Il premier annuncia la linea dura contro le
occupazioni studentesche
"Darò istruzioni a Maroni su come intervenire attraverso le forze
dell'ordine"
Berlusconi: "Polizia nelle università
Dalla sinistra bugie, dalla Rai ansia"
Dura risposta dal Pd: "Pompiere piromane, vuole
alimentare ad arte la tensione"
la
Repubblica, 22.10.2008
ROMA - Berlusconi convoca una conferenza stampa a Palazzo Chigi per
mandare un avvertimento agli studenti: "Non permetterò l'occupazione
delle università. L'occupazione di luoghi pubblici non è la
dimostrazione dell'applicazione della libertà, non è un fatto di
democrazia, è una violenza nei confronti degli altri studenti che
vogliono studiare". Poi, rivolto a una giornalista del Manifesto che
aveva posto la domanda, aggiunge: "Avete 4-5 anni per fare il callo
su queste cose. Io non retrocederò di un millimetro".
Ordini al
Viminale.
"Convocherò oggi - prosegue Berlusconi - il ministro degli Interni,
e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso
le forze dell'ordine per evitare che questo possa succedere". "La
realtà di questi giorni - dice ancora il premier - è la realtà di
aule piene di ragazzi che intendono studiare e i manifestanti sono
organizzati dall'estrema sinistra, molto spesso, come a Milano, dai
centri sociali e da una sinistra che ha trovato il modo di far
passare nella scuola delle menzogne e portare un'opposizione nelle
strade e nelle piazze alla vita del nostro governo".
Opposizione
in allarme.
Le parole del premier sono state accolte con enorme preoccupazione
dal Pd. "La decisione del presidente del Consiglio di ricorrere
all'uso della forza pubblica contro le famiglie e gli studenti che
protestano per difendere il diritto allo studio - dice il ministro
ombra per le Politiche giovanili Pina Picierno - è gravissimo, è un
atto inconcepibile che lede diritti fondamentali garantiti dalla
Costituzione". "Oggi - prosegue - uno stato di polizia contro mamme
e bambini e domani magari contro i precari che protestano? Cosa ha
in mente il presidente del Consiglio? Abbiamo a che fare con un
pompiere piromane che cerca di alimentare ad arte un clima di
tensione".
Epifani
invita al dialogo.
Contesta la minaccia di Berlusconi contro le occupazioni anche il
segretario della Cgil Guglielmo Epifani. "E' profondamente sbagliato
- afferma il leader sindacale - rispondere alle ragioni del
movimento degli studenti con una modalità che non sia quella del
dialogo". "Il governo - sottolinea Epifani - non può ricorrere alle
minacce. Questo è un movimento che ha caratteristiche del tutto
nuove, che non ha senso paragonare al '68 né, tanto meno, al '77. E'
un movimento pacifico, gli studenti chiedono di investire nella
scuola, è gente che chiede di studiare di più e meglio".
Fioroni:
"Parole gravi".
Riflessione simile a quella svolta dall'ex ministro della Pubblica
Istruzione del centrosinistra Giuseppe Fioroni. "Tutti i ministri
della Pubblica Istruzione - ha ricordato - hanno sperimentato le
occupazioni e le autogestioni. Nessuno ha mai pensato di invadere le
competenze dell'autonomia scolastica e di intervenire nelle
decisioni interne che devono essere assunte nel rispetto della
serenità e della sicurezza". Quelle di Berlusconi, ha aggiunto,
"sono dichiarazioni gravi".
Attacco alla
manifestazione.
Il presidente del Consiglio ha toccato quindi il tema della
manifestazione lanciata dal Pd per sabato prossimo. "Manifestare -
ha proseguito - è una possibilità della democrazia ed anche noi ne
usufruimmo. Noi, però, manifestammo contro la pressione fiscale del
governo Prodi. La manifestazione del 25 ottobre è solo contro il
governo e non ha proposte. La piazza non è il posto migliore per
fare proposte. Le proposte si fanno in Parlamento".
Nessuna
marcia indietro.
Il premier accusa poi l'opposizione su uno temi centrali della
protesta. "La sinistra - sostiene - dice bugie sulla scuola, fa un
allarmismo inutile". E rispondendo a Veltroni, che oggi ha chiesto
di ritirare il decreto Gelmini davanti "alle proteste così ampie e
diffuse contro la riforma della scuola e le misure con i tagli",
invitando Palazzo Chigi a rimodulare i costi, lasciando
all'istruzione "ogni euro recuperato dal taglio di sprechi",
Berlusconi ha replicato secco: "Noi andremo avanti, questo decreto
sulla scuola è sacrosanto, altro che ritirarlo, bisogna applicarlo".
Le classi
ponti resteranno.
Il Cavaliere ha chiarito successivamente che non sono previsti
ripensamenti neppure per la contestatissima proposta delle 'classi
ponte' per i figli di immigrati perché "non è dettata da razzismo ma
da buonsenso. Conoscere la lingua italiana è necessario". Berlusconi
accusa infine la Rai di aver presentato in maniera distorta i
provvedimenti del governo. "La televisione pubblica - lamenta -
diffonde ansia e le situazioni solo di chi protesta. Sono
preoccupato da questo divorzio tra i mezzi di informazione e la
realtà".
"A quando la
polizia nei giornali?".
Affermazioni contro la stampa, quest'ultime, che hanno fatto
scattare la preoccupata replica del parlamentare del Pd Piero
Martino. "Il tono minaccioso con cui il presidente del Consiglio
segnalava ai direttori dei giornali e dei telegiornali la propria
preoccupazione ma soprattutto la propria indignazione - si è chiesto
il deputato democratico - sarà forse all'ordine del giorno
dell'incontro che avrà con il ministro dell'Interno Maroni?". "Oltre
a prendere le contromisure adatte a bloccare le manifestazioni degli
studenti, degli insegnanti e del corpo non docente della scuola - ha
proseguito - Berlusconi invierà le forze dell'ordine anche nelle
redazioni per verificare che il suo verbo venga amplificato come lui
gradisce?".
Università,
non è ancora finita.
Deciso a non fare marcia indietro anche il ministro Gelmini, che ha
annunciato di voler anzi intervenire in maniera ancora più decisa
sulle università. "Bisognerà voltare pagina e fare autocritica",
dice, senza "difendere lo status quo". "Siamo disposti a
confrontarci e dialogare - prosegue - ma la situazione attuale
porterebbe al collasso" perciò "bisogna cambiare".