L'Italia è quasi fanalino di coda in Europa da Tuttoscuola, 22 ottobre 2008 Tra gli obiettivi che a Lisbona nel marzo 2000 la Commissione europea ha previsto di raggiungere nel 2010 vi è stato anche quello di un incremento significativo del tasso di cittadini laureati in età lavorativa (sotto i 65 anni). L'Italia nel 2000 aveva uno dei tassi di laureati più bassi tra i Paesi europei (8,1%), lontana di quasi 9 punti in percentuale dalla media europea (17%) e seguita soltanto da Portogallo e Romania. Nella rilevazione di medio termine effettuata dall'Unione relativamente al 2007, tutti i Paesi dell'UE hanno migliorato il tasso di laureati (esclusa la Germania che ha registrato una leggere flessione). L'Italia è aumentata di quasi 4 punti in percentuale passando al 12% di laureati, una percentuale che resta però ancora una volta tra le più basse (peggio di noi solo il Portogallo, la Repubblica Ceca e la Romania). La media dei Paesi europei è salita al 20,6% distanziando l'Italia di oltre 8 punti in percentuale. Sopra la media europea vi sono la Finlandia (quasi il 30% di laureati), l'Inghilterra (28%), il Belgio, l'Irlanda, la Danimarca, la Spagna, la Svezia, l'Olanda, la Francia, il Lussemburgo e la Germania. Sotto la media europea, ma comunque meglio dell'Italia, hanno fatto la Grecia, la Lettonia, la Bulgaria, la Slovenia, la Polonia, l'Ungheria e l'Austria. La produttività dei nostri atenei è, dunque, tra le peggiori d'Europa, nonostante, come ha mostrato la crudezza dei dati forniti ieri dal ministro Gelmini, abbia costi elevatissimi rispetto ad altri Paesi.
Livello di istruzione della popolazione: Sopra la media europea
Sotto la media europea
Fonte
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