MOBILITAZIONI IN TUTTA ITALIA CONTRO LA RIFORMA DEL MINISTRO Si scalda la protesta anti-Gelmini Oggi lo sciopero indetto dai Cobas mentre in tutta Italia continuano le occupazioni La Stampa, 17.10.2008
ROMA Proprio a Roma, è arrivata al secondo giorno l’occupazione del liceo classico Terenzio Mamiani, dalle cui finestre è stato appeso lo striscione «Mamiani (pre)occupato, è solo l’inizio». L’occupazione ha coinvolto un centinaio di studenti. Mentre a Genova, gli studenti medi si sono organizzati in un movimento chiamato «Kaos», che oggi sfilerà in corteo per le strade della città assieme alle associazioni degli studenti universitari, unendosi idealmente alla manifestazione sindacale di Roma. Prosegue intanto lo scontro politico sulle proteste contro il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Se Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto, definisce le «notti bianche» della scuola «uno spreco da 180 milioni di euro» per via dell’energia elettrica consumata, un altro governatore, Nichi Vendola (Puglia), rinnova il suo sostegno a studenti, genitori e insegnanti in lotta contro quella che viene definita una «violenta controriforma». Oggi lo sciopero generale indetto dai Cobas coinvolgerà, oltre a tutto il personale della scuola, i trasporti (fermi dalle 8.30 alle 17), i vigili del fuoco e gli operatori della sanità. La manifestazione nazionale partirà da piazza della Repubblica, con un corteo che arriverà fino a piazza San Giovanni.
Anche i Comitati degli insegnanti precari (Cip)
hanno annunciato la loro adesione allo sciopero, contestando
«l’estemporaneità delle iniziative legislative, l’assenza di
attendibilità pedagogica, l’iter d’urgenza scelto dal governo»,
oltre al «mancato rispetto degli impegni sanciti dalla finanziaria
2007 in materia di docenti precari». In contemporanea al corteo
romano, si terranno manifestazioni in varie città italiane. A
Milano, marcerà da piazza Missori anche la federazione provinciale
di Rifondazione comunista, che sottolinea la necessità di «un grande
fronte di mobilitazione contro l’attacco frontale alla scuola
pubblica». «Distruggendo la scuola - afferma il Prc del capoluogo
lombardo - si scardina uno dei luoghi fondanti della cittadinanza:
nella società della conoscenza, limitare l’accesso al sapere
significa condannare un paese alla barbarie, e limitare la
cittadinanza di uomini e donne». |