La saggezza del presidente Napolitano,
profeta disarmato

da Tuttoscuola, 31 ottobre 2008

"Per avere un'Italia migliore abbiamo bisogno di una scuola migliore, le condizioni del nostro sistema scolastico richiedono scelte coraggiose di rinnovamento: non sono sostenibili posizioni di pura difesa dell'esistente".

Aveva parlato con chiarezza, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione dell'inaugurazione ufficiale del nuovo anno scolastico al Quirinale, di fronte a 2.600 ragazzi presenti alla cerimonia. E perché non ci fossero dubbi sul suo pensiero aveva aggiunto che l'obiettivo di "ridurre a zero nei prossimi anni il deficit pubblico" e di "incidere sempre di più sul debito accumulato nel passato", obiettivo a cui "nessuna parte sociale e politica" può sottrarsi, "comporta anche un contenimento della spesa per la scuola".

Ciò premesso, il presidente della Repubblica aveva auspicato "uno sforzo di maggiore serenità nel confronto tra maggioranza e opposizione in Parlamento, tra governo e parti sociali", perché le riforme del sistema scolastico sono necessarie e urgenti, e per la loro natura di investimenti di lungo periodo devono essere condivise al di là del variare delle maggioranze parlamentari.

Anche pochi giorni fa, rispondendo a una lettera di studenti, dottorandi e ricercatori dell'Università La Sapienza, Napolitano ha auspicato che, ferma restando la sovranità del Parlamento sulle leggi da approvare, "si creino spazi per un confronto - in sede parlamentare - su come meglio definire e distribuire nel tempo i tagli ritenuti complessivamente indispensabili". Occorre perciò, ha concluso il Presidente, che "tutte le istituzioni e le forze sociali e culturali si predispongano senza indugio a tale confronto, in termini riflessivi e costruttivi, dando prova di determinazione e intelligenza".

Ci sembrano parole sagge e lungimiranti. Saranno ascoltate nel clima di vocianti contrapposizioni nel quale si sta avvitando il nostro Paese?