Spunta a sorpresa l'accorpamento degli istituti
con meno di 50 alunni
Nel decreto sanità i tagli alle scuole La Gelmini tranquillizza: "Sono bugie della sinistra. Nessuna riduzione" Salvo Intravaia, la Repubblica, 11.10.2008 Le scuole nelle piccole isole e nei piccoli comuni montani potrebbero sparire già dal prossimo anno. In poche settimane, infatti, le Regioni dovranno predisporre i Piani di dimensionamento della rete scolastica. Il diktat del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, alle autonomie locali arriva "nascosto" in un provvedimento che apparentemente non ha nulla a che vedere con la scuola: il decreto-legge 154 dal titolo "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali" ha l'intero articolo 3 dedicato alla riduzione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate. Il tutto in linea con il Piano che detta le regole per tagliare in un triennio 132mila posti. Per effettuare i poderosi tagli imposti dal collega dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla scuola occorre mettere mano alla rete scolastica. Infatti, accorpare due scuole con meno di 500 alunni consente di tagliare almeno un posto di dirigente scolastico e uno di direttore dei servizi amministrativi (l'ex segretario). Per ridisegnare la mappa delle istituzioni scolastiche il decreto dà tempo alle Regioni fino al 30 novembre prossimo. Ma non solo. Le amministrazioni che dovessero risultare inadempienti, dopo appena 15 giorni, verranno "sollevate dall'incarico". La Gelimini però tranquillizza puntando l'indice contro l'opposizione che dice "bugie": "Non ci saranno la paventata chiusura di 4000 istituti, né il taglio degli insegnanti di sostegno, né l'attacco all'autonomia degli enti locali. Sono falsità che la sinistra tenta di usare per fare disinformazione". Dichiarazioni che non placano le polemiche. A partire dall'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, Pd: "Hanno cominciato con le scuole sotto i 500 alunni, domani toccherà a quelle con meno di 300 finora coperte da deroga, per arrivare poi al taglio degli insegnanti di sostegno". Critico anche il presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso e l'assessore all'istruzione, Gianna Pentenero denunciano: "Così il governo ha deciso di tagliare 816 scuole solo in Piemonte". Gli fa eco l'assessore all'istruzione della regione Umbria Maria Prodi, preoccupata che così "la scuola sarà agonizzante, senza risorse, penalizzata da tagli imposti senza alcuna ragionevolezza". n tutto il territorio nazionale sono 4.200 i plessi con meno di 50 alunni. Rischiano di ritrovarsi senza scuola i bambini di tanti piccoli centri di montagna e delle piccole isole: Capri, Favignana e dell'arcipelago delle Eolie. Per chiarire meglio la questione è opportuno citare qualche dato. Il servizio scolastico statale, in Italia, è erogato da 10.760 istituzioni scolastiche che si articolano sul territorio in 41.862 scuola (plessi, sedi centrali e distaccate, succursali). Per ridurre la dotazione di dirigenti scolastici, dei segretari e del personale Ata basta smembrare e accorpare ad altri istituti le istituzioni scolastiche che, ai sensi di una norma del 1998, risultano sottodimensionate: con meno di 500 alunni. In tutta la Penisola, secondo i conti fatti da viale Trastevere, ce ne sarebbero quasi 2.600: il 24 per cento.
La stessa norma consente ai soli istituti comprensivi (di scuola
dell'infanzia, primaria e media) ubicati in piccole isole e zone di
montagna di scendere fino a 300 alunni, ma non oltre. Attualmente,
da Nord a Sud, ci sono sparse nei centri più arroccati o nelle isole
più piccole del Paese oltre 600 istituzioni scolastiche con meno di
300 alunni, che le regioni dovrebbero cancellare. Per la verità, la
stessa norma stabilisce che gli istituti con oltre 900 alunni
andrebbero suddivisi in due (o in tre) per evitare situazioni di
estrema complessità. Ma nel Piano della Gelmini degli oltre 2.600
istituti "over size" non si parla. |