Proteste
a roma, bloccati alcuni binari della stazione termini
Scuola, le Regioni contro il governo
«Via la norma sul commissariamento»
Errani: «Cancellino l'articolo che riguarda le
regioni inadempienti».
Sospesa la Conferenza unificata
Il Corriere della Sera,
16.10.2008
ROMA - Protestano gli studenti e protestano i
Governatori. È la riforma della scuola, in questi giorni, il vero
"fronte caldo" del governo. A Roma migliaia di ragazzi - 10 mila
secondo l'Unione degli Universitari (Udu) - hanno sfilato in un
corteo di protesta fuori dalla "Sapienza" contro la riforma Gelmini
e i tagli all'Università previsti dalla Finanziaria. Alcuni studenti
si sono poi spostati alla stazione Termini, dove hanno bloccato i
binari 3, 4 e 5, provocando qualche disagio ai passeggeri in arrivo
e partenza (la protesta è poi terminata). A Firenze sono state
organizzate lezioni universitarie in piazza «contro i tagli previsti
dalla legge 133». Al momento, nel capoluogo toscano, sono occupate
due sedi di scienze, la facoltà di agraria e quella di scienze
politiche. Occupazioni e assemblee sono i corso anche a Bologna e
Torino e in altre città universitarie. Previste manifestazioni anche
a Milano, in occasione dello sciopero generale indetto per venerdì
dai sindacati di base: Cub, Cobas e SdL si ritroveranno in piazza
Missori, dove si concentrerà la protesta contro la riforma Gelmini
con un corteo che arriverà fino a in via Ripamonti, sede del
provveditorato. In piazza, a fianco dei sindacati di base, ci
saranno anche ReteScuole (insegnanti e genitori) e i collettivi
universitari milanesi mobilitati da giorni contro i tagli
all'università. Per quanto riguarda la manifestazione di Roma, i
Cobas annunciano che il corteo sarà aperto dallo striscione «No alla
distruzione della scuola».
SCONTRO GOVERNO-REGIONI
- Nel frattempo, però, insorgono anche le Regioni. I governatori
dicono no
al commissariamento degli enti che, entro il 30 novembre, non
metteranno in pratica il piano di ridimensionamento degli istituti
scolastici, così come è previsto dall'articolo 3 del decreto
154. Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni, spiega
che si tratta di un «punto istituzionalmente gravissimo». «Se non
viene eliminata quella norma - aggiunge - le Regioni non
parteciperanno alla conferenza unificata». «È inaccettabile -
aggiunge Errani - che noi siamo venuti a conoscenza di quest'articolo
che ci interessa così direttamente solo leggendo il testo, che
peraltro riguarda la sanità e non la scuola, senza aver avuto dal
Ministero alcun tipo di comunicazione, per noi è stata una
sorpresa». Alla richiesta delle Regioni, il governo ha risposto di
avere bisogno di tempo. La riunione è quindi stata sospesa a data da
destinarsi. Il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, ha
però commentato: «In dieci anni i parametri che dimensionano gli
istituti scolastici, frutto di un dpr del '98, non sono mai stati
rispettati».
COMMISSARIO AD ACTA
- La norma in questione è contenuta nell'articolo 3 del Decreto
legge 7 ottobre 2008 ("Disposizioni urgenti per il contenimento
della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le
autonomie locali" -
leggi l'articolo 3): «I piani di ridimensionamento delle
istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e
degli enti locali - si legge - devono essere in ogni caso ultimati
in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di
razionalizzazione della rete scolastica previsti dal presente comma,
già a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre
il 30 novembre di ogni anno». Quindi segue il passaggio che ha fatto
infuriare i governatori: «Il Presidente del Consiglio dei Ministri,
su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto
con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca,
sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, diffida le
regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici
giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali
idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di
ridimensionamento della rete scolastica. Ove le regioni e gli enti
locali competenti non adempiano alla predetta diffida, il Consiglio
dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle
finanze, di concerto con il Ministro dell'istruzione,
dell'università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti
con le regioni, nomina un commissario ad acta».