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Perchè si taglia solo sulla scuola
e non su tutto il Pubblico Impiego?

Silvana La Porta da AetnaNet, 6.10.2008

E’ da qualche giorno che un pensiero maligno mi frulla in testa. Perché, osservando ciò che sta accadendo e, quel che è peggio, ciò che accadrà all’istruzione italiana futura, mi è venuto un sospetto. E torno al discorso del pubblico impiego. Una miniera di sprechi, inefficienze e inettitudini diffusi in tutto il paese. Uffici inutili, impiegati che sonnecchiano, gente che sta lì per dare un numero agli utenti e si becca uno stipendio, persone che latitano e risultano al lavoro. E’ evidente e sotto gli occhi di tutti che la pubblica amministrazione è un macchinoso pachiderma che non funziona. E fa sprecare tanti soldini allo stato italiano.

Eppure, in questi ultimi mesi, non si fa altro che parlare di scuola. Manco se fosse un’imminente guerra atomica. Siamo balzati tutti agli onori delle prime pagine dei giornali e dei tg. Perché la scuola è l’unico settore dle pubblico impiego di cui il governo si interessa? Perché non viene varata una razionalizzazione del funzionamento degli uffici ministeriali e di tutto il farraginoso apparato burocratico? Perchè degli altri due terzi del pubblico impiego nessuno parla? Perché solo gli insegnanti, la fetta più cospicua della scuola, sono i mostri dello spreco, gli approfittatori del pubblico denaro, coloro che, sembra senza alcun merito, vogliono un posto di lavoro?

Perché la scuola è importante, penserete voi. Perché ci si è accorti che è il settore principale su cui si fonda il progresso di una nazione, risponderanno altri. Eh no, cari miei. Ecco dove nasce il mio pensiero maligno. La verità è un’altra. La scuola, come sempre, non ha alcuna importanza. E’ un campo neutro sul quale tutti si accaniscono e di cui tutti si appropriano, invadendolo con meschine logiche imprenditoriali, dimenticando che svolge una funzione che va oltre il mero dato economico: educare i giovani. Sulla scuola ci si può, come sempre da decenni, divertire. Tagliare fondi, cambiare le carte in tavola senza consultare nessuno, dire una cosa e poi dirne un’altra opposta senza tema di smentita. E chi se ne frega, non importa veramente niente a nessuno. Vale così poco, che è il primo settore, e sicuramente l’unico, sul quale si risparmierà. Vale così poco che si possono di colpo fare diventare soprannumerari docenti quasi prossimi alla pensione. Vale così tanto poco che si possono gettare i suoi precari in mezzo a una strada senza pensarci un attimo.

Niente di nuovo. E’ la solita musica. Quella di giullari saltimbanchi ora qui ora lì. Buona amara danza a tutti.