Il popolo della scuola contro la Gelmini:
punti d’incontro e dialogo
assolutamente inesistenti.

  Giovanna Russo da Capitoloprimo.it, 19.10.2008

Dopo un venerdì infuocato, caratterizzato da manifestazioni e scioperi indetti dal “popolo della scuola pubblica”, il dibattito tra il mondo dell’istruzione ed i suoi dirigenti sembra farsi sempre più complicato.

Il dialogo è probabilmente inesistente se l’attuale Ministro dell’ Istruzione Gelmini, di fronte alle innumerevoli esplosioni di disapprovazione da parte dei manifestanti, si esprime sottolineando di non comprendere le reali ragioni di una così massiccia mobilitazione, visto che le università e la scuola secondaria non sono citati all’interno dei provvedimenti.

“Il provvedimento – sottolinea la Gelmini in un’intervista al programma Mattino Cinque - riguarda solo la scuola primaria e la scuola media inferiore: introduce la valutazione del comportamento, lo studio dell' educazione civica, il ritorno ai voti come meccanismo di valutazione, ma certo non tocca le università e la scuola superiore".

E in effetti venerdì in piazza a Roma c’erano proprio tutti; genitori, ragazzini e insegnanti di ogni ordine e grado, hanno risposto positivamente alla manifestazione organizzata dai Cobas e da Rdb, con l’intento di combattere contro i provvedimenti che il Governo ha introdotto a modifica del sistema scolastico.

Gli esiti della mobilitazione sono apparsi assolutamente soddisfacenti come spiega Piero Bernocchi, leader dei Cobas scuola: “Una giornata assolutamente straordinaria, lo sciopero più grande mai organizzato dai Cobas e dal sindacalismo di base con punte massime nella scuola, dove nelle principali città si è arrivati al 60-70% di adesione, con la metà delle scuole chiuse, ma anche con ottimi risultati nel Pubblico Impiego, nei trasporti e in molti settori privati. Enorme la manifestazione di Roma, con oltre 400.000 persone in un corteo".

E anche negli Atenei d’Italia continuano occupazioni ed assemblee permanenti; da Milano a Palermo, si organizzano fiaccolate, notti bianche di protesta o semplicemente si espongono striscioni a sostegno della Scuola e contro la sua deriva, a ostegno dei precari, dei ricercatori e di tutte le categorie considerate a rischio in questo particolare momento storico.

A tutte le accuse il Ministro si difende dichiarando che ci si trova di fronte ad una campagna di disinformazione che indurrà le famiglie italiane a credere in una “grande bugia”.

Nessun punto di incontro quindi, bensì ancora scioperi annunciati per il 30 ottobre e organizzati da Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals.