi non erano maturi per il testo. Un' altra volta furono gli studenti di estrema sinistra a manifestare. In una democrazia le proteste sono da considerare ordinarie, io non sono nè a favore nè contro, purché offrano un' occasione vera di dialogare nel merito. Discutere di che cosa si insegna e di come lo si insegna. È questo che manca». Famiglie e professori denunciano un attacco alla scuola elementare da parte del ministro. Lei vede questo attacco? «La scuola elementare italiana funziona meglio di quella media e superiore perché non è stata contaminata da Croce e da Gentile, c' è un buon intreccio tra teoria e pratica. Separare teoria e pratica è stato il grande delitto. Detto ciò, io non credo che il ministro voglia sciupare la scuola elementare. Ed è indubbio che esista un problema vero di numero dei docenti e di risorse. Ma siccome nel tempo pieno è impossibile fare a meno del doppio insegnante e il ministro mi pare molto attento alle famiglie, non credo che lo toccherà». Tutti gli altri dovranno accontentarsi del maestro unico? «Maestro unico o compresenza, l' importante è, di nuovo, entrare nel merito. La scuola non può più essere quella del primo Novecento, penso per esempio che l' apprendimento musicale e la lingua straniera debbano trovare spazio. Ma non moltiplicando gli insegnanti e le ore. Come presidente del comitato per l' apprendimento della musica sto presentando al ministro un progetto che non prevede costi aggiuntivi ma utilizza le competenze che ci sono nelle scuole. Qualche istituto già lo fa. La stessa cosa può valere per l' inglese». Il ministro però vuole ridurre il numero di insegnanti. «Ci sono alternative al maestro unico per ridurre i costi. Io per esempio avevo previsto con la mia riforma dei cicli la soppressione di un anno tra l' inizio della materna e la fine delle medie: 10 anni invece di 11. I bambini oggi arrivano in prima elementare che sanno già leggere e scrivere. Inoltre tutti i ragazzi europei escono dalle superiori a 18 anni, i nostri a 19. Sopprimendo quell' anno inutile, ci sarebbe un grande risparmio. Allora, l' alleanza tra destra e sindacati bocciò la mia riforma perché riduceva il numero dei docenti». Un solo insegnante non rischia di impoverire la formazione? «Il rischio che io vedo è che il maestro unico sia soprattutto dedito all' insegnamento delle materie umanistiche a scapito di matematica e scienze. Ma se ragioniamo nel merito e non sull' onda delle polemiche politiche, si può ridurre il rischio prevedendo per le quarte e le quinte la partecipazione di insegnanti delle scuole medie, negli istituti comprensivi, con laboratori sperimentali. Per un bambino la scienza imparata attraverso la pratica vale molto più di tanta teoria».