Dissenso di massa o “piccole frange”? da TuttoscuolaNews, N. 362, 6 ottobre 2008 “Ci sono due Italie, una è per una scuola di qualità, per insegnanti che vogliono essere pagati meglio ed è quella della maggioranza degli italiani. Poi ci sono piccole frange che hanno deciso di non guardare i problemi, e preferiscono protestare. Io li lascio fare”. Non aveva mostrato grandi preoccupazioni Mariastella Gelmini nei confronti dei manifestanti (non molti, per la verità, almeno quel giorno) riuniti il 2 ottobre davanti al Ministero di viale Trastevere in una delle ormai quotidiane iniziative di protesta contro la politica scolastica del governo. Ma qual è la consistenza reale del fronte anti-Gelmini nella scuola, e in particolare tra gli insegnanti? Per ora le iniziative di “mobilitazione”, come si usa dire nel parabellico linguaggio sindacale, hanno ricevuto una adesione modesta, a parte quella di Torino e anche le manifestazioni promosse nelle scuole sono state episodiche, salvo che a Bologna. “Frange”, per dirla con la Gelmini. Ma già una settimana fa il segretario della Cgil Guglielmo Epifani aveva annunciato che la sua organizzazione sarebbe arrivata allo sciopero generale della scuola, eventualmente anche da sola. E sabato scorso anche il segretario della CISL Raffaele Bonanni lo ha seguito su questa strada “se non ci saranno fatti nuovi nei prossimi giorni”. La stessa posizione è stata assunta dal segretario della Uil-scuola Massimo Di Menna. C’è anche una data per lo sciopero, proposta agli altri sindacati dagli autonomi della Gilda degli insegnanti, sulla quale potrebbe verificarsi una convergenza generale, forse anche dello Snals: il 31 ottobre 2008.
Quella
sarà l’occasione per valutare la dimensione reale della protesta
anti-Gelmini. E per la prima volta lo stesso ministro mostra di
preoccuparsene. “Il governo è pronto e aperto al dialogo con le
forze più riformiste del sindacato. Certo, su alcune scelte questo
esecutivo, che decide, ha le idee chiare e le vuole mettere in
pratica nell'interesse della scuola e del futuro, ma il confronto
per noi è ancora aperto”. |