Gelminazioni.

Stefano Borgarelli, 6.9.2008.

Titoloni severi come maestri d’antan l’hanno chiamata “Somara unica”. I maligni dicono in giro che non ha gli attributi di Letizia per tenere a freno (un po’, almeno) un tributarista non privo d’influenza sul suo dicastero. Così il maestro (la maestra) tornerebbe da solo (da sola) per complicate ragioni economiche, che diversamente dal vintage dei grembiulini e dei voti in condotta, sola soletta alla lavagna, lei non saprebbe minimamente giustificare. Nient’altro che materialismo volgare.

La geminazione del maestro (della maestra) risale agli anni ’70, tempi di tempo pieno e di “cattivi maestri”. I loro fantasmi pare girino ancora, di notte, nella bassa padana. Insieme all’eco delle piazze e d’inquietanti esperimenti pedagogici. S’intuisce facilmente come le maestre (il 98% del totale, eccellenti dicono) siano finite nel mazzo dei maestri (cattivi). E poi tutte queste famiglie allargate in moduli, prolungate nel tempo. Un bailamme. Una babele.

La Gelminazione d’oggi – che decreta bizzarramente la riduzione all’Uno – arriva dalla bassa padana. Non discende da Tremonti (come dicono i maligni). Viene dai dintorni di Leno, dove si fanno ancora le sagre del “pà e formài”. Dove per tenere a bada i fantasmi, meglio ancora di una maestra unica, un maestro virilmente solo basta e avanza.