Sacconi annuncia la riforma: obbligo di referendum e sanzioni. Insorge la Cgil

Stretta sugli scioperi
nei servizi pubblici

Epifani: a rischio un diritto garantito dalla Costituzione. Cisl e Uil: serve un confronto

Luisa Grion, la Repubblica, 15.10.2008

ROMA - Per proclamarli bisognerà indire un referendum, chi vi aderirà dovrà dirlo chiaro e tondo prima, e le sanzioni le applicherà il prefetto. Arriva la stagione degli scioperi e il governo annuncia una riforma destinata a modificare radicalmente le norme che regolano quelli nei servizi di pubblica utilità. La novità è stata annunciata dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi che ha anticipato l'intenzione dell'esecutivo di varare un disegno di legge delega da sottoporre al Parlamento.

Lo scopo, premette, e quello di «prevenire il conflitto attraverso forme di conciliazione e arbitrato» ed «evitare l'annuncio di astensioni dal lavoro che determinino un danno ai servizi di pubblica utilità». Se il tentativo di pacificazione non dovesse però andare a segno le regole cui il governo pensa sono tali da far pensare - a opposizione e sindacato - che si vada incontro ad una lesione stessa del diritto di sciopero garantito dalla Costituzione.

Fra i punti fondamentali del disegno di legge annunciato vi sarà l'obbligatorietà di un referendum consultivo e l'adesione individuale all'astensione, per far sì che gli utenti siano informati del reale peso dello sciopero. Cambieranno anche le norme sulla revoca che «per poter evitare la trattenuta - spiega il ministro - dovrà essere adeguatamente anticipata» tranne nel caso in cui non si arrivi all'ultimo momento ad un accordo. L'intervallo fra uno sciopero e l'altro, anticipa Sacconi, dovrà essere «più robusto e garantito»; sarà incentivato lo sciopero virtuale. «Si potrà fare con un fazzoletto al braccio, per cui il lavoratore è in stato di agitazione e perde il salario, però il datore di lavoro paga una congrua cifra per ogni lavoratore che si astiene virtualmente» e le risorse andranno a finire in un fondo solidaristico. Quanto alle sanzioni, visto che oggi sono applicate dal datore di lavoro «che non lo fa mai», Sacconi pensa all'ipotesi di affidare l'incarico al prefetto.

Una svolta che il sindacato boccia in toto: «Il governo palesa un tratto illiberale fino al rischio di mettere in discussione il diritto di sciopero ora garantito dalla Costituzione» commenta la Cgil. Il sindacato di Epifani denuncia anche il pericolo «d'introdurre tratti autoritari in un conflitto sociale che invece richiederebbe regole condivise e consenso» e avverte di essere disponibile allo sciopero virtuale, ma che la formula semmai non è piaciuta alle aziende.

Stessa linea per il Pd che con Paolo Nerozzi annuncia «profonda contrarietà». Cisl e Ugl chiedono che in materia si apra il confronto. La Uil ricorda che «interventi unilaterali di tipo legislativo non farebbero che accrescere la conflittualità».