Gelmini finirà come Berlinguer? da Tuttoscuola, 12 ottobre 2008 In materia di valutazione delle prestazioni degli insegnanti e di premio ai "più bravi" la Gelmini sembra avviata a ripercorrere la strada già tentata da Luigi Berlinguer nove anni fa, e conclusasi per il pur autorevole ed esperto ministro DS con una sconfitta bruciante - la più grande manifestazione del dopoguerra contro un ministro dell'istruzione - e la mancata riconferma dell'incarico nel governo Amato, l'ultimo della legislatura 1996-2001 a guida dell'Ulivo. Eppure Berlinguer si era preoccupato di acquisire il preventivo consenso dei sindacati confederali e dello Snals alla procedura di selezione dei "più bravi", ottenendone l'inserimento nel contratto scuola del 1999. La Gelmini sembra invece decisa a giocare le sue carte senza, se non addirittura contro i sindacati. Rischia dunque, a maggior ragione, di andare incontro a un dissenso di massa come fu quello che travolse Berlinguer? Non è detto, perché Berlinguer fece allora l'errore, segnalatogli invano anche da Tuttoscuola, di sottoporre gli insegnanti di ruolo (o meglio di cercare di sottoporli, perché non se ne fece niente) ad una verifica pubblica della loro professionalità tramite test, nella prospettiva di premiare solo un quinto di essi, scelti in quel modo discutibile, e di lasciare agli altri quattro quinti solo i modestissimi incrementi salariali ottenuti con il contratto.
La Gelmini, che pure
ha un rapporto teso con i sindacati, non ha per il momento fatto lo
stesso errore, e ha anzi accennato alla possibilità che tutti gli
insegnanti possano accedere al premio (fino a 7.000 euro all'anno,
quasi il doppio, in termini reali, del premio di Berlinguer) anno
dopo anno (a partire da una prima tranche del 40%): dipenderà
dall'impegno che metteranno nel loro lavoro. Un meccanismo
complicato, certamente, ma rivolto potenzialmente a tutta la
categoria, e che non crea una aristocrazia stabile di "bravi" versus
una plebe di "non bravi". Staremo vedere come sarà effettivamente
realizzato. |