Maxiemendamento Gelmini,
chi sta dentro e chi sta fuori.

da Tuttoscuola, 7 ottobre 2008

Le novità contenute rispetto al testo originario del decreto 137, cosiddetto Gelmini, costituiranno quasi sicuramente le ultime limature di un testo che ha suscitato più di una polemica a partire dalla sua pubblicazione (si veda anche l'articolo Fiducia "puramente tecnica" su maestro unico e voto in condotta).

Vediamo chi esce meglio e chi esce peggio a seguito delle nuove modifiche. Sembra che possa avere conseguenze piuttosto penalizzanti per le scuole primarie e la loro autonomia gestionale e finanziaria, la decisione di far gravare gli straordinari dei maestri unici sulle disponibilità dei fondi di istituto, salvo poi ripianare gli ammanchi ad opera del Ministero.

Almeno in via transitoria, le ore di straordinario dei docenti della scuola primaria eccedenti l'orario di servizio dovrebbero essere retribuite attraverso il fondo d'istituto integrato dai risparmi ricavati dall'applicazione della finanziaria approvata con la legge n. 133 del 6 agosto scorso.

Alla Lega Nord e in particolare a Paola Goisis sembra invece doversi dare il merito di aver sbrogliato la confusione derivante dall'interpretazione dell'articolo 3, comma 3, del decreto ("Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline").

Così, nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado la
bocciatura degli alunni dovrà non solo essere decisa all'unanimità dal consiglio di classe, ma anche essere collocata nei casi di eccezionalità e "comprovati da specifica motivazione". La singola valutazione, relativa ad ogni materia o (come alle elementari) gruppo di materie, non sarà inoltre assegnata dal singolo docente, ma sempre e comunque "assunta a maggioranza dal consiglio di classe".

La Lega Nord vede premiato il suo credo federalista sull'insegnamento della nuova disciplina "Cittadinanza e Costituzione". Il nuovo testo prevede l'attivazione di "iniziative per lo studio degli statuti regionali delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale", "al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale, definito dalla Carta Costituzionale".

Apparentemente vincono la loro battaglia gli
specializzandi Ssis (oltre 12.000), che stanno terminando il IX ciclo formativo presso le università. Essi saranno inseriti nelle graduatorie ad esaurimento non più in coda, come previsto dalla prima bozza, ma "nella posizione spettante in base ai punteggi attribuiti ai titoli posseduti". Lo stesso trattamento sarà riservato anche i docenti che stanno conseguendo l'abilitazione all'insegnamento di materie musicali. Le buone notizie si estendono anche a chi si sta formando per diventare maestro di scuola d'infanzia e primaria: questi ultimi prima verranno inseriti "con riserva" e, una volta acquisito il titolo, collocati nelle graduatorie sempre sulla base del punteggio derivante dal voto finale del corso, dei titoli di studio e dall'eventuale servizio già svolto.

Importante è pure la proroga fino al prossimo 30 novembre delle risorse destinate a finanziare "interventi per l'edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti scolastici ovvero di impianti e strutture sportive dei medesimi". Nel maxiemendamento, all'articolo 7, si inseriscono poi degli specifici "Provvedimenti per la sicurezza delle scuole" finalizzati a snellire le procedure per l'utilizzo dei fondi disponibili, ma anche a rendere più stabili nel tempo i finanziamenti statali: al piano straordinario per l'
edilizia scolastica previsto dalla legge finanziaria del 2003 è destinato annualmente un importo non inferiore al 5% delle risorse assegnate al programma delle infrastrutture strategiche, fino al completo esaurimento degli interventi previsti. Gli interventi verranno attuati sulla base delle priorità definite da un "soggetto attuatore" che assicurerà la "messa in sicurezza di almeno cento edifici scolastici presenti sul territorio nazionale che presentano aspetti di particolare criticità sotto il profilo della sicurezza sismica".

Resteranno scontenti invece gli editori, anche se occorrerà declinare l'importanza delle "eventuali appendici di aggiornamento": le nuove edizioni dei libri di testo scolastici si adotteranno differentemente a seconda del ciclo di studi: alla primaria la cadenza di rinnovamento dei testi sarà quinquennale, come già previsto nella bozza iniziale del disegno di legge, mentre nella scuola secondaria di primo e secondo grado la cadenza diventa di sei anni. Permane la possibilità, per i docenti e le case editrici, di adottare nuove edizioni di testi qualora siano subentrate, anche prima dei termini stabiliti, "eventuali appendici di aggiornamento".