LA SCHEDA
Scuola, un mese caldo
scioperi insieme ai cortei.
Salvo Intravaia, la
Repubblica, 17.10.2008
Dal maestro unico ai
precari degli enti di ricerca: ecco tutti i motivi di una protesta
che da settimane porta in piazza insegnanti, alunni e genitori,
tutti contro il ministro dell'istruzione, dell'Università e della
Ricerca, Mariastella Gelmini.
Il maestro
unico. Il
ripristino del maestro unico nella scuola primaria sin dal prossimo
anno scolastico è uno dei temi che mette d'accordo insegnanti,
genitori e buona parte dei pedagogisti. Il team (tre insegnanti che
operano su due classi) ha portato la scuola elementare italiana ai
primi posti nelle classifiche internazionali. Il nostalgico ritorno
al maestro unico, spiegano i sindacati, è dettato soltanto da
"necessità di cassa" e accorcerà il tempo scuola a 24 ore
settimanali: 4 ore e mezzo al giorno.
I tagli agli
organici della scuola.
I pessimisti parlano
di smantellamento della scuola pubblica italiana, il governo parla
di tagli per eliminare gli sprechi. Sta di fatto che la Finanziaria
estiva prevede una autentica cura da cavallo per il personale della
scuola. Una serie di "operazioni", come quella del maestro unico o
la riduzione delle ore di lezione alla media e al superiore,
consentiranno all'esecutivo di tagliare 87 mila e 400 cattedre e 44
mila e 500 posti di personale Ata: amministrativo, tecnico e
ausiliario. Saranno i 240 mila docenti precari delle graduatorie
provinciali a pagare il salatissimo prezzo della "razionalizzazione"
delle risorse e gli 80 mila Ata che ogni anno consentono alle scuole
di funzionare.
Le classi
per gli alunni stranieri.
La creazione di classi differenziate per gli alunni stranieri, "rei"
di rallentare i processi di apprendimento degli alunni nostrani, non
era messa in conto. Ma da quando la Lega ha preteso e ottenuto
l'approvazione di una mozione che istituisce di fatto le classi "per
soli stranieri" la questione si aggiunge al lungo elenco di
motivazioni che portano il mondo della scuola a protestare.
La chiusura
delle scuole.
Per rastrellare alcune centinaia di posti di dirigente scolastico e,
bidello e personale di segreteria il ministro Gelmini ha imposto
alle regioni, che si sono ribellate, di mettere mano ai Piani di
dimensionamento delle rete scolastica. Secondo i calcoli effettuati
dai tecnici di viale Trastevere, una consistente fetta delle 10.766
istituzioni scolastiche articolate in quasi 42 mila plessi
scolastici va tagliata. Così circa 2.600 istituzioni scolastiche
autonome rischiano di essere smembrate e accorpate ad altri
istituti. Ma quello che preoccupa maggiormente gli amministratori
locali è che il ministero vorrebbe cancellare dalla mappa scolastica
del Paese circa 4.200 plessi con meno di 50 alunni.
Il contratto
dei prof.
Non è uno dei punti più indagati dai media ma i sindacati ricordano
al governo che maestri e prof hanno il contratto scaduto da 10 mesi.
E in tempi di tempeste finanziarie e inflazione galoppante la
questione appare di un certo rilievo.
Il
provvedimento "ammazza precari" degli enti di ricerca.
Il tourbillon Gelmini tocca anche le università e gli enti di
ricerca dove la protesta ha già dato luogo ad occupazioni e
manifestazioni che vedono gomito a gomito studenti e professori. In
base a un disegno di legge, già approvato dalla Camera, che contiene
una norma sulla stabilizzazione dei precari, 60 mila cervelli
nostrani che fino ad oggi hanno lavorato presso università ed enti
di ricerca rischiano di vedere andare in fumo i loro sogni. Se gli
enti da cui dipendono non riusciranno a stabilizzarli entro il 30
giugno 2009 dovranno trovarsi un'altra sistemazione: magari
all'estero.
La
privatizzazione delle università.
La coppia Tremonti-Gelmini, secondo studenti e mondo accademico, ha
messo al collo degli atenei un autentico nodo scorsoio che li
metterà nelle mani dei privati. Il decreto-legge 112 prevede la
riduzione annuale, fino al 2013, del Fondo di finanziamento
ordinario e un taglio del 46 per cento sulle spese di funzionamento.
Un combinato che farà mancare l'ossigeno agli atenei e li
costringerà, anche attraverso la trasformazione in Fondazioni, a
cercare capitali privati.
Il turn over
"col contagocce".
Ogni cinque professori universitari che andranno nei prossimi anni
in pensione gli atenei potranno assumere un solo ricercatore. Quella
di entrare stabilmente nel mondo universitario, per migliaia di
precari già in forze presso gli atenei, diventa un autentico
miraggio. Per questo gli studenti dell'Unione degli universitari
hanno coniato lo slogan "sorridi ... se ci riesci".