Le polemiche del dopo-sciopero. di R.P. La Tecnica della Scuola, 18.10.2008. I Cobas polemizzano sulle dichiarazioni del presidente Napolitano che aveva detto che non si può dire solo no. E Bernocchi elenca i sì del "popolo della scuola". Il Forum PrecariScuola suggerisce invece un proprio decalogo per reperire le risorse. Difficile fare una valutazione precisa sulla reale partecipazione della scuola allo sciopero di venerdì 17. E’ vero che a Roma la manifestazione è stata imponente come non si ricordava da tempo ma è anche vero che lo sciopero riguardava tutte le categorie pubbliche e private. Come sempre i dati divergono: secondo il Ministero dell’Istruzione l’adesione sarebe stata del 4%, mentre Cobas e Cub parlano di percentuali a 2 cifre e di scuole chiuse soprattutto nelle grandi città (Roma, Milano, Napoli e Palermo soprattutto). Al di là dei numeri resta comunque il fatto che la scuola ha avuto visibilità e quasi tutti i giornali di sabato 18 mettono in prima pagina la protesta di docenti, genitori e Ata nei confronti dei provvedimenti del Governo. Il dopo-sciopero è però carico di polemiche, anche per le dichiarazioni del presidente Napolitano che ha scelto proprio la giornata di venerdì per affermare che ''bisogna cambiare anche nella scuola e discutere dei cambiamenti da fare'' sui quali ''si puo' essere d'accordo oppure no''; ma, ha aggiunto il Presidente, ''non bisogna dire solo dei no e farsi prendere dalla paura''. Sulle parole del Capo dello Stato è immediatamente intervenuto Piero Bernocchi, portavoce nazionale di Cobas-Scuola che ricorda che il “popolo della scuola” sta dicendo anche molti sì e non solo dei no: “Sì a massicci investimenti nella scuola pubblica, sì alla massima accoglienza di migranti e portatori d'handicap, sì a significativi aumenti salariali e sì alla assunzione dei precari”. E, memori del detto che il ferro va battuto finchè è caldo, gli animatori del frequentatissimo Forum PrecariScuola suggerisce al Ministro un vero e proprio decalogo da seguire per reperire le risorse necessarie al rilancio del sistema scolastico: si va dalla sacrosanta (ma difficile) lotta all’evasione fiscale fino alla classica riduzione delle spese militari e alla eliminazione dei finanziamenti alle scuole private (proposta sulla quale non sarebbe però d’accordo neppure l’opposizione); passando attraverso il taglio di comunità montane, province e parlamentari, tassazione dei beni ecclesiastici e abolizione dell’8 per mille per la Chiesa. E c’è anche una semplice ricetta per contribuire al rilancio dell’economia: “Invece di prevedere finanziamenti da dare alle banche in crisi, prevedere finanziamenti per assumere i precari: si otterrà un immediato aumento dei consumi interni che potrà salvare il paese dalla grave crisi economica in corso”. Intanto confederali, Snals e Gilda si preparano a scendere in piazza il 30 ottobre.
Dopo i tentennamenti
dei giorni scorsi, la Cisl sembra decisa a non tornare indietro e
proprio nelle ultime ore il segretario confederale Bonanni ha
ribadito che sullo sciopero del 30 non ci sono dubbi. |