LE CONTESTAZIONI ALLA RIFORMA DELLA SCUOLA

Continua la protesta anti-Gelmini
A Milano scontri tra studenti e polizia

Manifestazioni e occupazioni in tutta Italia contro il ministro dell'Istruzione

 La Stampa, 21.10.2008

ROMA
Continua la mobilitazione degli studenti contro la riforma Gelmini e la Finanziaria. A Milano in 2mila tra ragazzi, lavoratori tecnico-amministrativi, docenti e ricercatori hanno riempito l'aula magna dell'Università statale per gli Stati generali d'ateneo.

Obiettivo della protesta, «lo stato d'agitazione permanente finchè la legge 133 non sarà abrogata». Dopo una lunga no-stop di interventi a microfono aperto, si è formato un corteo diretto verso la prefettura. In seguito in piazza Cadorna si sono verificati scontri tra studenti e forze dell'ordine. I manifestanti, circa un migliaio, hanno tentato di entrare in stazione per bloccare i treni delle Ferrovie Nord ma sono stati respinti dai Carabinieri che presidiano la zona. Lancio di candelotti da una parte e fumogeni dall'altra e poi qualche carica dei militi ha impedito al corteo di entrare in stazione.

A Firenze, contro i tagli all'istruzione si sono ritrovati almeno in 40 mila per la più grande manifestazione degli ultimi anni nel capoluogo toscano. Tutto è filato liscio, salvo alcuni attimi di tensione davanti alla sede del Partito delle Libertà dove sono volati fischi e urla contro l'esecutivo Berlusconi. Insulti per il ministro della Pubblica Istruzione, stigmatizzati da Forza Italia: «Niente contenuti - si legge in una nota -, solo un insieme di studenti urlanti che trovano il loro unico divertimento nelle ingiurie». A Roma, la giornata è iniziata presto in molte scuole al grido di «E ora provate a fermarci». Continua l'occupazione al liceo Majorana dove numerosi studenti hanno passato la notte. Assemblee pubbliche davanti ad alcuni istituti, anche dei Castelli, autogestione al Marco Polo di Monterotondo: un nuovo corteo cittadino è stato programmato per il giorno 27.

«Ci faremo sentire in questi giorni - ha detto Stefano Vitale, coordinatore dell'Unione degli studenti di Roma - per ribadire il nostro no al decreto Gelmini, alle classi separate per gli studenti stranieri, all'abbassamento dell'obbligo scolastico e al taglio dei fondi. Bloccando oggi le nostre scuole vogliamo mostrare le reali intenzioni di questo governo: chiudere la scuola pubblica». Ma la mobilitazione non si ferma ai confini della capitale e, anzi, dilaga in tutto il Paese. A Genova questa mattina un centinaio di studenti del liceo psico-socio-pedagogico Sandro Pertini e del liceo linguistico Grazia Deledda hanno dato vita ad un corteo sponraneo da piazza De Ferrari all'ufficio scolastico regionale per protestare contro la riforma della scuola. La manifestazione ha provocato disagi alla circolazione stradale. Il corteo è stato caratterizzato da striscioni con le scritte: «Libertà di espressione» e «senza questi fondi affondiamo» e da slogan come «non vogliamo questa riforma».

A Bologna, invece, alcune centinaia di studenti dell'Università, dopo aver sfilato in corteo, hanno raggiunto la sede del Rettorato e vi hanno fatto irruzione. Al grido di slogan come «vergogna, vergogna» davanti all'entrata ed dopo essersi assembrati davanti al portone di via Zamboni 33, sede del rettorato, sono entrati rumoreggiando con tamburi e fischietti e impugnando anche fumogeni. L'iniziativa del corteo è avvenuta mentre nel cortile interno di palazzo Poggi un altro gruppo di 200-300 studenti stava incontrando pacificamente il Rettore, il quale era sceso per ascoltare le loro ragioni e rispondere alle domande sui tagli dei fondi previsti dalla riforma della scuola. A Milano è gremita l'aula magna dell'università statale dove sono in corso gli stati generali d'ateneo. Più di 2.000 persone secondo il comitato organizzatore, composto da collettivi studenteschi, sindacati dei lavoratori tecnico-amministrativi, ma anche, in misura minore, docenti e ricercatori si sono riuniti per dire «no ai tagli della Legge 133», spiega Omar Tanzi, delegato Cgil per personale tecnico amministrativo dell'ateneo.

Inevitabile il corollario di reazioni politiche. «Ho l'impressione che il movimento studentesco si stia facendo trascinare dai docenti e dalle strutture di riferimento che sono come è giusto che sia, partiti e sindacati», afferma il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, mentre per il «governatore» della Lombardia, Roberto Formigoni, quelle che si stanno sviluppando intorno alla riforma promossa dalla Gelmini sono «polemiche largamente strumentali». «Noi abbiamo raccolto a piene mani l'indicazione importante del presidente della Repubblica, il quale dice che le riforme bisogna farle. Però bisogna farle attraverso il dialogo», ricorda invece il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni.

FOTO: Giro d'Italia: la protesta degli studenti città per città