Nel giorno dello sciopero nazionale dei Cobas,
studenti, professori e genitori
hanno sfilato contro i provvedimenti del governo. Sei Regioni:
"Ricorso a Consulta"
Scuola in piazza: "No alla Gelmini"
In tutta Italia iniziative e cortei.
Atenei, ancora
occupazioni e assemblee. Il ministro: "Non capisco le ragioni"
Il capo dello Stato: "Non bisogna dire solo no e farsi prendere
dalla paura"
Giovanni Gagliardi, la
Repubblica, 17.10.2008
ROMA - "Decreto
Gelmini, meno tempo per in nostri bambini", "taglia e ritaglia,
l'alunno raglia", sono solo alcuni degli slogan esposti o urlati dal
popolo della scuola pubblica. Genitori, insieme a ragazzi e
insegnanti, dalle materne all'università, si sono ritrovati a Roma,
ma si è manifestato anche in altre città italiane, in occasione
dello sciopero generale indetto dai Cobas e da Rdb, contro i
provvedimenti decisi dal governo. "Le ragioni della protesta
francamente non le comprendo", ha detto il ministro dell'Istruzione
Maria Stella Gelmini. Per il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano: "Non bisogna dire solo no e farsi prendere dalla paura".
E sei Regioni annunciano il ricorso alla Consulta.
Cobas. "Una giornata assolutamente straordinaria, lo sciopero più
grande mai organizzato dai Cobas e dal sindacalismo di base con
punte massime nella scuola, dove nelle principali città si è
arrivati al 60-70% di adesione, con la metà delle scuole chiuse, ma
anche con ottimi risultati nel Pubblico Impiego, nei trasporti e in
molti settori privati. Enorme la manifestazione di Roma, con oltre
400.000 persone in un corteo", riassume Piero Bernocchi, leader dei
Cobas scuola. E non a caso, proprio il mondo della scuola, dalle
elementari fino all'università, è stato l'anima dei cortei che oggi
hanno percorso le città italiane.
Le manifestazioni. La manifestazione nazionale di Roma ha visto una
massiccia partecipazione dal settore della scuola, del pubblico
impiego, dei trasporti, del precariato, ma anche dei giovani
lavoratori dei centri commerciali, dei movimenti studenteschi e per
i diritti sociali. Uno spezzone composto dal movimento studentesco
ha deviato verso il Colosseo per andare a protestare sotto il
ministero della Pubblica Istruzione.
A Milano si sono svolte tre manifestazioni che hanno attraversato la
città, con un presenza complessiva di centomila persone. Una
delegazione di Rete scuole è stata ricevuta nell'Ufficio scolastico
regionale dal dirigente provinciale Antonio Lupacchini. Cortei ci
sono stati anche a Genova, Palermo, Bologna, Venezia e Napoli. A
Bologna in 300 hanno fatto 10 chilometri a piedi in una sorta di
pellegrinaggio anti-Gelmini. Ora si aspetta il 30 ottobre, quando ci
sarà un'altra mobilitazione - stavolta monotematica - organizzata
dai sindacati della scuola di Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals.
Negli atenei. Continuano le mobilitazioni degli studenti negli
atenei di tutta Italia. E' ormai un bollettino, anche difficile da
aggiornare, che va su tutto il territorio nazionale, da nord a sud,
con occupazioni delle aule, assemblee spontanee e tanti studenti in
corteo. A Firenze prosegue l'occupazione dell'edificio D5 di Novoli.
Un corteo con almeno 10mila partecipanti è atteso domani nelle vie
del centro. Un altro, in contemporanea, si svolgerà invece a Sesto
Fiorentino con oltre mille persone che sfileranno nelle strade
principali della cittadina. Sempre a Sesto, nel pomeriggio si terrà
una manifestazione coi genitori del circolo didattico delle scuole
locali a cui è prevista un'adesione di centinaia di persone. A
Palermo è in corso una assemblea d'ateneo organizzata in
collaborazione con docenti e ricercatori.
A Ferrara oggi si chiude il ciclo di assemblee organizzate dalla
Rua-Udu Ferrara che rilancerà su una appuntamento generale
dell'Ateneo. A Parma, nella facoltà di Economia, assemblea
organizzata dall'Udu Parma. In Calabria si è costituita un'assemblea
permanente che ha di fatto occupato l'aula Filologia 8 della facoltà
di Lettere e filosofia. A Brescia per oggi è previsto un presidio
davanti al rettorato dell'associazione Studenti democratici ed una
conferenza stampa. A Piacenza fiaccolata stasera a cui parteciperà
anche il sindaco.
A Milano la facoltà di scienze politiche dell'Università degli Studi
è stata occupata nel primo pomeriggio dal collettivo degli studenti.
Per questa sera, nella sede di via del Conservatorio, è stata
organizzata una notte bianca di protesta. Lunedì prossimo gli
studenti parteciperanno agli stati generali dell'Accademia di Belle
Arti di Brera per decidere il blocco della didattica, il giorno dopo
toccherà a tutte le facoltà della Statale riunirsi per decidere
l'interruzione delle lezioni e, infine, venerdì prossimo sarà
organizzata una notte bianca che coinvolgerà tutti gli atenei
cittadini.
Niente protesta nel fine settimana all'Università La Sapienza di
Roma: si di-soccupa stasera per ri-occupare lunedì mattina. "E'
nostra intenzione mettere in atto una protesta flessibile e
sospendere per il fine settimana l'occupazione delle Facoltà di
Lettere e Fisica per poi riprendere la protesta lunedì", spiega
Francesco Rapanelli, uno dei leader della protesta.
Regioni. Intanto si fa sempre più aspro il confronto con le Regioni,
dopo la rottura avvenuta durante la Conferenza unificata a Roma, che
ha visto le Regioni hanno abbandonare la seduta per protesta contro
le decisioni del governo per la scuola, a fronte della minaccia,
contenuta nel decreto 154, di commissariamento di Regioni ed enti
locali, che entro il 30 novembre non attueranno un piano di
ridimensionamento degli istituti scolastici.
Il Lazio, insieme a Emilia Romagna, Toscana, Marche, Puglia e
Sardegna, farà ricorso alla Corte Costituzionale per illegittimità
della riforma Gelmini. "Si mette in discussione l'articolo 64 che
lede le competenze regionali di programmazione scolastica oltre al
principio della autonomia", spiega l'assessore all'Istruzione Silvia
Costa.
Gelmini: "Non capisco la protesta". E mentre tra il mondo della
scuola e il ministro Gelmini la discordia sembra regnare sovrana, il
ministro ribadisce di non capire il perché delle ostilità. "Le
ragioni della protesta francamente non le comprendo e sono sempre
più convinta che molti di coloro che scendono in piazza - ha detto
parlando a Mattino 5 - in realtà non abbiano letto il provvedimento,
perché non si capisce come mai si occupino le università, si
facciano manifestazioni nella scuola secondaria, che sono ambiti
minimamente toccati dal provvedimento".
Il provvedimento - ha precisato - riguarda solo la scuola primaria e
la scuola media inferiore: "Introduce la valutazione del
comportamento, lo studio dell' educazione civica, il ritorno ai voti
come meccanismo di valutazione". Quanto al tempo pieno, se le
famiglie reagiscono così, per il ministro, il colpevole è "la
sinistra che sta facendo una campagna di disinformazione".
Napolitano.
Sui temi che stanno agitando il mondo della scuola è intervenuto
anche Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica ha colto
l'occasione dell'incontro con gli alunni vincitori della XVI
edizione del concorso 'Immagini per la terra'. Rispondendo alla
domanda di una bambina sulle magre prospettive di lavoro che
aspettano tanti insegnanti e le loro famiglie a causa della riforma
Gelmini, il Capo dello Stato ha spiegato di non essere il ministro
dell'Istruzione. "Posso guardare a quello che fa il governo e a
quello che fa il Parlamento - ha sottolineato -, credo prima di
tutto che bisognerà essere un po' attenti e non farsi prendere dagli
allarmismi e dalle esagerazioni. Certo bisogna cambiare parecchio
nella scuola e lo si fa discutendo. Poi si può essere d'accordo
oppure no, ma non bisogna dire solo no, non bisogna farsi prendere
dalla paura".