Decreti & fiducia. da Tuttoscuola, 13 ottobre 2008 Con il passare delle settimane sembra sempre più chiaro che la politica scolastica sta diventando un terreno privilegiato per la sperimentazione di nuove modalità di azione da parte del governo. Il sistematico ricorso alla decretazione d'urgenza, solo in parte moderato dal presidente Napolitano, fa parte di un più complessivo disegno di accelerazione dei tempi della decisione politica e della sua immediata esecuzione, come mostrano l'anticipazione della manovra finanziaria (la legge 133/2008 converte un decreto legge: il 112/2008) e della stessa legge finanziaria, alleggerita, semplificata e triennalizzata, ora all'esame del Parlamento. E se è vero che anche governi precedenti di diverso colore, come quello presieduto da Romano Prodi, avevano fatto ricorso, a causa di una risicata maggioranza politica in Parlamento, alle leggi Finanziarie, con relativo voto di fiducia, per inserirvi norme che incidevano sul funzionamento del sistema scolastico (la Finanziaria 2007, per esempio, aveva profondamente innovato la disciplina dell'obbligo di istruzione), la decisione del governo Berlusconi di trasformare in decreto legge il disegno di legge Gelmini sul voto in condotta, l'insegnamento della Costituzione e soprattutto il ritorno al maestro unico nella scuola primaria, ha segnato un'ulteriore accelerazione nel processo di assunzione delle decisioni di governo politico del sistema paese.
Coerente con questa linea decisionista, dal punto di vista
dell'attuale governo, è il ricorso al voto di fiducia, peraltro
contestato duramente dall'opposizione perché blinda il percorso
parlamentare. Ma c'è da ritenere che il governo andrà avanti su
questa strada, forte dei consensi che i sondaggi gli accreditano
anche sulla politica scolastica (tranne che, forse, sul maestro
unico). |